Elena Di Cioccio è stata ospite di “Verissimo” per raccontare la sua storia e presentare il suo libro dal titolo “Cattivo Sangue” nel quale ripercorre i momenti più dolorosi della sua vita, dalla scoperta dell’Hiv alle relazioni tossiche fino al suicidio della madre. Dopo 21 anni, l’attrice e conduttrice ha rivelato la sua sieropositività nel corso di un monologo molto toccante proposto a “Le Iene”. Dal giorno della confessione, la Di Cioccio dice di sentirsi meglio. “Mi sembra di essere rinata da qualche giorno – ha raccontato a Silvia Toffanin – Non avevo aspettative sulla reazione della gente, invece sono stata sommersa da un’ondata di affetto, di accoglienza e di calore che mi ha lasciata felice. Quando ho scelto di fare coming out non avevo paura. Ero serena ma anche molto emozionata. Avevo intorno persone a cui volevo a bene. Sono stata veramente fortunata”.
Elena Di Cioccio: “Al liceo ho cominciato a fare uso di sostanze”
Nel suo libro, Elena Di Cioccio parla dell’infanzia trascorsa per gran parte con i nonni in campagna e dei genitori: il papà Franz Di Ciccio, cantante e batterista della PFM e la madre, la manager Anita Ferrari, morta suicida. La conduttrice ha chiesto alla sua ospite del periodo in cui ha ceduto alle dipendenze. “Al liceo ho cominciato a fare uso di sostanze un po’ perché da giovane impatti in quelle cosa che accadono a tutti i giovani. L’impatto con qualcosa che mi tenesse su, per me era affascinante – ha spiegato l’ex Iena – Ne sono uscita da sola utilizzando tutto quello che avevo imparato nei vari percorsi. Sono una persona curiosa quindi ho studiato la filosofia buddista, lo yoga. Ho fatto anche dei percorsi psicologici”.
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“Quando ho scoperto la malattia era un periodo in cui stavo benissimo”
“Quando ho scoperto la mia malattia, ho dovuto farmi supportare psicologicamente”, ha svelato Elena Di Cioccio. L’ex Iena ha confessato di avere scoperto di essere sieropositiva in un momento di estremo benessere: “Era un periodo in cui stavo benissimo. Avevo una casa, un compagno, cominciavo a fare le prime cose di lavoro ed ero contentissima. Era tutto bello e ordinato”. “Poi un giorno è successo che avevo fatto delle analisi e aspettavo i referti online ma non uscivano mai. Una mattina mi sono innervosita e sono andata lì di persona. Non me le avevano consegnate per quello, perché erano obbligati a consegnarmele di persona. Quando sono arrivata ero nervosa, avevo tante cose da fare e la ragazza che consegnava i referti mi chiese di parlare con un dottore, cosa che innervosì ancora di più. Entro dentro, mi siedo e lui me lo dice. Ricordo di avere sentito un’esplosione. Sono uscita e non ricordo nemmeno come sono arrivata a casa. L’ho detto immediatamente al mio compagno. Lui è stato fantastico”.
“Quando ho smesso di volermi bene mi sentivo inaccettabile, sporca, sbagliata”
Silvia Toffanin le ha chiesto se sa come ha fatto a infettarsi. “Sì – ha ribattuto Elena Di Cioccio – Non l’ho raccontato nel libro perché chi mi conosce personalmente poteva rintracciare il perimetro e non volevo che qualcuno potesse ricevere una telefonata sgradita. Ma era dentro una situazione di relazione stabile”. La conduttrice e attrice ha raccontato anche di essere stata maltrattata da un altro compagno conosciuto successivamente: “Quando ho ricevuto la diagnosi sono molto cambiata, tutto quello che era stabile mi faceva pensare troppo e quindi ho cercato qualcosa che mi portasse via e l’ho trovato in una relazione, un’attrazione passionale. Avevo questa cosa in mano e non sapevo come gestirla. Ho deciso di dirlo perché pensavo fosse un diritto dell’altro sapere ma non è andata bene. Sono finita in una relazione tossica ma mi sentivo talmente in difetto che speravo mi potesse salvare con l’amore”. Quell’uomo la minacciò di chiamare tutta la sua rubrica per svelare la sua sieropositività. È riuscita a liberarsene solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine, dopo le innumerevoli botte subite. “Quando ho smesso di volermi bene mi sentivo inaccettabile, sporca, sbagliata. Lo stigma dell’Hiv. In una relazione tossica funziona così, io ti accetto anche se sei sbagliata e tu mi accetti anche se sono un po’ matto o violento”, ha spiegato.
“Ho dovuto lasciare andare mia madre, quando si è tolta la vita ero pronta”
Elena Di Cioccio ha raccontato anche del suicidio della madre: “Quando è accaduto ero un po’ pronta perché ci aveva già provato qualche anno prima. E’ stata un’escalation di cose che nella sua vita non sono andate bene. Mia mamma ha perso un figlio di tre anni per un incidente, è qualcosa dal quale non si è mai ripresa. Da figlia, per quanto abbia fatto tutto quello che ho potuto, se uno prende la decisione estrema, non la puoi fermare. Quando è accaduto io ero pronta, è accaduto che un giorno ero riuscita a convincerla a fare un percorso, mi disse di sì ma poi ha cambiato idea. Ero furiosa, perché non voleva farsi aiutare e le dissi ‘io ti devo lasciare andare se no mi porti via’. Mi ha guardato e mi ha detto ‘Lo capisco’”.
“Oggi sto bene, non sono infettiva e non posso trasmetterlo”
Dopo la morte della madre per Elena Di Cioccio è stato difficile ricominciare. “Mi sono buttata sul lavoro ma stavo male, a casa ero io con la mie dipendenze, i miei amori tossici, il mio dolore, io che mi detesto! Ho deciso di ricominciare da capo e mi sono trasferita a Roma, ha funzionato, sono successe tante cose belle, ma mi sono tenuta dentro il mio segreto. Dopo la morte di mia madre ho capito che non potevo più scappare con la mia storia, ho avuto una specie di illuminazione”. “Oggi sto bene e sono contenta – ha concluso – non ho nessuno accanto perché ho bisogno di finire con me, di avere il tempo di stare da sola anche per finire il libro. Vorrei dire che oggi la sieropositività si tiene sotto controllo e sto bene, non sono infettiva, non posso trasmetterlo”.