Eleonora Daniele si racconta in un’intervista al “Corriere della Sera”. La conduttrice di “Storie Italiane” parte dalle sue radici, dalla famiglia che ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella sua vita. Cresciuta in una casa nella campagna veneta ricorda ancora con malinconia il giorno in cui hanno dovuta venderla. Ultima di quattro fratelli, era legatissima a Luigi nato autistico e morto all’età di 44 anni nel 2015. “Quella casa me la sogno ancora adesso. – racconta – C’era un glicine enorme in giardino, molto bello. Io e mio fratello Luigi ce ne stavamo spesso lì sotto… venderla è stato un dolore enorme, se potessi tornare indietro vorrei tanto salvarla”. Eleonora Daniele spiega il motivo per cui i suoi genitori hanno dovuto disfarsi della casa: “Le famiglie che conoscono la disabilità devono fare fronte a grandi difficoltà, anche economiche: mio padre non aveva avuto scelta, ma ha molto accusato questa decisione. La sensazione per tutti è stata quella di vedersi portare via le radici. Ma serviva anche un posto comodo, più vicino al centro, dove mio fratello potesse essere seguito meglio. Era l’unica decisione da prendere”.
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“Venivo spesso presa in giro per il mio corpo, ero molto magra”
La figura del padre è stata determinante nella sua vita: “Lui e mia madre mi hanno insegnato la resilienza. Mia mamma è stata brava, ma ha molto sofferto la condizione di mio fratello. Mio padre, che era davvero innamorato di lei, si è sforzato per non perdere mai il sorriso, nonostante le difficoltà. E quindi era un sole. Ripeteva che il Signore dà la croce a chi la sa portare e, di fatto, ha tenuto unita questa famiglia, dandole molta stabilità, come solo un equilibrista saprebbe fare”. Eleonora Daniele ricorda la sua l’infanzia: “Ero una bambina silenziosa. In una famiglia che affronta la disabilità è come se tutti fossero un ingranaggio, per certi versi: se salti tu, salta tutta la giostra”. Poi le insicurezze dell’adolescenza e i primi sogni: “Sono cresciuta con la sindrome del brutto anatroccolo. Venivo spesso presa in giro per il mio corpo. Ero molto magra, a volte mi mettevo addirittura due paia di pantaloni per sembrare più grassa: una tuta nera sotto i jeans per avere qualche forma in più. Poi mi coprivo le braccia, magrissime. Insomma, mi vergognavo. Non bastasse, anche che i ragazzi mi chiamavano Olivia o ‘alicetta’… mi dicevano che le mie sorelle, che hanno dieci anni più di me, erano belle e io no. Insomma, davvero, sono stata considerata per anni come una delle più bruttine della scuola”.
“Ho iniziato con le interviste, mi pagavano un sacco”
Il successo arriva quasi per caso: “Lavoravo in banca ma ogni tanto mi chiamavano degli show room del posto, per fare l’indossatrice. Poi, un’emittente locale mi scelse per fare delle interviste in video. Del tipo: c’è Renato Balestra che fa l’ospite in un locale, vai a intervistarlo. Avevo un accento veneto che poi, molto tempo dopo, ho tolto solo dopo cinque anni di dizione. Ma mi pagavano un sacco, almeno in proporzione, cioè rispetto a quello che prendevo in quegli anni”. Poco dopo arrivò “Miss Italia”: “Arrivavo sempre seconda. E succedeva sempre qualche imprevisto, ogni volta che dovevo partecipare alle selezioni. A me o a altri: si apriva una possibilità ma dovevo arrivare il giorno dopo in Sardegna, per dire. Poi ho partecipato al concorso nazionale come Miss Veneto, a Salsomaggiore”.
Eleonora Daniele: “Mara Venier fu molto carina con me”
Ma la vera svolta arriva con il ‘Grande Fratello’ nel 2001. “Prima avevo lavorato come comparsa a ‘La sai l’ultima?’, con Gigi Sabani e Natalia Estrada, ma ancora credevo fossero esperienze momentanee: continuavo a lavorare in banca. C’era una mia collega che seguiva il ‘Grande Fratello’ accanitamente e ricordo che pensavo fosse pazza per appassionarsi a quel programma. Non capivo il fenomeno. Poco tempo dopo mi sono presentata comunque ai provini”. La vita inizia a a cambiare per Eleonora Daniele: “Subito dopo ho iniziato a fare le telepromozioni, per un paio d’anni. In quella occasione incontrai Mara Venier e fu molto carina con me: nelle promozioni mi avevano dato un altro nome, ma lei disse che non ero sbucata dal nulla, quindi dovevano chiamarmi con il mio nome. Una piccola cosa, ma importante”.
“Carlotta è il regalo di mio papà, l’ho avuta a 43 anni”
Una carriera lunga oltre 20 anni e un traguardo personale molto importante, diventare mamma dopo i 40 anni. “Mio padre era un uomo legato alle vecchie tradizioni non voleva che partecipassi al reality. Avrebbe voluto che io facessi una bambina – confessa – Voleva diventare nonno di una nipotina. Infatti dico che Carlotta è il regalo di mio papà. L’ho avuta da grande, avevo 43 anni. Dei ginecologi mi avevano molto spaventata circa la possibilità di avere figli sopra i 40 anni, fino a quando ho incontrato la mia che mi disse che era pieno di donne della mia età che desideravano avere il primo figlio”. E aggiunge: “La mia maternità è arrivata in maniera naturale ma prima non solo non l’avrei voluta ma, a 20 anni o a 30 anni, non sarei nemmeno riuscita a gestirla. Ho avuto delle compagne che già al liceo erano diventate mamme, ma io non ho mai provato questo desiderio. Se non una volta superati i quaranta. Ma per buona parte della mia vita non pensavo che avrei avuto figli. Carlotta è un piccolo regalo del cielo”.
“Ho messo tutto in discussione, oggi mi sento una cristiana”
Il rapporto con Dio è una parte molto importante della vita di Eleonora Daniele che ammette: “Da quando mio padre se ne è andato via sento sempre la sua presenza vicino a me, per me è una specie di angelo custode. Non sono una credulona, ma ho avuto sensazioni molto forti e profonde, di una sua grande vicinanza. Ma anche la fede rappresenta per me un percorso: ho avuto un momento di crisi, in cui ho messo tutto in discussione”. La conduttrice Rai parla della disabilità del fratello: “Nella sofferenza che accompagna la disabilità ci sono dei momenti in cui ti fai tante domande. Mio fratello aveva delle crisi molto violente: ho assistito a situazioni davvero faticose. Lì sono arrivata a non credere, a mettere in crisi tutto. Ma è la ricerca stessa di Dio, credo, che determina la tua fede. Io l’ho ritrovata nella comprensione di quello che ci circonda. Oggi, mi considero una cristiana. Lo sforzo è cercare di saper distinguere quando stai vivendo qualcosa di bello e saperne gioire. Sto cercando di modificare il mio carattere, in questo senso. Il mio perfezionismo non mi ha aiutata”.
“Sono molto affezionata a Luca Giurato, mi è rimasto nel cuore”
Dalla partecipazione ai reality alla conduzione di programmi, Eleonora Daniele confessa di “soffrire di una continua ansia da prestazione: non mi accontento mai di me stessa, cerco la perfezione che però non è plausibile”. E dei colleghi ricorda con particolare piacere Luca Giurato: “Sono molto affezionata a Luca Giurato. Ho vissuto con lui gli anni di Unomattina e mi ha insegnato che si può essere leggeri pur parlando di cose serie. Mi ha fatto conoscere questa doppia cifra, che aiuta quando fai intrattenimento. Tra noi era nata una complicità molto bella, ogni tanto lo chiamo anche oggi. Mi è rimasto molto nel cuore”. Poi racconta dell’emozione che ha provato dopo l’incontro con Gina Lollobrigida: “Quando l’ho conosciuta la prima volta mi sono molto emozionata. Ed ero impressionata: una donna come lei, che aveva vissuto tutto quello che aveva vissuto, che aveva conosciuto chiunque, con mille possibilità, restava una persona assolutamente eclettica e, soprattutto, una donna indipendente, padrona di sé stessa. Per me questo suo animo è stato un grande insegnamento oltre che un esempio di emancipazione”