12 Aprile 2023, 10:06
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Enea è un bimbo di poche settimane che la mamma biologica ha deciso di affidare alle cure dell’ospedale Mangiagalli di Milano la mattina di Pasqua. Lo ha fatto nel modo migliore, attraverso la “culla per la vita”, un luogo protetto dove si può lasciare un neonato in tutta sicurezza preservando la privacy di chi, dolorosamente, decide di non potersene occupare. Questi i fatti, ma quello che è successo dopo ha davvero dell’incredibile. La storia di Enea ha suscitato un grande interesse mediatico quando magari un caso del genere avrebbe meritato silenzio e rispetto. Per prima cosa sono state rese note le circostanze dell’abbandono del piccolo e il contenuto di una lettera lasciata dalla madre biologica insieme al bimbo. Come riporta “Vanity Fair”, sono circa tremila ogni anno, secondo la stima della Società italiana di neonatologia, i neonati abbandonati in Italia, nei cassonetti, per strada, davanti agli ospedali, e solo 400 in ospedali. La ‘culla per la vita’ della Clinica Mangiagalli esiste da 16 anni, e ha funzionato solo tre volte. Perché allora tutto questo interesse per la storia di Enea?
Sevaggia Lucarelli ha dedicato un lungo post alla vicenda. “Il Policlinico ha diffuso la notizia – ha scritto – ha condiviso con la stampa il testo della lettera lasciata dalla madre, ci si è lanciati in identikit parlando di giovane età visto lo slang ‘giovanile’ della lettera. Il primario, addirittura, ha rilasciato un’intervista parlando di sconfitta della società e invitando la madre a ripensarci, se vorrà. Ecco. Se io decidessi di non tenere mio figlio vorrei tutto tranne questo. Leggere sui giornali i titoli sulla mia scelta, il nome del bambino, i giudizi altrui, il testo della mia lettera spiattellato, il primario che ritiene la mia decisione una sconfitta per tutto il paese che non ha saputo ascoltare il mio grido di dolore (ma chi l’ha detto, poi?)”. “Non sbandierate queste opportunità come prova di grande civiltà se poi la scelta di una madre anonima la gestite come un lancio stampa di Sanremo – ha concluso la giornalista – E non stupitevi, soprattutto, se la prossima madre, magari spaventata dall’eventuale clamore, il neonato lo lascia in un cassonetto. P.S. Ovviamente il padre non pervenuto, lui ha il diritto all’oblio”.
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Il punto di vista di Selvaggia Lucarelli è stato condiviso da molti. Come se non bastasse, ha destato scalpore un’iniziativa del conduttore Ezio Greggio che, a poche ore dal fatto, ha voluto pubblicare un videomessaggio con cui incoraggiava la madre a ripensarci: “Torna ti prego, questo bambino è fantastico. Non è giusto che sia abbandonato, ti daremo una mano. Il bambino merita una mamma vera e non una che dovrà occuparsene ma non è la mamma vera”. Parole che hanno suscitato una valanga di commenti sul concetto di “mamma vera e mamma adottiva” tanto che Greggio ha poi raddrizzato il tiro precisando: “Nessuna polemica verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio”.
Una precisazione più che necessaria dopo le reazioni al suo videomessaggio. Tra i commenti c’è chi dice: “Ma state scherzando? A cosa serve la culla della vita se poi non si rispetta la privacy di chi decide per qualsiasi motivo di lasciare il neonato? Che assurdità”. “Enea ha bisogno della mamma vera e non della mamma che poi se ne occuperà?’ Ma sei serio? Ci sanguinano le orecchie. Ma facci capire i bambini adottati quindi sono costretti ad accontentarsi di un amore di Serie B?”, scrivono sul loro profilo i “Papà per scelta” Carlo e Chris De Florio che si impegnano a diffondere la cultura dell’omogenitorialità. “Rispettare la scelta di una donna è difficile vero? L’importante è avere like che ne sapete del dolore delle persone? Tipico discorso di maschio…meglio tornare a fare il comico”, si legge ancora sotto il video.
Una voce autorevole è certamente quella di Luca Trapanese, assessore comunale a Napoli noto per aver adottato da single Alba, una bimba affetta dalla sindrome di Down rifiutata da trenta famiglie. Per quindici anni ha diretto l’unica comunità per ragazze madri a Napoli. “Conosco il dolore che prova una donna che arriva alla decisione di lasciare un bambino neonato – afferma Trapanese – Sono testimone di volti sofferenti, ma consapevoli della propria scelta. La scelta che ha compiuto la mamma di Enea non è abbandonare, è fare una scelta d’amore: significa consegnare una vita nelle mani di qualcuno che potrà amarla e darle la possibilità di trovare la felicità”. E in merito alla dichiarazione di Ezio Greggio aggiunge: “‘Il tuo bambino merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene, ma non è la mamma vera’ È la frase più brutta che io abbia mai sentito. Enea non può ancora saperlo, ma la sua mamma probabilmente lo ha salvato. Per questo mi sento di dire alla madre di Enea. Grazie!”. “Grazie per il tuo coraggio – prosegue – grazie per la tua scelta insindacabile, grazie per aver portato avanti la gravidanza e aver regalato a Enea il dono immenso e indescrivibile della vita. È la stessa gratitudine che provo nei confronti della madre naturale di Alba che, lasciandola in ospedale, ha dato alla mia piccola la possibilità di trovare un papà pazzamente innamorato di lei oltre che in grado di starle accanto in tutti i suoi tanti bisogni”.
“Vorrei chiedere a Ezio Greggio se ritiene che io non sia un papà vero – scrive ancora Luca Trapanese – Che io sia soltanto ‘uno che ha dovuto occuparsene’, come ha definito la futura madre adottiva del piccolo Enea. Ma come si può prima pensare e poi dire una frase del genere senza provare neanche un po’ di imbarazzo?! Ricordiamoci sempre che dietro le scelte ci sono le persone, e vanno rispettati sia coloro che decidono di lasciare il proprio figlio neonato in ospedale, sia chi lo accoglie donandogli una famiglia. Ezio Greggio nel suo video dimostra di non rispettare né gli uni né gli altri”. Luca Trapanese è un professionista impegnato nel sociale e nel riconoscimento dei diritti della famiglie di ogni tipo. Fa sentire la sua voce contro ogni tipo di discriminazione, contro chi vuole famiglie di serie A e di serie B. In passato, ha scritto anche alla premier Giorgia Meloni invitandola a mangiare una pizza con loro e chiedendo spiegazioni “sull’ideologia gender”.
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12 Aprile 2023, 10:06