La copertina de “L’Espresso” con Chiara Ferragni in versione Joker ha spaccato l’Italia. Dopo ore di polemiche e dibattiti arriva la reazione dell’imprenditrice digitale e, a sorpresa, anche quella di Fedez che nonostante la crisi che li ha allontanati non ha esitato a difendere pubblicamente la moglie. Il rapper è stato il primo a farsi sentire attaccando a muso duro Donato Ammaturo, imprenditore nel settore petrolifero e proprietario del settimanale da maggio del 2023.
Fedez: “A quando una bella inchiesta sul vostro proprietario petroliere?”
Fedez ha pubblicato due Instagram Stories parecchio pungenti. Nella prima, accompagnata dalla canzone “Pieno di str**zi” da lui composta nel 2017 con J-Ax, Donato Ammaturo appare con lo stesso trucco usato per trasformare il volto di Chiara Ferragni. “A quando una bella inchiesta sul vostro proprietario petroliere? Aspetto con ansia”, scrive il rapper. Nella seconda, il cantante condivide un articolo del quotidiano “Domani” che fa riferimento al legame di Donato Ammaturo con Marcello Minenna, ex direttore dell’agenzia delle Dogane oggi indagato per corruzione.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
I legali di Chiara Ferragni: “Denigrata proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata”
Chiara Ferragni, alle prese in queste ore con il primo viaggio di lavoro dopo l’uscita da casa del marito, ha fatto sapere attraverso una nota di aver “dato mandato ai propri legali di valutare ogni tipo di azione legale, incluso quella per il risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali, nei confronti della società editrice del settimanale L’Espresso”. Contestualmente gli avvocati dell’imprenditrice digitale hanno “diffidato l’editore de L’Espresso dalla pubblicazione, prevista per domani 8 marzo, del numero che ritrae la propria assistita in copertina con le sembianze di Joker, riservandosi ogni ulteriore azione anche all’esito delle verifiche sul contenuto dell’articolo”. I legali hanno inoltre contestato la “portata gravemente diffamatoria e lesiva dell’uso fatto in copertina dell’immagine della propria assistita palesemente denigrata e svilita proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata”.