Donna morta dopo liposuzione, il dolore dei familiari

Donna morta dopo liposuzione, l’ultimo vocale: “Se lo avessi saputo non lo avrei mai fatto”

Germana Bevilacqua

Donna morta dopo liposuzione, l’ultimo vocale: “Se lo avessi saputo non lo avrei mai fatto”

| 27/03/2025
Donna morta dopo liposuzione, l’ultimo vocale: “Se lo avessi saputo non lo avrei mai fatto”

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Una donna di 62 anni è morta a Roma a seguito di un intervento di liposuzione. Simonetta Kalfus, questo il suo nome, è stata uccisa da una grave sepsi che ha compromesso gli organi e i tessuti danneggiati da una vasta infezione. L’intervento risale allo scorso 6 marzo, ma la donna è deceduta il 18 marzo. La donna, un’ex dirigente bancaria in pensione, residente ad Ardea, piccolo comune vicino Roma, si era rivolta al chirurgo estetico Carlo Bravi per ritoccare i glutei. Ospite del programma condotto da Myrta Merlino, “Pomeriggio Cinque”, la figlia ha dichiarato: “Mia madre era piena di buchi, non solo sui fianchi ma ne aveva persino uno sotto il mento. Un racconto che trova riscontro nei primi risultati dell’autopsia. I periti hanno infatti parlato di “corpo sottoposto a intervento plurimo”.

La figlia di Simonetta Kalfus racconta che la madre ha iniziato ad accusare dolori all’indomani dell’operazione. Nei giorni successivi sia il medico che l’aveva operata che l’anestesista sono andati a trovarla più volte a casa sottoponendola ad alcune flebo. “Ma mia mamma stava male, il 13 marzo non riusciva a parlare, le si storceva la bocca”, racconta la figlia, che decide di portare la madre alla clinica Sant’Anna di Pomezia.
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Simonetta Kalfus e la figlia (Foto video)

Donna morta dopo liposuzione, la figlia: “Mia mamma non mi ha riconosciuto, non era più cosciente”

La donna, dopo alcuni accertamenti, viene dimessa ma peggiora. Il giorno dopo viene ricoverata nuovamente, questa volta all’Ospedale Grassi, sempre a Roma. Quarantotto ore dopo è già in coma. Simonetta Kalfus muore il giorno dopo, il 18 marzo, a seguito di embolie e ischemie. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta e ipotizza il reato di omicidio colposo a carico del chirurgo, dell’anestesista e il medico della clinica di Pomezia che ha dimesso la 62enne. Intanto la figlia della donna insieme alla sorella e alla nipote della vittima chiedono giustizia. A “Pomeriggio Cinque”, la figlia di Simonetta Kalfus ricostruisce quei giorni terribili: “Dopo alcuni giorni dall’operazione, i dolori iniziarono ad aumentare e mamma non riusciva a dormire o a mangiare. L’ambulanza la porta in ospedale a Pomezia. La dottoressa mi comunica che era tutto negativo e le analisi erano apposto. Riporto mamma a casa, ma nelle ore successive si aggrava di più”.

Poi il peggioramento, e il ricovero in rianimazione: “Al Grassi di Ostia viene mandata direttamente in sala di rianimazione. All’ospedale mia mamma non mi ha riconosciuto, non era più cosciente. I dottori mi hanno comunicato che stava in uno stato aggravato, l’infezione si era aggravata”.

La sorella e la nipote di Simonetta Kalfus (Foto video)

La sorella: “Lei era la mia luce, ho ascoltato un suo vocale, non era più lei”

La figlia della donna non si dà pace e aggiunge: “Lei aveva fatto un intervento semplice, invece l’ho trovata con il collo nero. Sembrava una situazione devastante, sembrava morsa da un cane. Chiedo giustizia per mamma e per tutte le vittime. Una persona non si merita una fine del genere per un intervento”. Ai microfoni di “Pomeriggio Cinque”, la sorella di Simonetta Kalfus tra le lacrime racconta: “Io spero che lei non abbia capito. Lei era la mia luce. Giovedì le mando un messaggio che cosa hai fatto, come è andato l’intervento. Mi sono arrivati 15 messaggi, ne ho sentito uno. Aveva una voce terribile. Non era possibile. Non era questa mia sorella, era una donna diversa e forte”. Poi rivela di non essere stata a conoscenza dell’intenzione della sorella di sottoporsi ad una liposuzione. “Io non lo so come è arrivata a fare questo intervento. Io voglio bloccare queste persone”, conclude la sorella di Simonetta.

“E’ bastato un audio, che ho ascoltato con mia madre per capire che non era più lei – è intervenuta la nipote della vittima – Diceva che se lo avesse saputo non lo avrebbe mai fatto l’intervento. Lo la chiamavo ‘la mia Nikita’ perché era forte, amava la vita in tutti i sensi, ballava”. “Se qualcuno ha sbagliato ci deve essere giustizia”, sentenzia.
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Margaret Spada e la madre Loredana Panarello (Foto video)

I chirurghi che hanno operato Margaret Spada, morta a 22 anni, operano di nuovo

Una storia dolorosa che riporta alla mente quella di Margaret Spada, la giovane siciliana di 22 anni morta lo scorso novembre per un ritocco al naso.  Ad operare la giovane, a Roma, erano stati due chirurghi estetici, Marco e Marco Antonio Procopio, ora indagati nell’inchiesta sul caso del decesso della giovane siciliana. Ma quello che più colpisce è che i due, in attesa di giudizio, sono tornati a operare nella Capitale. Come riporta il “Corriere della Sera”, padre e figlio sono già operativi a quattro mesi dalla morte della giovane. L’’inchiesta è in corso e l’accusa per entrambi è di omicidio colposo. Ma i due chirurghi che non potevano più operare nello studio medico di via Cesare Pavese 410, a cui sono stati apposti i sigilli, si sono solo spostati. I due operano in un altro studio chiamato “Ipanema Clinic”.

Per la legge al momento nulla impedisce ai due medici di continuare al lavorare.  Come si legge ancora sul “Corriere della Sera”,  l’Ordine dei medici non può adottare provvedimenti se non a sentenza di terzo grado. Ma quella che sembra un’assurdità è che la Procura non abbia chiesto di inibire l’attività dei due medici.

Pubblicato il 27/03/2025 15:00

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