14 Agosto 2023, 16:11
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Rosario Fiorello nato a Catania 63 anni fa ne aveva 22 quando uscì per la prima volta fuori dalla sua Sicilia. Negli anni ’70, lo showman viveva con la sua famiglia ad Augusta, in provincia di Siracusa. “Il massimo che potessi permettermi – racconta in una lunga intervista concessa ad Aldo Grasso per “Sette”, l’inserto del “Corriere della Sera” – era di andare a Letojanni, la città dove è nato mio padre, nei pressi di Taormina o a Giardini Naxos, la città di origine di mia madre. Ogni tanto da Augusta si andava a Catania. Ma era un viaggio, un lungo viaggio: il tono era ‘È andato a Catania!’. Cioè mezz’ora di macchina per noi rappresentava l’idea di viaggio, se poi andavi a Messina, ci voleva il passaporto. Messina era lontanissima!”. “Noi siciliani siamo abbastanza stanziali, cioè non ci muoviamo dalla Sicilia – confessa – addirittura siamo capaci di non conoscere parte della Sicilia”.
Neanche lui si sottrae a questa regola. “La Sicilia io non l’ho scoperta tutta perché noi siciliani siamo sempre nel nostro orticello – confida – Non è che un siciliano dice ‘domani vado a visitare Palermo’, no, non ci pensa proprio. Io non sono mai stato alle Eolie, voglio andarci l’anno prossimo per l’anniversario di matrimonio. Susanna mi dice sempre ‘non puoi non conoscere Lipari, Salina, Stromboli…’. Non sono neanche mai stato a Pantelleria. Invece Trapani è una città tutta da scoprire, poco conosciuta, ma è bellissima. La scorsa estate per la prima volta ho scoperto Mondello, non c’ero mai stato. Siccome ho fatto lo spettacolo a Palermo a settembre, faceva ancora caldo e ho detto a Susanna: ‘Facciamoci qualche giorno al mare’ e lì ho scoperto Mondello, acqua meravigliosa, posto stupendo. C’era pure mia madre, siciliana Doc, ma non era mai stata a Mondello. E quindi è stata anche quella una bellissima scoperta”.
Quarantuno anni fa, a portarlo per la prima volta lontano dalla sua Sicilia fu il servizio militare. “Era arrivata la cartolina precetto. Dovevo presentarmi a Bari – racconta ad Aldo Grasso – A 22 anni mi metto sul treno da Augusta. Arrivo a Catania, cambio treno per prendere quello che mi avrebbe portato in Puglia. Era la prima volta che varcavo lo Stretto di Messina con il treno, ero impressionato da come facessero entrare il treno sul traghetto, vagone dopo vagone. Ricordo ancora la sensazione di lasciarmi la Sicilia alle spalle, la mia Sicilia che si allontanava! L’attracco in Calabria era l’inevitabile sbarco sul continente (…) Mi presentai in caserma così come venivo dal villaggio, capelli lunghi e maglietta con la scritta Miami Beach. L’ufficiale che ci inquadrava mi notò subito in mezzo agli altri. Con tono perentorio ordinò al caporale: ‘Portalo dal barbiere!’”.
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Finiti i tre mesi del Car, Rosario Fiorello fu spedito a Sacile. “Dove min*hia si trova sto Sacile? – si chiese – ‘Tranquillo’, mi dicono, ‘si trova in Friuli’. Per me allora il Friuli era un posto che non esisteva, non sapevo nemmeno dove fosse, per questo mi mandano a Sacile. Questo paese mi pareva un presepe, come quelli che avevo visto da piccolo, con le case che sporgevano sul fiume Livenza, mi ricordo ancora il nome di alcuni quartieri, dicevano che Sacile era ‘la piccola Venezia’ ma non essendo mai stato a Venezia non capivo cosa volesse dire. Però la gente era gentilissima con noi militari. C’era appena stato il terremoto e i militari avevano dato una grossa mano a togliere le macerie, ad aiutare gli abitanti con le tende da campo, a portare aiuti per la ricostruzione. Per cui entravi in un bar in divisa, prendevi un caffè e all’atto di pagare quelli dicevano: ‘Non si preoccupi, pagherà. Pagherà domani. Tranquillo’”.
Alla fine del servizio militare, lo showman tornò ad Augusta ma trovò una “sorpresa”: “Il capo villaggio della Valtur mi licenzia da barista e mi assume come animatore, ma per l’inverno (…) Mi portò in Costa d’Avorio. Ricordo che quando a casa dissi ‘Vado in Africa’, non ci credevano. Anche perché allora bisognava fare la profilassi antimalarica, una cosa lunga, e poi riempirsi di chinino. Racconto questo perché quella fu la prima volta che presi l’aereo, a 23 anni e mezzo (..) Per farla breve, perdo 10 kg perché mangiavo solo ananas e mi ricordo che lì mi tolsero un dente, mi portarono da un dentista che in quei giorni non aveva corrente elettrica, questo mi tolse il dente praticamente a mani nude, con un ca**o di tenaglia. Mi ha frantumato l’osso della mascella, ho fatto 15 giorni chiuso in camera per la febbre, un disastro. Dovevo anche prendere tutti i giorni il chinino perché c’era la zanzara della malaria ed ero spaventato perché vedevo colleghi con la febbre a 42 gradi che sentivano un freddo cane con la temperatura esterna a 50 gradi, bisognava coprirli con delle coperte. Per fortuna non presi la malaria ma il chinino mi ha lasciato un segno: epatite C da farmaco”.
Rosario Fiorello ricorda lo stupore che provò quando vide per la prima volta Roma e Milano. “Mi ricordo che giravamo con i miei colleghi animatori e dissi: ‘Min*hia ma questo è un altro mondo’”, ricorda a proposito della sua prima trasferta nel capoluogo lombardo. Lo showman ha girato tutta l’Italia grazie al “Karaoke”, il programma itinerante con cui ha toccato 75 città. “Ho scoperto posti di cui non avevo mai sentito parlare – ammette – per esempio Isernia (…) Ho trovato Isernia bella, ma proprio bella, con case antiche, vecchissime e c’era anche un giacimento paleolitico sui ‘primi italiani’ che abitavano qui. Tra Karaoke e tour le città italiane le ho fatte tutte, ma proprio tutte. Se c’è una città che mi ha fatto impazzire per la sua bellezza è Trieste: il mare, quella piazza meravigliosa, la gente che convive con la bora, i passamani per non volare via, i caffè (…) Trieste c’ero andato per la prima volta con il Karaoke e dal pubblico mi tirarono un’arancia (…) Ci sono tornato altre volte a Trieste con mia moglie Susanna e siamo stati benissimo”.
Fiorello ha conosciuto e si è innamorato sia di Roma che della moglie Susanna Biondo grazie a Maurizio Costanzo. Lo showman siciliano sbarcò nella Capitale per fare “Buona Domenica” e da quel momento non se ne è più andato. “Ho capito che Roma sarebbe stata la città della mia vita – confessa – Ho appena fatto una settimana di vacanza in Liguria ma appena sull’autostrada arrivo a Roma Nord, dopo imbocco la strada verso casa, ecco, è il caso di dirlo, mi sento a casa. Mi sento proprio romano”. La nostalgia della Sicilia, si scopre, “si manifesta ogni qualvolta vedi una foto, del cibo, ricordi un profumo e allora penso: ‘Ah la nostalgia della mia terra!’. Ci chiamano ‘terroni’ non a caso… Ci chiamano così perché siamo attaccati alla terra (…) La Sicilia non si tocca. Ogni estate vi passo almeno dieci giorni, vado a vedere posti dove andavo quando ero bambino, vado a trovare tutti i parenti”.
Tra i suoi luoghi del cuore c’è anche “la Sardegna del Sud”. “Tutti parlano di Porto Cervo, della Costa Smeralda ma quella del Sud è meno mondana, non ci sono pochi locali – spiega – Su suggerimento di un’amica di Susanna abbiamo scoperto questo posto bellissimo. Venite c’è poca gente, spiagge stupende, non c’è casino, ma perché non venite qua? E vabbè, perché no? L’abbiamo fatto e da allora ogni estate andiamo prima in Sicilia e poi in Sardegna. Adesso ci viene anche Amadeus, c’è anche Paola Cortellesi, Ligabue. Stanno scoprendo piano piano quella zona del Sud”.
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14 Agosto 2023, 16:11