Alta tensione su La7
- L’infettivologo accusa il leader di ItalExit di dire castronerie: “Studi, se vuole fare il medico”
- Paragone lo attacca sul personale: “Io non ho un padre che mi piazza nello stesso reparto”
- Bassetti abbandona il collegamento: “Facile insultarmi e poi nascondersi dietro l’immunità parlamentare”
Accesissimo scontro ieri sera a “Non è l’Arena” su La7 tra Matteo Bassetti e Gianluigi Paragone. Si discute di dati e Covid e l’atmosfera si fa subito incandescente.
Bassetti: “Raramente ho sentito simili panzane”
“Quello che ho sentito stasera equivale alla radice quadrata dello zero cosmico – rileva il direttore della clinica di Malattie Infettive del policlinico San Martino di Genova – Ho sentito delle panzane che raramente ho sentito dire. Lo scopo principale del vaccino è quello di evitare la malattia grave e il ricovero in terapia intensiva, perché è quello che ci ha messo in grande difficoltà nel 2020 e in parte nel 2021. Il secondo obiettivo della vaccinazione è quello di ridurre il contagio, come avviene in tre quarti dei vaccinati. Se Paragone vuole studiare, è libero di iscriversi alla facoltà di medicina, di prendersi la laurea e fare il medico”.
Paragone: “Le ricordo che lei è un figlio di papà”
Il leader di ItalExit replica attaccando l’infettivologo sul personale: “Lei ha ragione, peccato che non ho un papà che mi piazza nel suo stesso reparto. Visto che mi devo sentir dire determinate cose, ricordo che Bassetti è un figlio di papà”. Matteo Bassetti è figlio di Dante, luminare dell’Infettivologia italiana scomparso nel 2005.
Bassetti: “Mio padre è morto 17 anni fa, la querelo”
“Il problema di Paragone è che probabilmente passa la vita a invidiare il prossimo – sbotta Bassetti – Io sono orgoglioso di essere figlio di mio padre che faceva il professore di malattie infettive e che però è morto 17 anni fa. Io la mia carriera l’ho fatta e l’ho sudata. Ho fatto la mia carriera come facciamo noi medici e professori universitari”. “Ma è vero o non è vero che lei è primario nello stesso reparto dov’era suo padre…all’ospedale di Genova? – incalza Paragone – E’ un dato di fatto”. “E allora dov’è il problema? Ho vinto regolari concorsi – precisa Bassetti – Paragone ha detto una cosa gravissima, ha detto che sono primario grazie a mio padre: riceverà una querela per questo”.
Giletti: “Bassetti ha abbandonato il confronto”
“Devo dire una cosa che mi spiace. Il professor Bassetti ha deciso di abbandonare il confronto – comunica Massimo Giletti al rientro in studio – Sta vivendo un periodo anche complicato perché è finito sotto scorta per tutta una serie di minacce. La dialettica ci sta, però alla fine…”. “Se Bassetti si può permettere che quello che dice un interlocutore in studio è niente rispetto a quello che dice lui – risponde Paragone – allora io gli ricordo…”.
Telese: “”Se lo attacchi nel momento in cui è sotto scorta, è squadrismo”
“No, stai cercando un alibi – interviene Luca Telese scagliandosi contro il leader di ItalExit – Ti ha messo in difficoltà sui numeri perché lui li conosce meglio e tu puoi attaccarlo sui numeri. Puoi dire che hai studiato sul piccolo chimico e non hai più necessità della laurea. Invece se sei in difficoltà sui numeri e lo attacchi con un colpo basso personale che lo delegittima è una tecnica. Se anziché attaccarlo sulla materia, lo attacchi sulla persona nel momento in cui è sotto scorta, con dei matti che ci sono in giro, è squadrismo. Suo padre è morto 17 anni fa, tu sai quando lui è stato nominato a malattie infettive? Volevi insinuare”.
Bassetti sui social: “Toccato il punto più basso della disinformazione”
“Ieri sera a ‘Non è l’Arena’ ho assistito ad uno dei punti più bassi toccati fin qui in Italia nella disinformazione sul COVID e i vaccini – ha aggiunto Matteo Bassetti in un post pubblicato oggi sui social – Non mi stupisco che a toccare il punto più basso sia stato il Signor Paragone, che con violenza, ignoranza della materia scientifica, arroganza e presunzione tratta, purtroppo da molti mesi, un tema così delicato per tutti noi. Non essendo in grado di replicare sui concetti scientifici e medici da me espressi ha fatto l’unica cosa che sa fare: usare volenza con le parole accusandomi di essere “figlio di papà”, raccomandato e che avrei fatto carriera solo grazie a mio padre. Anche su questo Paragone denota, come su tutti i temi che tratta, di avere solo conoscenze superficiali, con un approccio populista e qualunquista. Purtroppo per me, per la mia famiglia e per le malattie infettive italiane mio padre Dante è morto 16 anni fa all’età di 65 anni. Ho fatto tutta la trafila della mia carriera, prima ospedaliera e poi universitaria, dopo la sua morte, vincendo regolari concorsi pubblici e senza gli aiuti di nessuno, se non quello del mio amore e della mia passione per le malattie infettive”.
“Facile insultarmi e poi nascondersi dietro l’immunità parlamentare”
“Ho sempre creduto nella meritocrazia – ha concluso – e credo che il mio percorso curriculare, che mi ha portato a 51 anni a uno degli indici più alti in Italia in quanto a quantità e qualità della produzione scientifica nell’ambito delle infezioni, lo attesti. Io sono orgogliosamente figlio di mio padre e il mio amore per le malattie infettive nasce anche da quanto ho respirato ed appreso in famiglia attraverso una vera e propria trasmissione culturale. La stessa che molti altri illustri medici, giornalisti, avvocati, attori, cantanti, calciatori hanno respirato dai loro padri perché esiste la trasmissione genetica e quella culturale. Quella che gli americani chiamano ‘Nature and Nurture’. Sono sicuro che per la maggioranza degli italiani questa non è una colpa. Per il mondo del Signor Paragone invece sì. Certo che è facile insultarmi e poi nascondersi dietro l’immunità parlamentare. Senza immunità lo aspetto in tribunale. Povera Italia”.