10 Settembre 2022, 11:05
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Rosario Tindaro Fiorello si racconta a cuore aperto in una lunga e sincera intervista rilasciata ad Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”. A 62 anni, dopo radio, televisione, teatro, social media, lo showman siciliano ha ancora tanta voglia di sperimentare nuovi e inediti canali per raggiungere e intrattenere il pubblico.
“Se dovessi dire dove io rendo al cento per cento è il teatro – esordisce – quando sono sul palco, non ho l’ossessione degli ascolti mattutini, senti la risata, senti la battuta che è andata a segno. E poi il teatro è la vera fucina per la tv. La quale è molto cambiata, sono cambiati i suoi ritmi: oggi devi accorciare i tempi di una gag altrimenti i giovani non ti seguono più. Il varietà non è morto, ma bisogna trovare una nuova chiave di trasformazione. In passato, io, Panariello, Morandi ci abbiamo provato con l’one man show, adesso bisogna trovare un’altra chiave e spero di trovarla io per primo. Adesso va di moda lo spettacolo teatrale ripreso dalle telecamere, ma non mi convince”
“A volte sono tentato di dire ‘ora smetto’, però lo dico ormai da troppo tempo – confessa – Non sento più quella voglia di ‘esserci’, però se arriva l’idea mi sveglio… Quando Fabrizio Salini, l’ex dg della Rai, mi propose di lanciare Rai Play, ecco quella è stata un’idea, mi piaceva quell’idea. Adesso mi piacerebbe provarmi in un morning show (dalle 7 del mattino in poi, per me le 7 sono già mezzogiorno), ci stiamo annusando per vedere se su Raiuno si possa fare una cosa così in un orario deputato ad altre cose, il mattino ha l’oro in bocca, visto che ormai l’età ci costringe ad alzarci presto. È un’idea prostatica ma in Italia nessuno l’ha mai tentata”.
Fiorello spiega così il suo allontanamento dai social dai quali all’inizio era rimasto folgorato: “Ho sentito il bisogno di staccare, di avere un contatto fisico con la gente e soprattutto di non dover dire la mia su tutto. È come aver smesso di fumare, era diventata una roba compulsiva. Anche perché, nel frattempo, ho provato cosa sia l’odio sui social. A Sanremo ho fatto una battuta sui no vax, ma solo su quelli che credono che con il vaccino ci iniettassero anche un microchip e i poteri forti. Di fronte a tanta violenza, a tanta ostilità ho chiuso”.
La conversazione si sposta sulla sua vita privata e inizia un viaggio a ritroso nel tempo che parte dalla sua infanzia felice e culmina con un evento che ha segnato per sempre la sua vita: la morte prematura del padre. “Il ricordo più bello della mia infanzia, avrò avuto cinque o sei anni, è la Befana della Guardia di Finanza, ci andavo mano nella mano con mio padre – racconta – Ogni anno il comandante della compagnia offriva regali ai figli dei finanzieri: era molto eccitante, non ci dormivo la notte, anche perché erano regali che, all’epoca, non ci saremmo potuto permettere. Era il momento più felice dell’anno, più di Natale. Che poi i regali erano sempre gli stessi: mi sono beccato per tre anni di fila la roulette (sarei dovuto diventare un giocatore d’azzardo) e poi per altri due ‘L’allegro chirurgo’. Mio padre era l’artista di famiglia, era la nostra autoradio. Quando facevamo dei viaggi, e per viaggi s’intende Augusta-Letoianni, poco meno di 100 km, ma per noi era il Viaggio. Andavamo in vacanza nel paese natio di mio padre dove c’era la casetta della nonna e passavamo tutta l’estate là. Cantava tutte le canzoni di Modugno, deve aver influenzato Beppe”.
“Mia madre si chiama Rosaria come me: quando stavo per nascere ebbe una complicazione molto grave, i medici la davano per spacciata e io con lei – svela – Miracolo, alla fine ci siamo salvati tutt’e due. Io mi sarei dovuto chiamare Raffaele, come mio nonno, a quel punto mio padre decise di chiamarmi come mia madre. Rosaria Galeano detta Sarina. Con mia mamma c’è un legame molto forte che scaturisce da questo evento. Sarina, che ora ha 87 anni, è la dedizione in persona, ha sempre fatto il suo lavoro quotidiano di madre con grandissimo amore. Per lei mandare fuori i figli pettinati e puliti era un punto d’onore, quello che ci mancava a livello economico non doveva intaccare la nostra dignità. Se io arrivavo con le scarpe infangate lei non le puliva, le faceva diventare nuove. Ancora oggi, tutte le mattine (lei ora vive a Roma), ci prendiamo il caffè assieme, discutiamo di cose, le si è sviluppato un notevole senso dell’umorismo, forse inconsapevole”.
“Per esempio, io comincio ad avere piccoli problemi di memoria – prosegue – Una mattina le dico ‘sai mamma comincio ad avere un problema, io non mi ricordo i nomi delle persone’. ‘Ma almeno i cognomi te li ricordi?’. Il tutto con tempi comici perfetti. E poi è una grande cuoca, fa bene le cose semplici, specialità siciliane. ‘Mamma mi fai due sarde a beccafico’, ma c’è da impazzire dalla bontà. Da piccoli, l’evento era la pasta al forno domenicale. E poi pasta e fagioli, ma quello che noi figli amavamo di più era grattare il resto della pentola, il bruciacchiato che si attaccava sul fondo. C’è una cosa che mi è rimasta nel cuore: la prima volta che mio padre disse: ‘Hanno aperto una pizzeria’. Fino ad allora per noi la pizza era cosa che si faceva in campagna nelle teglie. Eravamo a Riposto, vicino a Catania, la pizzeria si chiamava ‘Gallo rosso’. Quando assaggiai per la prima volta la pizza dissi ‘da ora mangerò solo pizza’: ancora oggi è il mio piatto preferito: bianca, con la mozzarella e il prosciutto cotto, non patanegra”.
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“Il momento più triste della mia vita è stata la morte di mio padre, aveva solo 59 anni, io ora ne ho 62 pensavo di non farcela a superare i 59 – confida Fiorello – Stava ballando con mia madre, si è assentato un attimo: ‘Sarina ho dimenticato le sigarette in macchina, torno subito’, e l’hanno trovato morto seduto sul sedile. Io ero all’inizio della mia carriera, a Sanremo con Radio Deejay (non so se l’ho mai detto ma la mia ritrosia per Sanremo nasce da questo evento), chiamavo casa e non mi rispondeva nessuno. Poi ho fatto un giro di parenti e mi dissero che mio padre stava male, di tornare subito (in realtà era già morto). Sono corso nella notte a Pila, in Val d’Aosta, a prendere mio fratello che lavorava lì e insieme siamo tornati in Sicilia per i funerali. Mi dispiace che mio padre non abbia visto nulla di quello che ho fatto, allora ero agli inizi. Il mare di Sanremo mi ricorda sempre le lacrime che quella sera ho versato per mio padre di cui avevo ancora tanto bisogno. Ho pensato pure di smetterla, di non tornare più a Milano, di finirla lì”.
E invece Fiorello ha continuato su quella strada anche se da ragazzo “nella mia testa il mondo dello spettacolo non esisteva, volevo fare il calciatore”. “Sono stato molto orgoglioso della prima busta paga che ho preso quando ho cominciato a lavorare nei villaggi turistici – dice – A fine mese mi pagavano, contratto a tempo indeterminato! Mi sono sentito realizzato solo quando sono riuscito a comprare la casa, una casa intestata a me, ad avere il tetto sopra la testa. Oggi però sono anche orgoglioso di essere riuscito a formare la mia famiglia: io, Susanna, Olivia e Angelica. Olivia è figlia del primo marito di Susanna, aveva già tre anni. Con Olivia ho cominciato a fare il padre e ci sono stati anche momenti di scontro. Lei mi diceva: tu non puoi sgridarmi, tu non sei il mio papà naturale. A me venne da risponderle: ‘Ricordati Olivia io non sono il tuo papà naturale, sono il tuo papà frizzante’. E con una battuta tutto si stemperava”.
Infine, un accenno alla depressione. A salvarlo è stata la moglie Susanna Biondo alla quale, in barba alle previsioni dei loro stessi amici, è legato da 26 anni. “Dopo il grandissimo successo del Karaoke, a Milano, non sono riuscito a sostenere il peso di una celebrità esagerata e improvvisa – spiega lo showman siculo – Ero l’uomo più famoso d’Italia e non ho saputo gestire il peso di quel successo, facilissimo passare dall’altare alla polvere. Quando arrivai quinto al Festival di Sanremo del 1995, dove tutti mi davano per vincitore iniziò la discesa. Tra parentesi, devo dire che vinse Giorgia con la stupenda ‘E poi’. La festa era finita, dicevano che restavo un animatore da villaggi, feci anche un brutto programma tv ‘Non dimenticare lo spazzolino da denti’, arrivò puntale la depressione e il resto è storia. Susanna ha rimesso il treno sui binari. Ero andato a Roma perché Maurizio Costanzo mi aveva chiamato a ‘Buona domenica’. Una sera eravamo io, Giovanni Malagò e Max Biaggi, e Malagò ci propose di andare a casa di suoi amici per giocare a ‘Mercante in fiera’, era il periodo natalizio. Una delle amiche di Malagò era Susanna. Il presidente del Coni è stato Cupido, la freccia dell’amore”.
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10 Settembre 2022, 11:05