Papa Francesco si affaccia alla finestra della sua stanza del Policlinico Gemelli per salutare i fedeli e Fabrizio Corona perde la sua scommessa. Colpito da una polmonite bilaterale, il Santo Padre ha lasciato l’ospedale domenica 23 marzo dopo 37 giorni di ricovero e adesso lo aspettano due mesi di convalescenza. Tutto ciò in barba ai complottisti che in queste settimane ne hanno dette di ogni, compreso che il Pontefice fosse passato a miglior vita: “Il Papa è morto e non ce lo dicono”. Tra questi figura anche Fabrizio Corona, la cui tesi ha fatto il giro dei social.
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Lo “scoop” disastroso di Fabrizio Corona sul Papa
“Il Papa è morto da due mesi – ha detto l’ex re dei paparazzi – Se da qui ai prossimi cinque mesi uscirà un’immagine video dove parla dal vivo, io mi ritirerò a vita. Questa immagine non uscirà mai perché il Papa è morto. Ora ditemi se è normale che in cinque mesi è uscito: un audio finto e una foto finta, di profilo. Ma vi sembra normale? Siamo nel 2025 oh. C’è una foto con la testa così di profilo, non è lui”. Nessun dietrofront da parte di Fabrizio Corona neppure dopo aver visto le immagini che ritraevano Papa Francesco mentre si affacciava alla finestra per l’Angelus. L’ex fotografo dei vip ha addirittura rilanciato: “Siete sicuri che sia proprio lui? Trova le differenze”.
Selvaggia Lucarelli: “Per essere morto se la passa piuttosto bene”
“Per essere morto se la passa piuttosto bene”, ha fatto presente Selvaggia Lucarelli che nelle scorse ore tramite il suo avvocato Barbara Indovina ha fatto sapere di aver denunciato Fabrizio Corona per diffamazione per ben otto volte a partire dal gennaio 2024. “Aveva iniziato ad apostrofarla con parole irripetibili (‘stron*a cicciona’, ndr) – ha dichiarato la legale in un’intervista al “Corriere della Sera” – Da allora, in poco più di un anno, Selvaggia ha ricevuto centinaia di messaggi da persone (spesso giovanissimi) che la apostrofano con quelle stesse parole attraverso messaggi, video tra le risate, in tutti i canali social (…) Negli ultimi tre giorni sono arrivate le minacce di morte. Se il dileggio e il disprezzo diventano un’ossessione e una pratica quotidiana accompagnata da minacce, a mio parere e anche per la Giurisprudenza, si tratta di stalking”.