“Quella mattina mi sentivo strana, ma del malore non ricordo nulla”. In un’intervista esclusiva rilasciata a “Le Iene”, Nadia Toffa […]
“Quella mattina mi sentivo strana, ma del malore non ricordo nulla”. In un’intervista esclusiva rilasciata a “Le Iene”, Nadia Toffa racconta per la prima volta i momenti che hanno preceduto e seguito il malore che l’ha colpita lo scorso 2 dicembre mentre si trovava a Trieste per un servizio. “Sono andata a mangiare, sono andata a letto. Tutto normale. La mattina mi alzo, ho chiamato te che stai parlando dietro la telecamera”, ha esordito. “Sì, mi ricordo. Infatti ti sentivo rallentata”, ha confermato l’uomo dietro la telecamera.
“Quando abbiamo messo giù, io avevo chiuso la valigia, avevo messo il cappotto e prima di scendere ho detto ‘sai che quasi quasi mi sdraio un attimo’ – ha proseguito – Ma non è da me. Vado sempre a mille. Corro sempre. E in effetti era una cosa strana. Alla fine non mi sono sdraiata. Non l’ho fatto perchè ho detto ‘arrivo prima a Milano, devo lavorare’. Quindi scendo…mi ricordo benissimo la hall dell’hotel. Ho chiesto di pagare, ho chiesto un taxi per andare in stazione. A un certo punto sono caduta. L’ultima frase che mi ricordo era quella della ragazza della reception che mi ha detto: ‘Vuoi che ti dia una mano con le valigie, è arrivato il taxi?’. Poi sono caduta di faccia, ho ancora un livido ma sta migliorando. Io non ricordo il malore, ma mi ricordo l’ambulanza. Nella mia vita non l’avevo mai presa. All’inizio ho pensato fosse successo un incidente perchè sentivo un’ambulanza, ma dopo un po’ mi sono resa conto che sentivo la sirena un po’ troppo vicina. Quindi ho realizzato e mi sono detta: ‘Vuoi vedere che è la mia ambulanza?’. Ho ripreso conoscenza in ambulanza. Poi a un certo punto ho visto Max (autore storico delle Iene) ma erano passate ormai cinque ore, ho avuto un black-out. Lo vedo e gli dico: ‘Ma tu cosa ci fai a Trieste?’. Adesso io ci rido, però ci sono tante persone che si sono preoccupate. Se mi metto nei loro panni, un po’ mi commuovo. I miei genitori si sono preoccupati da morire, tutti voi. La mia testa non ha mai smesso di funzionare. Ero lucida, ma non mi sono resa conto di ciò che stava accadendo, della gravità. Nessuno sapeva cosa avessi. Ad un certo punto, il viaggio in elicottero, che è stato una figata pazzesca. Non l’avevo mai preso e mi piacciono da impazzire queste cose: ho fatto bungee jumping l’elicottero in effetti non l’avevo mai provato. Mi dicono: ‘Si deve andare in elicottero. C’è la bora’. Mi hanno messo le cuffie perché l’elicottero fa molto casino, avevo un microfonino e parlavo con il capitano, ero là a chiacchierare”.
“Poi sono arrivata al San Raffaele – ha raccontato – C’era un sacco di gente, io dicevo, ‘Ma cosa ci fate qua?”. C’è stato poi un momento in cui è arrivata un’infermiera e mi ha detto, ‘È iniziato adesso ‘Tu si’ que vales’ e Maria De Filippi ha iniziato salutandoti e facendoti un grande in bocca al lupo’. Io la guardo e dico: ‘Ma chi è che gliel’ha detto? Chi ha detto a Maria De Filippi che sono stata male?’. Invece poi mi hanno detto che è successo un putiferio. Mi sono commossa, mi hanno detto di città intere che hanno pregato per me. Scusate se mi commuovo. Mi ha stupito tanto l’affetto della gente comune. Secondo me non contava tanto il personaggio, pregavano per me. Un’altra cosa che mi ha stupito? I messaggi da parte di politici con cui ho un rapporto conflittuale. Ho parlato pure con Berlusconi. Io non l’ho mai conosciuto, non l’ho mai visto. Mi ha telefonato per sapere come stavo”.
“Sono finita in ospedale perchè ascolto poco i segnali del mio fisico – ha concluso – Sono una che tira la carretta sempre. Su Wikipedia mi hanno dato per morta? Mi hanno allungato la vita. Voglio farvi una confidenza. Io ho un marito molto impegnativo e questo marito si chiama ‘Le Iene’. Ed è la mia vita. Non è lavoro. Mattiamola così: per ora mi fermo. Io vorrei essere lì ma mi hanno detto di aspettare. Buon Natale a tutti. Mi avete dato tanto amore e ve lo restituirò tutto con gli interessi. E sappiate che la Toffa tiene la capa tosta”.