A pochi giorni dall’uscita di “Speravo de morì prima”, la serie tv dedicata alla sua vita, Francesco Totti si confessa in una lunga intervista a Walter Veltroni per “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera”.
L’incubo del Covid
L’ex capitano della Roma rievoca l’incubo del Covid contratto in una forma abbastanza aggressiva. Totti è stato ad un passo dal ricovero ed è guarito dopo quasi un mese vissuto tra angosce e paure.
“Ci sono voluti 24 giorni per guarire – racconta – Ho preso il Covid in una forma abbastanza aggressiva. Mi è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. Ho avuto febbre a 40°, tosse continua. Mi sentivo stanco e non avevo fame. A un certo punto la saturazione è salita 89-90 e avrei dovuto ricoverarmi ma ho rifiutato. Avevo paura, per quello che era successo a mio padre due mesi prima. Con i farmaci sono riuscito ad uscirne, ma è stata veramente dura”.
“Ho cercato di stare il più possibile a casa e curarmi con cortisone, antibiotici, eparina – ha aggiunto – Ero a letto da solo, in balia del tempo. Non guardavo niente, non avevo voglia, non reagivo, tossivo minuto dopo minuto. È stato un incubo durato quasi un mese. Dopo dieci giorni di punture, antibiotici, cortisone, vedevo che non c’era miglioramento. Sì, allora ho temuto”.
Il Covid non ha risparmiato nessuno della sua famiglia: “I ragazzi si sono spaventati, anche loro tutti positivi, per fortuna asintomatici. Ilary, le tate, il giardiniere, tutti. Tutti quelli che mi circondavano l’hanno preso – ha concluso – Non so come sono rimasto contagiato… tra foto, autografi, amici, non sai chi possa essere stato”.
La morte del padre: “Sento un grande vuoto”
Purtroppo il coronavirus si è portato via il padre dell’ex calciatore. Enzo Totti, detto “lo sceriffo”, è scomparso lo scorso ottobre. “Penso che ogni figlio coltivi il timore della perdita del padre – spiega – È una figura molto importante, dà sicurezza. Insegna e rassicura, guida e accompagna. Ora lo misuro da padre, nel rapporto con Cristian, specialmente, ma anche con le bambine. Un padre si sa che c’è, comunque. Se è un buon padre. E il mio lo era, eccome. Anche non vedendolo, anche non sentendolo, però sapevo che lui c’era e questo era importante, ero certo che il suo sentimento per me stava sempre lì, in lui. Sapevo che c’era sempre quella figura che in qualsiasi momento poteva aiutarti, soccorrerti, consigliarti, sempre rendersi utile. Invece adesso sento un grande vuoto, mi sento catapultato in prima fila, con le spalle meno coperte”.
“Il capo è Ilary, non io”
Nell’intervista, Totti parla anche del rapporto con Ilary Blasi alla quale è legato da oltre 20 anni. “Il capo, in generale, dovrei essere io. Ma il capo attuale, in verità, è Ilary – confida – Ilary oltre a essere mia moglie e la mamma dei miei figli, è una donna straordinaria: una ragazza semplice, di buona famiglia, con valori, rispetto degli altri. Una persona che in qualsiasi momento è sempre presente, mi ha fatto crescere in tutto e per tutto. Ti dico la verità, senza di lei non sarei riuscito in questo modo, a livello familiare. Quello che le scrissi sulla maglietta il giorno del derby è vero: ‘sei unica’”. La coppia ha tre figli: Cristian, 15 anni, Chanel, 13, e Isabel, 5.
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