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Filippo La Mantia: “Non è vero che paghiamo poco il personale. Minc**ate!”

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20 Aprile 2022, 18:23

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“Oste e cuoco”, il ristorante milanese di Filippo La Mantia, ha riaperto i battenti in una nuova location. Da piazza Risorgimento, il cuoco palermitano si è spostato al Mercato centrale. La Mantia è entusiasta di questa nuova avventura. “Il ristorante ha aperto da 12 giorni – racconta in un’intervista a “MOWmag” – È strapieno, la gente è felice di ritrovarci, la location è molto interessante, è un mix tra post-industriale, officina, design, architettura, quindi un pochettino il mio mondo, dove ovviamente sono circondato da fotografie”. La Mantia non vuole sbilanciarsi sul futuro. “Io vivo alla giornata, vado a braccio – spiega – Quello che ci aspetta non lo so più. Abbiamo avuto dei danni enormi a livello mentale, psicologico, lavorativo. E quindi oggi non voglio fare più programmi. In questo momento ho riaperto, vediamo cosa succede”.

Filippo La Mantia (Foto Instagram)

“Non si trova personale, i ragazzi non vogliono più sbattimenti”

Riguardo al problema della carenza di personale denunciato tra gli altri anche da Alessandro Borghese con parole piuttosto dure (“I giovani non hanno più voglia di lavorare”), Filippo La Mantia si trova d’accordo con lo chef di “4 Ristoranti”. “È un problema che abbiamo tutti, io e gli amici cuochi con cui ci confrontiamo – confida – Non si trova personale. Io stesso per l’apertura mi sono dovuto affidare a un’agenzia. Non si trova personale perché i ragazzi non vogliono più fare turni notturni o serali, non vogliono più sbattimenti. E noi non possiamo andare avanti perché le attività hanno bisogno di gente con cui collaborare. E in questo momento non si trovano persone con cui collaborare (…) Io ho colleghi che non possono aprire perché non trovano personale e quindi dobbiamo cambiare la tipologia di ristorazione. Non lo so, ci dobbiamo inventare qualche altra cosa…”.

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Filippo La Mantia e Papa Francesco (Foto Instagram)

“Smettiamola con questa cosa che li sfruttiamo, abbiamo sempre pagato”

“Che sia una questione di soldi, mi scuso per la parola, sono minc*iate – sentenzia – perché io quando faccio i colloqui per le assunzioni (soprattutto per la sala) accanto ho l’avvocato del lavoro. Bisogna smetterla con questa cosa che noi sfruttiamo i ragazzi. Forse sono stati sfruttati quando andavano a Londra oppure altrove all’estero. Io e i miei colleghi non abbiamo sfruttato mai nessuno. Abbiamo pagato sempre tutti e tutto, quindi lo sfruttare è un alibi. Se poi si vogliono sentire sfruttati, è un problema loro. È un problema di mentalità. Hanno probabilmente capito che il loro stile di vita non era consono non so con che cosa. Chiaramente se lavori in un ristorante esci a mezzanotte e mezza o all’una e quindi non vogliono più fare questa vita. Questa è una cosa, ma sullo sfruttare noi non sfruttiamo assolutamente nessuno”.

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20 Aprile 2022, 18:23

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