Emma Marrone si ferma per un po’ per rifiatare. Una decisione presa in un momento in cui la sua vita ha ricominciato a girare per il verso giusto. A comunicarlo è lei stessa in una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Ciò che differenzia questo stop da quello degli altri suoi colleghi è che non arriva in un momento di crisi. “Sono in stato di grazia – premette – chi mi conosce bene, a livello umano o professionale, mi ha visto serena e felice. Lo spirito con cui ho affrontato il concerto era: questa è la mia festa”. L’artista si riferisce al concerto al Forum di Assago, il primo dei tre palazzetti con cui chiude il progetto “Souvenir”. Lo show della cantante parte con un video in cui lei è un fantasma che partecipa al proprio funerale a cui dà una spiegazione. “Pensiamo sempre alla fine delle cose come un momento in cui il sentimento che prevale è il dolore – chiarisce -, ma voglio dare un altro punto di vista”.
“Sono morta tante volte e ho sempre vissuto la fine come l’incipit di un nuovo inizio. Sono tornata in grande stile e voglio esorcizzare quel sentimento – rivela -. Sul palco porto non solo le canzoni, ma anche i miei sentimenti e con quelle immagini racconto il passaggio fra morte e rinascita”.
Emma Marrone si ferma: “La morte di mio padre? È stato un periodo tragico della mia vita”
Il momento più difficile della sua vita è stato certamente la morte dell’amatissimo padre avvenuta nel 2022. “La perdita di mio papà è stato il momento più difficile da affrontare – ammette -. Il clic per ripartire è arrivato quando ero in studio ed è nata ‘Mezzo mondo’. Ho capito che volevo riprendere la mia strada. Per me ‘Souvenir’ è stato un disco di reset non solo perché stavo attraversando un trauma familiare e personale ma anche perché è cambiata la musica. Dopo l’uscita del disco sono partita subito col tour nei club: non ero in grado fisicamente e psicologicamente di affrontare dei posti grandi. Ero troppo distrutta, disturbata, incazzata… È stato un periodo tragico della mia vita, e avevo il bisogno di ritrovare il contatto con la musica e con la gente. È stata una scelta personale, non una scelta di mercato”.
“Tutti i giorni mi sveglio e dico ‘Ah ca**o, mio padre è morto!'”
In un’intervista dello scorso aprile a “Le Iene” l’artista aveva raccontato il momento tragico della morte del padre: “Tutti i giorni mi sveglio e dico ‘Ah ca**o, mio padre è morto!’. Ero sul divano, squilla il telefono ed era mio fratello. Io avevo capito tutto, subito. Sentivo le urla di mia madre e mio fratello che faceva ‘Chicca torna a casa che papà non c’è più’ e poi, vabbè, l’inferno”. “Non mi sono potuta godere nemmeno i funerali perché purtroppo arrivava la gente con i telefonini accesi, con i video. È stato tremendo. La cosa che mi ha fatto strano – aveva proseguito – è stato quello che mi ha detto quando sono partita. Mi ha guardata e mi ha detto ‘Mi raccomando, ogni lasciata è persa’ e ho risposto ‘Papà ma tra quarantott’ore sto a casa’. E lui: ‘Sì, sì, ma tu ricordati questa cosa che ogni lasciata è persa’. Quindi ora non me ne fo**e proprio, di niente. Io faccio tutto quello che voglio adesso”.
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“Non amo definirmi in un genere o in un mood, provo a collegare tutto”
L’artista ha portato sul palco anche l’influenza delle collaborazioni con alcuni colleghi come Olly e Jvli, Lazza, Fabri Fibra e Tony Effe. “Ho portato tutto quello che sono stata e che sono – sottolinea nell’intervista al “Corriere della Sera”-. Non amo definirmi in un genere o in un mood e provo a collegare tutto organicamente con la mia presenza sul palco. Sono maturata e migliorata, pur rimanendo me stessa. Pachy, il mio vocal coach, lavora non solo sulla tecnica ma anche sulle posture errate e sui traumi fisici. Con lui ho scoperto che usando il corpo in modo diverso riesco a fare bene anche falsetto e voce sottile. La rabbia e la forza non sempre aiutano: nella vita ho sempre usato quelle ma ho capito che morbidezza e dolcezza possono aiutare”. Cantante, ma anche attivista per i diritti delle donne. “Sono onorata che Fabri Fibra mi abbia chiamato per una nuova versione di quella canzone di denuncia che rimane sempre attuale – rivela -. Di mio cerco sempre di puntare la lente di ingrandimento sui temi dei diritti civili, del razzismo, dell’omofobia… Provo a rimportare il dibattito su un piano umano ed empatico. Dare diritti a qualcuno non significa toglierli ad altri”.
“Puntiamo il dito contro i rapper, ma i problemi sono altrove. Basta ascoltare i tg”
Emma Marrone dice la sua anche su un genere che apprezza, ma verso il quale c’è qualche pregiudizio: “Sul rap ci vuole uno sguardo più aperto. Come il pop ha le sue linee guida, anche il rap ha un immaginario fatto di testi forti e scomodi. Dietro quello stile ci sono persone perbene e credo che alla musica si debba lasciare libertà di espressione. Puntiamo il dito contro i rapper, ma i problemi sono altrove. Basta ascoltare i tg”. Sulla situazione dei diritti nel nostro Paese aggiunge: “Fingiamo di vivere in una società emancipata ma torniamo indietro. Sembra che le battaglie femministe degli anni 60 e 70 non abbiano portato a nulla. Ci scandalizziamo per il burqa perché ha un impatto visivo immediato, ma anche da noi ci sono limiti. Oppure pensiamo alla legge che ha reso crimine universale la gestazione per altri in un Paese come il nostro dove le nascite sono pari a zero e i single non possono adottare… Le donne pagano più di tutti”.
“Sanremo? Non ce la faccio, ho bisogno di un momento per me”
La discriminazione passa anche dalla musica, ci sono poche donne nelle classifiche italiane. “Annalisa c’è e arriva anche in quelle spagnole…- spiega – però se un ragazzo italiano sale sul palco in mutande si parla del suo concerto; se lo fa una donna si parla dell’outfit e non del fatto che abbia lavorato per arrivare fin lì”. Tornando poi al suo momento artistico e personale aggiunge: “Per me questo è stato un disco di reset. Mi sono detta: ‘Hai alle spalle 15 anni di carriera? Bene, ma non sono niente, devi ripartire’. E l’ho fatto non solo perché stavo attraversando un trauma familiare e personale ma anche perché è cambiata la musica. Mi sono rimessa in piedi sotto tutti i punti vista”.
Infine lancia la bomba: “Mi fermo. Ho bisogno di dormire, di fare cene con gli amici, di respirare e di godermi quello che è accaduto dall’uscita del disco in poi”. “Se chiama Carlo Conti? Non ce la faccio proprio. Ho bisogno di un momento per me”, conclude.