In autunno Franca Leosini tornerà su Rai3 con due programmi: “Che fine ha fatto Baby Jane” e “Storie Maledette”. Nel primo l’amatissima giornalista, che da anni è una certezza nel palinsesto della terza rete della tv di Stato, indaga sul terzo atto della vita di un individuo che ha ucciso e che ha scontato la pena. In “Storie Maledette”, programma che conduce dal 1994, passa invece in rassegna i casi di cronaca che hanno fatto più scalpore in Italia.
“Ho dovuto indurre persone che già avevano scontato la loro pena a rimettersi in gioco”
“La Rai non paga compensi per gli ospiti e io ho dovuto indurre persone che già avevano scontato la loro pena a rimettersi in gioco – racconta Franca Leosini in un’intervista al quotidiano torinese “La Stampa” – Persone protagoniste di una vicenda tragica che non corrisponde alla loro vita, che hanno già scontato la loro pena e che magari si sono ricostruite un’esistenza. Ripercorrere di nuovo quanto accaduto, riproporre il loro vissuto è molto faticoso da tanti punti di vista, soprattutto umano. Chi raggiungo in carcere e chi ne è uscito, non è un professionista del crimine. Io ho scavato nelle vite di persone che nel mezzo di una vita normale, come la mia o la sua, sono precipitate in un burrone di violenza. In questi casi è basilare studiare il contesto nel quale la vicenda è esplosa”.
“Sono rigorosa, studio gli atti dei processi dalla prima all’ultima parola”
“Io sono rigorosa. Studio gli atti dei processi dalla prima all’ultima parola – confessa – E ho una regola, inderogabile: mai anticipare le domande. Un punto sul quale non transigo. Una volta ho buttato mesi di lavoro perché la persona da intervistare voleva sapere in anticipo quello che le avrei chiesto. Non è una recita a soggetto. Nessun patteggiamento”. E’ davvero difficile che le persone le dicano di “no” perché “ne escono sempre con la loro umanità anche se i delitti non si giustificano mai. Ma possono essere interpretati”. “Le storie si differenziano nei protagonisti ma si somigliano nella radice dei fatti – spiega – Un denominatore comune è il prezzo che viene pagato, altissimo. Parliamo di esistenze segnate per sempre”.
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“Le inadeguatezze degli uomini che patiscono il confronto con le donne si traducono in sangue”
L’estate è notoriamente una stagione violenta ma, secondo Franca Leosini, è “troppo facile dare la colpa al caldo, una scappatoia comoda dire che l’afa dà alla testa. Una tesi assolutoria che non può passare”. “Sorprende che sempre più donne siano vittime dell’attenzione omicida – rileva la giornalista – Una scia di dolore che non accenna a placarsi. Ci si chiede quale sia il problema profondo. Ci si chiede che cosa scateni tanto odio. Certo, l’importanza e il ruolo femminile nella società di oggi è sempre più rilevante. E certi uomini, destabilizzati da questa realtà incontrovertibile, sanno solo opporre violenza. La nostra rilevante presenza, sociale e familiare, ha svelato tante inadeguatezze che si traducono in sangue. Un segno di debolezza, chi patisce il confronto non ha altre armi di reazione”.
“Ecco perchè ho messo un veto scritto alle repliche dei miei programmi”
Franca Leosini svela che in futuro potrebbe cambiare genere smettendo di occuparsi di omicidi, moventi e raptus. “C’è una proposta nell’aria ma è tutta da inventare – confida – Non è escluso, nel futuro, che io accetti. Bisogna vedere se il mio carattere me lo concederà, un programma su temi differenti può essere anche più difficile per me che controllo tutto e devo sapere tutto. Chissà”. Infine, la giornalista spiega il motivo per cui non è presenzialista e non la si vede spesso in tv, al di là dei suoi programmi: “Io cerco di centellinarmi (…) non per superbia ma per non inflazionare. Ho messo un veto scritto alle repliche dei miei programmi ma questo non lo faccio per me. Credo che dopo anni la vita di un uomo e di una donna possa essere cambiata. Qualcuno ha avuto nuove occasioni. Non è giusto che a distanza di tempo tutto torni a galla. Il prezzo del loro errore l’hanno già pagato”.