Dopo una “pausa forzata” di tre anni dovuta alla nascita dei suoi gemelli, Leone e Zeno, Giovanna Mezzogiorno torna sul grande schermo con il film “Come diventare grandi nonostante i genitori” e in tv per un’intervista a “Verissimo”.
Come ha più volte ammesso, la gravidanza l’ha distrutta: “Ci ho messo tre anni a riprendermi”. “Quando sono rimasta incinta ero già molto stanca – racconta a Silvia Toffanin – Per 10-15 anni avevo lavorato tantissimo. Quindi ero comunque molto provata. Poi sono nati i bambini e ho deciso di stare dietro a loro, tre anni sono passati velocemente”.
“Ho avuto una gravidanza difficile – spiega – Sono arrivata esausta. Poichè erano due bambini, ho messo su venti chili. Venti chili su un metro e sessantatre sono veramente tanti. Non riuscivo neanche a camminare e il giorno in cui sono nati i miei figli, che sono nati prematuri come molti gemelli, erano piccolissimi e…insomma è stata tosta. E’ stato un inizio col botto. Sono stati in terapia intensiva per qualche settimana, poi sono venuti a casa ed è stato molto faticoso. Però quando penso a quel momento, per quanta fatica uno possa fare, mi piacerebbe riviverlo”.
L’attrice ripercorre la sua infanzia e la sua adolescenza segnata da un padre assente (l’attore Vittorio Mezzogiorno, ndr.) e da un evento traumatico: “Mio padre viaggiava molto mentre io ero a casa con la mamma. Ricordo un padre assente. Forse chi ne ha sofferto di più è stata mia madre. Il loro fu un grande amore. Però, è stato complicato…una storia piena di momenti molto drammatici, di separazioni, di lontananze. La mia adolescenza è stata difficile perché avvertivo le loro difficoltà e ne soffrivo. Verso i 14 anni ho avuto un momento di grande scontro con i miei genitori. Era appena nata una sorellina, frutto della relazione di mio padre Vittorio con una donna americana. Era un momento tragico. Quella nascita è stata un trauma per tutti noi e una botta terribile per mia madre. Ho reagito con molta rabbia e sono rimasta arrabbiata con lui per tanti anni. Ho fatto pace con lui e poco dopo è mancato, questo è un rimpianto. L’ho rispettato anche per le sue debolezze, era un uomo non un eroe”.
Infine, un accenno a Stefano Accorsi con il quale recitò ne “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino e con il quale ebbe una storia d’amore: “Tornare a lavorare con Stefano? Perchè no. Non è capitato, non ci sono stati gli incastri giusti. Non ci frequentiamo nel senso che abbiamo avuto percorsi di vita molto diversi”.
