Emanuele Filiberto di Savoia, ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, prova a dribblare le domande sui suoi presunti tradimenti. Il principe assicura che il matrimonio con la moglie Clotilde Courau resiste, nonostante tutto e tutti. Lo scorso luglio, il magazine “Diva e Donna” aveva pubblicato una foto che ritrae Emanuele Filiberto di Savoia mentre bacia sulla bocca Nadia Lanfranconi, cantante di musica country nonché ex fidanzata di Mel Gibson. Tutti hanno ipotizzato che il matrimonio del principe fosse arrivato al capolinea, invece non è così. L’intervista si apre con Emanuele Filiberto che parla della sua famiglia d’origine e svela: “Sono nato già colpevole di una storia che non mi apparteneva, di anni e anni di storia che non riuscivo a capire quando ero piccolo. Non capivo perché non potevo tornare in Italia. Tornando in Italia ho voluto presentarmi agli italiani per quello che sono al di là del mio cognome”. Poi la conversazione si sposta sugli anziani genitori: “Mia madre quando ero bambino era molto affettuosa, quando andavamo in vacanza noi tre erano momenti molto belli. Adesso mamma ha 88 anni e papà 86, lui non cammina più molto bene, però ha sempre la forza di voler andare avanti. I miei genitori sono molto forti”.

“Quando ero piccolo, mi sono sentito chiamare il ‘figlio dell’assassino'”

Quando Emanuele Filiberto aveva due anni, la sua famiglia fu travolta da uno scandalo. Il padre, Vittorio Emanuele, fu accusato dell’omicidio di un giovane turista tedesco che si chiamava Dirk Hammer. “Cosa ricordi di questa vicenda?”, chiede Silvia Toffanin. “Di quel periodo non ricordo granchè – ammette il principe – perché ero molto giovane. Ricordo che ero a scuola in Svizzera e mi hanno trasferito in Corsica dove mio padre era detenuto, però non mi hanno spiegato veramente la storia. Quando sono tornato a scuola in Svizzera, mi sono sentito chiamare il figlio dell’assassino”.  Il padre fu assolto ma sulla sua famiglia è rimasta un’ombra. “Rimane una grande tristezza per la vicenda – confida Emanuele Filiberto – c’è stata la morte di un giovane e per tanti anni abbiamo cercato di far capire la verità. Mio padre ha raccontato che quel giorno si è sentito in pericolo e ha sparato due colpi in aria. Mio padre che è stato totalmente assolto dall’accusa”. Poi svela: “Abbiamo pagato tutto ciò che si doveva pagare per poter salvare questo ragazzo, dopo i rapporti con la famiglia si sono inclinati. Io ero piccolo ma ho sentito delle registrazioni con dei ricatti di soldi dove il padre del giovane chiedeva a mia madre 3 milioni di euro. Sono stati dei momenti molto difficili per loro ma anche per noi che dobbiamo dimostrare la nostra innocenza”. E conclude: “Quello che mi dispiace è che loro non hanno mai voluto sapere veramente quello che era successo, il colpevole sembrava dovesse essere ad ogni costo Vittorio Emanuele”.
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“Perdonerei un tradimento perché l’amore è molto più forte di una scappatella”

Silvia Toffanin cambia argomento e parla della vita sentimentale del principe. Il prossimo 25 settembre Emanuele e Clotilde Courau festeggeranno 20 anni d’amore. “Io non rimpiango un secondo della mia vita con lei – spiega – Siamo cresciuti insieme e siamo complici. In 20 anni di matrimonio ci sono stati anche momenti difficili, ma i momenti belli sono stati di più”. “Tu da quanto tempo stai tu col tuo compagno? chiede il principe alla conduttrice. “Io faccio le domande a te, comunque 23 anni”, risponde Silvia Toffanin. “Sarai d’accordo con me che dopo 20 anni c’è un rapporto di maturità, fiducia, amore e amicizia- aggiunge Emanuele Filiberto -.  A questo sono arrivato oggi con Clotilde. Se perdonerei un tradimento? Sì perché penso che l’amore che c’è al di là di tutto questo è molto più forte di una scappatella”. “Avete dovuto perdonarvi nella vita?”, incalza la conduttrice. “Io chiedo perdono e dico grazie ogni giorno”. “Io lo ho sempre detto che Clotilde è una santa, devo parlarci assieme, senza di te”, chiosa la padrona di casa.