Televisione

Filippo Turetta, l’intervista delle polemiche al fratello: “Non mi interessa quello che è successo”

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26 Novembre 2024, 12:07

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Il programma di Rete 4 “Zona Bianca” ha mandato in onda un’intervista ad Andrea Turetta, fratello di Filippo imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. In studio insieme al conduttore Giuseppe Brindisi, anche Francesca Barra, l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, Gianluigi Nuzzi e Carla Gatto, nonna di Giulia Cecchettin. Era la prima volta che il ragazzo parlava in tv e, con un atteggiamento sbrigativo e poco empatico, ha dichiarato: “Sono andato a trovarlo. Non ho idea di cosa possa essere successo nella sua testa, non sa rispondere nessuno. In carcere non gli ho parlato di quello che è successo, gli ho parlato da fratello a fratello. Gli ho chiesto come stava e basta. Lui è mio fratello, punto. Non mi interessa quello che è successo”. Parole che hanno suscitato l’indignazione degli ospiti in studio per la freddezza mostrata dal giovane. Andrea Turetta ha detto ancora: “Io spesso non ero a casa, non ci passavo tempo insieme, non abbiamo mai fatto un discorso profondo sui suoi problemi, ero all’oscuro di tutto. Ero il fratello più piccolo, non ero abituato”.

All’inviata che gli ha chiesto se avesse intenzione di andare via, Andrea Turetta ha risposto: “No, non voglio farmi condizionare da questa cosa e non sono obbligato a farlo. Sono tranquillissimo. Lui pagherà per quello che ha fatto, noi gli stiamo vicini come famiglia. Abbiamo lo stesso sangue, i miei genitori gli vogliono bene come due genitori, punto”. “Come stanno i tuoi genitori”, ha incalzato la giornalista. “Non lo so come stanno, dovreste chiederlo a loro – ha ribattuto il giovane – Ma credo scossi, come delle persone che vivono questa tragedia”.

Andrea Turetta e la nonna di Giulia Cecchettin(Foto video)

La reazione della nonna di Giulia Cecchettin alle parole del fratello di Filippo Turetta

Dopo la breve intervista, in studio è esplosa la polemica. Francesca Barra e l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace hanno accusato Andrea Turetta di totale mancanza di empatia e sensibilità. Giuseppe Brindisi ha chiesto un commento anche alla nonna di Giulia Cecchettin. “Sono rimasta scioccata – ha ribattuto la donna – pensavo che fosse diverso, invece è uguale a lui. Fa male sentire che non c’è amore né empatia per gli altri, è molto triste. Questo modo di ragionare ci fa pensare”. “Io trovo una freddezza che mi sconvolge”, ha aggiunto il conduttore. L’unico a prendere le parti del ragazzo, evidenziando il dramma che anche lui sta vivendo e senza alcuna responsabilità, è stato Gianluigi Nuzzi: “Questo giovane si è visto catapultato dentro una vicenda più grande di lui. Mostra zero empatia nei confronti di tutti, il fratello, i genitori, non nomina mai Giulia, però dico che è anche un essere umano e gli è caduto il mondo addosso. Non ha nessun tipo di responsabilità, resterà per sempre marchiato come il fratello di Filippo Turetta”.
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Filippo Turetta durante l’udienza (Foto video)

Il pm chiede l’ergastolo per Filippo Turetta: “Non c’è nessuna alternativa alla pena massima”

Sempre ieri il pm Andrea Petroni ha concluso in Corte d’Assise a Venezia la requisitoria nel processo che vede imputato Filippo Turetta e ha chiesto per lui l’ergastolo. “Nel femminicidio di Giulia Cecchettin ci sono stati la premeditazione, la crudeltà e lo stalking, e non c’è alternativa alla pena massima per il colpevole”, ha sottolineato. La requisitoria è iniziata con il racconto dei fatti dal delitto consumatosi l’11 novembre 2023, fino all’arresto di Filippo Turetta. Il pm ha sottolineato come  il rapporto tra i due giovani fosse  viziato dall’ossessione di possesso dell’imputato. Poi c’è stata la ricostruzione per capi d’accusa, intrecciati con le fasi del racconto dell’omicidio. La premeditazione è suffragata dalla presenza della famosa “lista delle cose da fare” scritta da Filippo Turetta 4 giorni prima del delitto: scotch per legarla, un calzino per tapparle la bocca, i sacchi neri, i coltelli, la provvista di denaro contante e il pieno di benzina all’auto.

In aula, per la seconda volta, c’era anche lui, Filippo Turetta, con una felpa bordeaux, che ha ascoltato a capo chino, senza mai alzare lo sguardo o dialogare con i propri legali.  Martedì parola alla difesa, con l’avvocato Giovanni Caruso che potrebbe tentare la carta della giustizia riparativa, una sorta di un percorso di redenzione.

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26 Novembre 2024, 12:07

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