Curiosità

Dottoressa della guardia medica uccisa 25 anni fa, il figlio le dedica la tesi: “Sei il mio angelo”

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22 Novembre 2024, 10:05

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Maria Monteduro, dottoressa in una guardia medica a Castrignano del Capo, in provincia di Lecce, è stata uccisa nel lontano 1999. La sua storia è rimasta nella memoria di molti per l’efferatezza del delitto. La donna era definita l’angelo dei tossici. A toglierle la vita è stato proprio un tossicodipendente che aveva cercato di aiutare. A distanza di 25 anni, il figlio della donna che all’epoca aveva tre mesi si è laureato in Economia e Finanza con il massimo dei voti all’università Luiss di Roma. Daniele Greco, questo il nome del giovane, ha voluto dedicare la tesi alla madre che non ha mai conosciuto, ma che ha sempre sentito come una presenza nella sua vita. La sua dedica è toccante: “L’ultimo ringraziamento va al mio angelo, la persona alla quale dedico questo traguardo ma non solo. Dedico tutta la mia vita, tutto me stesso, ogni singolo respiro fatto in questi 25 anni”.

“Sono una persona molto razionale, forse troppo – si legge ancora – ma per andare avanti sono consapevole di aver bisogno di pensare che la scienza ogni tanto si sbagli, e che al di là di questo mondo ce ne sia un altro dal quale tu possa vedere l’ometto che sono diventato”. “Continua a fare il tifo da lassù, non preoccuparti che io lo sento! Ti amo, angelo mio. Questo traguardo è anche tuo” ha scritto ancora Daniele Greco nella parte finale della sua tesi suscitando la commozione dei presenti.
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Maria Monteduro (Foto video)

Dottoressa della guardia medica uccisa: l’assassino, condannato all’ergastolo, si è tolto la vita

Daniele Greco è cresciuto con il padre. A 13 anni il trasferimento in un collegio di Perugia e poi gli studi a Roma dove, in questi giorni, si è laureato con il massimo dei voti. Adesso vive in Lussemburgo e lavora in una società come consulente per fondi di investimento e revisione contabile. La madre Maria Monteduro era medico e assessore ai servizi sociali di Gagliano del Capo e fu uccisa a soli 40 anni nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1999, mentre prestava servizio presso la guardia medica. Il suo corpo fu ritrovato in aperta campagna alla periferia di Castrignano del Capo. Dopo una lunga indagine, l’assassino venne consegnato alla giustizia e condannato all’ergastolo. Nel 2014 si tolse la vita in carcere. “Di mia mamma conservo solo tanti ricordi della gente del paese che mi ha sempre parlato di lei – le parole di Daniele Greco riportate da “La Repubblica” -. È come se l’avessi avuta al mio fianco pur non avendo mai potuto darle un bacio o una carezza”.

A distanza di 25 anni le aggressioni contro il personale sanitario si sono moltiplicate e sono un problema all’ordine del giorno. “Il caso di mia madre dovrebbe rappresentare un monito: serve molta più attenzione per i medici – dice ancora il giovane – mia mamma era sola quando è stata aggredita, serve sicurezza per chi indossa un camice bianco”. “Le porto sempre un mazzo di fiori”, confida Daniele Greco.
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“Crescere senza di lei non è stato semplice, mio padre e mia nonna sono stati due eroi”

“La dedica mi è venuta in piena notte. Erano le 3 passate. Ho scritto quello che sentivo, senza neanche rileggere. Erano le parole del cuore”, spiega il figlio di Maria Monteduro al quotidiano “La Stampa”. Secondo quanto emerso dalle indagini, 25 anni fa, sembra che la dottoressa stesse aiutando un uomo vittima di alcuni spacciatori. Lei lo riaccompagnò a casa e in quel momento si scatenò la furia omicida. Il giovane ammette: “Crescere senza di lei non è stato semplice. C’erano delle difficoltà da superare, ma ce l’ho fatta con l’aiuto di mio padre e della nonna che sono riusciti molto bene a colmare quel vuoto. Mia nonna mi ha insegnato tutto quello che poteva, è una persona straordinaria. Quando ha perso sua figlia, aveva 70 anni. Ma comunque ha trovato una grande forza per crescermi. Sono stati due eroi. Nel momento in cui, in futuro, dovessi perdere mia nonna so già che è come se mi ritrovassi a perdere mia mamma una seconda volta”.

“Purtroppo non ho neanche fatto in tempo a conoscerla – aggiunge – ma sapere che è stata una grande persona mi ha spinto ad arrivare sino a questo punto. Da bambino mi dava un po’ fastidio sentir parlare di lei perché collegavo subito il fatto di averla persa e faceva male. Adesso è solo orgoglio”. “Ho avuto anche momenti di rabbia – confessa Daniele Greco – non posso negarlo, ma comunque l’ho soffocata perchè sono stato fortunato ad avere una grandissima famiglia. Soprattutto quando ero piccolo, pensavo alla mia mamma che non c’era. Poi, crescendo, ho fatto di questa rabbia la mia forza. E ho pensato che comunque me l’ero cavata”.

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22 Novembre 2024, 10:05

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