Eleonora Giorgi, 71 anni tra pochi giorni, è la protagonista della cover del nuovo numero di “Vanity Fair” e in un’intervista esclusiva rilasciata al magazine spiega perché parlare apertamente del tumore l’ha “liberata”. Sul set fotografico allestito in un hotel di Roma a pochi passi dalla sua abitazione, l’attrice ha fatto solo una richiesta: “Mi raccomando, fatemi solare”. “Ho tenuto in piedi il mio viso fino a oggi con un lifting che mi ha ben riempita pur lasciandomi le rughe d’espressione – spiega – Però con la chemio non posso più usare il botox, quindi pazienza. Insomma, fate il meglio che riuscite a fare. Oggi mi sono fatta un bel po’ di cortisone, quindi sarò più in forze che mai. L’ho fatto solo per voi”.
Perchè Eleonora Giorgi ha scelto di parlare apertamente del suo tumore
Quasi un anno fa, l’attrice, regista e conduttrice tv ha scoperto di avere un adenocarcinoma al pancreas che, nonostante un’operazione e diversi cicli di chemioterapia, ha portato anche a nuove metastasi per le quali potrebbe tentare la strada di una terapia sperimentale. In barba a quanti sostengono che parlare di cancro in tv sia una forma di narcisismo e autocelebrazione, Eleonora Giorgi ha scelto di condividere con il suo pubblico il suo calvario fatto di cure, paure e speranze. “Chi scopre di essere malato vive innanzitutto un’incredibile solitudine – confessa – Parlarne per me è stato liberatorio. Non è stata ‘vanità’. Io sono cresciuta con il pubblico. Avevo diciannove anni quando è iniziata la mia carriera. Ma non è questo: parlarne è stato un modo per mettere ancora più a fuoco il valore del tempo che resta. Un mese, un anno, una vita: non importa. Ciò che conta è quello che voglio ora: stare con i miei figli, con la mia famiglia, con gli affetti. Mi sono riparata in questo bozzolo d’amore. Un bozzolo che è più vita di quella che avevo prima. Quel colpo frontale, preso proprio tutto di fronte, ha fatto cadere la polvere, la ruggine dalla mia vita. È rimasta solo la densità. Le cose inutili sono sparite”.
“Se sopravviverò, non voglio tornare alla vita di prima. Mi sono stufata di fare la Giorgi”
Eleonora Giorgi racconta che per anni “pur di far risultare più bella l’onda dei miei capelli, mi causavo una deformazione del collo”. “Ora sono libera. Libera – confessa – Quando sono caduti mi sono detta: la testina ce l’hai carina, piccolina. Sentirai un po’ più di freddo, però, vuoi mettere, non te li devi più lavare, niente colpi di sole. Perdere i capelli mi ha insegnato che vedere il lato positivo è una forma di grande libertà. C’è un tempo per ogni cosa nella vita: oggi è finalmente arrivato quello di cogliere tutto l’amore che mi circonda. E poi sa una cosa? Se sopravviverò, non posso dire se guarirò ma se comunque le cose si metteranno un po’ meglio, io alla vita di prima non voglio tornare. Voglio passare tutto il tempo che mi resta così, con l’amore che ho finalmente riscoperto. Mi sono stufata di fare la Giorgi. Preferisco fare la babysitter al mio nipotino”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
La famiglia d’origine, la morte del fidanzato e l’eroina
Un desiderio che va in controtendenza rispetto al modo in cui l’attrice romana è stata allevata. I suoi genitori, confida, “erano colti e viziati”. “Avrei voluto il Telefono Azzurro in quell’epoca – racconta – Ci hanno cresciuti come gattini e poi ci hanno buttato in mare. Mia madre era una mistica, la sua famiglia erano Dio e la sua comunità. Mio padre ha avuto una vita parallela con la sorella di Miriam Mafai. Ha avuto due figlie che io adoro. I miei genitori non avevano alcun senso di responsabilità. Mi sono emancipata da loro molto presto. Non c’era altro da fare”. Ad un certo punto nella vita di Eleonora Giorgi è entrata l’eroina. “Ero sola, senza genitori, mi ero appena lasciata e avevo avuto i primi successi – ricorda – Comprai una moto, la mitologica Honda 750, dal mio ex e la prestai ad Alessandro Momo, il ragazzo con cui stavo. Aveva diciassette anni, a me diceva di averne venti. Un giorno mi telefona e mi dice: ti porto io la moto. Cadde al Foro Italico e morì. Ero da un’amica, mi chiama mio padre e mi racconta dell’incidente. Io mi precipito all’ospedale, una pazza, corro. E poi torno a casa, sola. Mi citofonano e penso: saranno i miei genitori. Invece no, erano i paparazzi. Come fa una ragazzina a sopportare tutto questo? Mi buttai nell’eroina e poi per fortuna riuscii a uscirne”.
“Bandendomi dal mondo del cinema, Angelo Rizzoli mi fece soffrire tanto”
La conversazione si sposta sugli uomini che hanno segnato la sua carriera e ad alcuni di loro l’attrice associa un ricordo: “Carlo Verdone? Con lui ho forse fatto il mio lavoro migliore. Abbiamo toccato un tasto modernissimo e attuale della mascolinità: la tenerezza. Per me scrisse un capolavoro di personaggio femminile in ‘Borotalco’. Perché lei diceva di no quando tutte dicevano di sì. Però Carlo mi ha delusa perché non mi ha mai più chiamata a lavorare con lui. Ma sono ottimista: Carlo, c’è ancora tempo, poco ma c’è. Che cosa aspetti a chiamarmi?”. Ed ancora: “Adriano Celentano è uno degli uomini più sexy mai incontrati. Surreale, lento, meraviglioso. Mi innamorai di lui”. Eleonora Giorgi si incupisce quando salta fuori il nome del suo primo marito Angelo Rizzoli da cui ha avuto il suo primogenito Andrea. “Mi ricordo che in un viaggio in India, quando eravamo sposati, un astrologo gli fece il tema natale: scrisse rovina, malattia, carcere, disgrazia – racconta – È una storia troppo complicata di cui non voglio più parlare. Però se esiste un aldilà, se c’è qualcosa dopo la morte, ecco, se potessi incontrare di nuovo qualcuno, vorrei parlare con lui. Per chiedergli: perché? Perché bandirmi dal mondo del cinema? Mi hai fatto soffrire così tanto. Perché?”.
“Sono convinta che molto della mia malattia sia nato in quegli anni di grande sofferenza”
Dopo il matrimonio con Massimo Ciavarro, padre del suo secondogenito Paolo, l’attrice si trasferì in campagna “a fare orti biologici, decorare mobili, restaurare casali e andare a letto presto”. “Funzionò per un po’ – ricorda – ma poi quella vita non faceva per me. Mi mancava il lavoro. Perché lavorare è la maniera più sana di stare con gli altri. Il cinema per me non è mai stato vanità ma artigianato. Lo amavo per quello, per il lavoro artigianale che c’è dietro. Quello che mi mancava. A quello dovevo tornare. Che grande ingiustizia, che grande dolore ho subito. Sono convinta che molto della mia malattia sia nato in quegli anni di grande sofferenza”.
Eleonora Giorgi: “Se il tumore fosse comparso a 30 anni, sarei incavolatissima”
Il prossimo 19 ottobre, due giorni prima del compleanno di Eleonora Giorgi, sarà la Giornata Internazionale contro il Tumore al Seno. “La sanità è un bene che dobbiamo tenerci stretto – dice l’attrice – Ci vogliono fondi, donazioni per ospedali e centri di ricerca. Ma voglio parlare di quando incontro malati giovani, ho visto centinaia di trentenni. E questo fa male. Io ho settant’anni, ho avuto la mia vita, e che vita! Di cosa posso lamentarmi? Ma se avessi trent’anni, sarei incavolatissima. E poi l’altro giorno, mentre facevo una chemio e mi mettevano il solito ago, ho sentito un bambino piccolo, a pochi metri da me, che diceva: mamma, ti prego, l’ago no. Ma come si fa? Come si fa a non piangere? Davvero non so come si spiega la malattia ai bambini. Quando gioco col mio nipotino lui nemmeno si accorge che sono malata. Quindi non glielo dico. Però ho chiesto che se morirò non voglio che gli dicano che me ne sono andata. Lo vivrebbe come un tradimento. Mi piacerebbe che gli dicessero che sono diventata un angelo e che veglierò sempre su di lui”.
Nonostante il tumore, per Eleonora Giorgi questo è il momento più felice della sua vita
Nonostante la malattia, per Eleonora Giorgi questo è il momento più felice della sua vita. Entrambi i suoi figli si sono sposati e “in generale, è come se ci fossimo tutti ritrovati, come se ci fosse stato uno svelamento del nostro amore”. “E quando ti succede mai di ritrovarti al centro dell’amore della tua famiglia a settant’anni? – sottolinea – Io non voglio tornare alla Giorgi di prima. Quest’anno siamo stati talmente uniti che mi è sembrato di recuperare tutto quello che altrimenti sarebbe andato perduto. Certo, la notte, quando sono da sola, è più difficile. Mi viene da piangere perché tutti i ricordi mi assalgono. I miei figli da piccoli, i miei genitori, tutto il dolore che ho provato per l’allontanamento dal cinema. Poi però passa, arriva l’alba e io so che c’è un altro giorno da vivere, un altro giorno per amare. Ho appena fatto una chemio davvero tosta. Però oggi sto bene e sono qui con voi”.
L’attrice: “Provate a vivere il tempo che resta con bontà”
L’attrice può contare sul sostegno e l’affetto di alcuni amici: “C’è Patty Pravo che mi manda messaggi stupendi (…) C’è Carlo che ho incontrato a Mykonos e da allora non ci siamo più mollati. C’è Barbara Palombelli che conosco da quando avevo 12 anni. Ci siamo trovate e perse per decenni e ora mi sta così vicina. Ho poi un’amica molto spiritosa, che ridere! Ultimamente le ho telefonato e le ho detto: senti, il funerale lo organizzi tu. Si chiama Nicoletta Ercole e le ho specificato: devi fare un servizio eccellente. Mi devi mettere la canzone ‘Wish You Were Here’ dei Pink Floyd all’inizio e ‘A Whiter Shade of Pale’ dei Procol Harum”. Eleonora Giorgi svela di voler uscire di scena con “bontà”. “La bontà riguarda la capacità di essere felici di quello che si ha – argomenta – Non serve provare invidia. Oggi apri i social, X, Instagram, Facebook, la televisione e trovi odio, frustrazione, narcisismo. Allora sa che cosa le dico? Evviva Stefano De Martino: dalle 20.40 alle 21.30, nessuno mi deve disturbare perché io devo guardare De Martino che mi dà gioia, sorrisi, spensieratezza. Provate a vivere il tempo che resta con bontà. Solo così il tempo che resta diventerà vita. Vita vera”.