"Le 75 coltellate di Filippo Turetta non sono segno di crudeltà"

Filippo Turetta, le motivazioni della condanna: “75 coltellate non sono segno di crudeltà”

Daniela Vitello

Filippo Turetta, le motivazioni della condanna: “75 coltellate non sono segno di crudeltà”

| 08/04/2025
Filippo Turetta, le motivazioni della condanna: “75 coltellate non sono segno di crudeltà”

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“Settantacinque coltellate non sono segno di crudeltà”: fanno discutere le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il perché i giudici non abbiano riconosciuto all’assassino reo confesso l’aggravante della crudeltà è spiegato all’interno di 143 pagine: “L’aver inferto settantacinque coltellate non si ritiene che sia stato, per Turetta, un modo per crudelmente infierire o per fare scempio della vittima: come si vede nella videoregistrazione dell’ultima fase dell’azione omicidiaria, l’imputato ha aggredito Giulia Cecchettin attingendola con una serie di colpi ravvicinati, portati in rapida sequenza e con estrema rapidità, quasi alla cieca”.
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Giulia Cecchettin (Foto da video)

“Le 75 coltellate sono conseguenza della inesperienza e della inabilità di Filippo Turetta”

“Non si ritiene che tale dinamica, certamente efferata, sia stata dettata, in quelle particolari modalità, da una deliberata scelta dell’imputato ma essa sembra invece conseguenza della inesperienza e della inabilità dello stesso. Turetta non aveva la competenza e l’esperienza per infliggere sulla vittima colpi più efficaci, idonei a provocare la morte della ragazza in modo più rapido e ‘pulito’, cosi ha continuato a colpire, con una furiosa e non mirata ripetizione dei colpi, fino a quando si è reso conto che Giulia ‘non c’era più’. Egli ha dichiarato di essersi fermato quando si è reso conto che aveva colpito l’occhio: ‘mi ha fatto troppa impressione’, ha dichiarato. Orbene, considerata la dinamica complessiva, come anche registrata dalle videocamere in Fossò, non si ritiene che la coltellata sull’occhio sia stata fatta con la volontà di arrecare scempio o sofferenza aggiuntiva”, si legge nelle motivazioni della condanna.

Filippo Turetta condannato all’ergastolo (Foto da video)

Perchè i giudici non hano riconosciuto lo stalking come aggravante

Allo stesso modo i giudici della Corte d’Assise di Venezia non hanno riconosciuto lo stalking come aggravante. “Giulia Cecchettin certamente era vittima delle condotte oggettivamente moleste, prepotenti e vessatorie del Turetta ma non aveva paura di lui – scrive la Corte – ed è proprio per questo motivo che era stata proprio lei a dare appuntamento all’ex fidanzato, proponendogli di accompagnarla a fare acquisti in vista della laurea. Dalla lettura delle chat tra i due ragazzi, perfino quelle degli ultimi giorni, si coglie perfettamente come Giulia, pur avendo capito che Turetta era ossessionato da lei, fosse del tutto inconsapevole della pericolosità dello stesso e non provasse alcun timore di lui: nei vari messaggi la ragazza si rivolge a lui con toni arrabbiati, forse esasperati per l’insistenza e per la ostinata impermeabilità del Turetta di fronte a ogni suo tentativo di affrancazione da quelle che ella stessa chiaramente percepiva essere pretese insensate”.

Giulia Cecchettin (Foto da video)

“Il timore di Giulia non si è mai declinato in uno stato grave e perdurante di ansia”

“Non solo gli stretti familiari della vittima, ma anche le amiche con cui si confidava e gli amici che conoscevano Filippo – si legge ancora nelle motivazioni della sentenza di condanna – non hanno mai percepito in Giulia uno stato d’animo idoneo a configurare quello stato di ansia grave e perdurante richiesto dalla norma incriminatrice o un qualsivoglia timore per la propria incolumità”. Giulia Cecchettin “era ben consapevole sia della insensatezza delle pretese del Turetta sia del carattere manipolatorio delle affermazioni autolesionistiche di costui e si è visto come ella non si fosse piegata a tali pretese: e proprio per questo è stata uccisa. Giulia era semmai intimorita per lo stato di salute del Turetta, ma tale timore, che affondava le radici sul senso di colpa e sulla personalità generosa della giovane ragazza, non si è mai declinato in uno stato grave e perdurante di ansia”.
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Gino Cecchettin (Foto da video)

Gino Cecchettin: “Crudeltà è infierire oltremodo e penso che Giulia l’abbia attraversata tutta”

“Cos’è la crudeltà? È infierire oltremodo sulla persona che stai conducendo alla morte e penso che Giulia l’abbia attraversata tutta. Questo non sarebbe neanche da discutere”, aveva dichiarato quattro mesi fa Gino Cecchettin, padre della vittima, ai microfoni di “Quarto Grado” commentando la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado a Filippo Turetta. E a proposito del mancato riconoscimento dell’aggravante dello stalking aveva aggiunto: “Noi non possiamo sapere che cosa ha attraversato Giulia. Una pressione di presenza sia sui social che reale è da considerarsi stalking. Quando arrivano centinaia se non migliaia di messaggi al giorno, te lo ritrovi di fronte alla fermata dell’autobus…sicuramente Giulia non deve aver attraversato dei momenti felici. Non possiamo dire che non aveva paura. Magari Giulia quando vedeva Filippo tranquillo non aveva paura, poi quando mandava migliaia di messaggi magari si preoccupava”.


Pubblicato il 08/04/2025 20:17

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