Curiosità

Giulia Cecchettin, la famiglia chiede un risarcimento di 2 milioni a Filippo Turetta

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29 Novembre 2024, 18:19

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La famiglia di Giulia Cecchettin, la giovane di 23 anni uccisa dall’ex fidanzato l’11 novembre del 2023, ha chiesto un risarcimento di circa 2 milioni di euro all’imputato. Filippo Turetta è reo confesso e per lui è stata chiesta la pena dell’ergastolo. La richiesta di risarcimento, che ammonta per la precisione a 2.150.000 euro, è ritenuta in realtà un atto formale. E’ infatti improbabile che la famiglia del ragazzo possa avere a disposizione la somma. Non esiste una cifra che possa risarcire la perdita di un caro. Soprattutto se la vita è stata tolta in giovane età e in un modo talmente efferato. Come si legge su “Open”, la legge prevede che la richiesta sia avanzata basandosi su delle “tabelle a punti” elaborate dall’Osservatorio di Milano che calcolano il danno risarcibile. Il risarcimento riguarda alcuni punti come “il danno da perdita del rapporto parentale”, quello di un padre, nel caso di Gino Cecchettin e di sorella in riferimento ai fratelli di Giulia Cecchettin, Elena e Davide.

Un elemento che la Cassazione definisce così: “Quel danno che va al di là del crudo dolore che la morte in sé di una persona cara, tanto più se preceduta da agonia, provoca nei prossimi congiunti che le sopravvivono”. Si parla di  “irrimediabile distruzione di un sistema di vita”, una morte che stravolge e la quotidianità.

Elena e Davide Cecchettin il giorno del funerale di Giulia (Foto video)

La famiglia di Giulia Cecchettin chiede un risarcimento: la cifra è determinata da una tabella

Il legale della famiglia ha avanzato la richiesta sottolineando che il vuoto lasciato da Giulia Cecchettin “ha determinato una condizione di profonda sofferenza e una irreversibile compromissione della sua esistenza”. La definizione della cifra è in realtà un conto matematico che si basa sulle tabelle dell’Osservatorio suddivise in numerosi punti, ognuno dei quali ha un valore di 3.911 euro. I punti conteggiati per l’omicidi di Giulia Cecchettin sono risultati essere 82 così divisi: 18 punti per l’età del congiunto che sopporta la perdita, 24 per l’età della vittima e 30 per la “qualità e intensità della relazione” tra padre e figlia. In totale 391mila euro. A questo conteggio si aggiunge infine la disperazione provata nei giorni della scomparsa di Giulia Cecchettin fino al ritrovamento del corpo che ha comportato la “perdita di ogni speranza”.

Tutti aspetti agghiaccianti se si considera il dolore della famiglia della vittima. Nel conteggio finale si tiene anche conto di altri elementi quali il così detto “danno biologico terminale” e il “danno da lucida agonia”, che altri non è che la quantificazione della sofferenza della vittima che si rende conto di stare morendo.
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Filippo Turetta e Giulia Cecchettin al centro commerciale di Marghera (Foto da video)

Gino Cecchettin sulla requisitoria della difesa: “Offeso e la memoria di Giulia umiliata”

Il processo a Filippo Turetta ha comportato la necessità di ripercorre l’atrocità degli ultimi momenti di vita di Giulia Cecchettin in balìa del suo assassino. Il padre della vittima è sempre stato presente alle udienze, nonostante tutto. Gino Cecchettin ha sempre tenuto un profilo basso e rispettoso fino alla requisitoria della difesa dell’imputato che ha definito “irrispettosa della memoria della figlia Giulia”. “Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata – ha scritto l’uomo su Facebook -. La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, ma credo sia importante mantenersi entro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano”. “Travalicare questo limite – ha aggiunto – rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste”.

Gli avvocati di Filippo Turetta hanno dichiarato che secondo loro il 23enne “non ha premeditato l’omicidio di Giulia Cecchettin”, e che “non c’è stata crudeltà” negando anche gli atti persecutori per provare a escludere “l’aggravante del rapporto affettivo”. Un estremo tentativo di scongiurare l’ergastolo per Filippo Turetta.

Filippo Turetta durante l’udienza (Foto video)

I legali di Filippo Turetta: “Sa che dovrà fare molti anni di carcere ma non è Pablo Escobar”

Nella requisitoria i legali aggiungono: “Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar. Non teme l’ergastolo perché da subito si è detto pronto a pagare per quanto commesso”. Sulla premeditazione dichiarano che la famosa lista delle cose da fare, compilata da Filippo Turetta 4 giorni prima dell’agguato a Giulia Cecchettin, non dimostrerebbe, per loro, “oltre ogni ragionevole dubbio” l’esistenza di un piano omicida. Ma solo l’intento di “procurarsi corde e scotch per immobilizzare la ragazza”. L’avvocato del giovane ha descritto l’imputato come “un insicuro, non sa se fare gli esami all’Università. Non sa se uscire con gli amici, non sa se tornare a giocare a pallavolo: è sempre incerto”. La parte più agghiacciante è il riferimento alle 75 coltellate inferte a Giulia Cecchettin che rivelerebbero, secondo i legali, “l’insicurezza di Filippo. È stata un’aggressione con coltellate a caso, senza avere cognizione di causa, non è stato un atto freddo e pacato”.

Infine si fa riferimento a una presunta collaborazione da parte del giovane: “Turetta fornisce le password per entrare nei suoi dispositivi. Si offre anche per fare un sopralluogo per ricostruire dove ha gettato quelli di Giulia”. “Turetta non è più quello del 2023, sa cosa ha fatto”, conclude il legale. La sentenza di primo grado è attesa per il prossimo 3 dicembre.

Pubblicato il

29 Novembre 2024, 18:19

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