“Credo di essere percepita più come antipatica che simpatica. Credo di essere antipatica perché sono fondamentalmente un’insicura. Per cui anche quando mi butto sto sempre un po’ attenta. Per quello risulto antipatica e la gente non si fida di me. Però comunque incuriosisco”. Comincia così l’intervista di Donatella Rettore a “Belve”. Una chiacchierata quella con la graffiante Francesca Fagnani che ha lasciato degli strascichi.
La cantante: “E’ difficile vivere dentro di me, non mi sopporto”
“Sono una persona estremamente sincera, quello che dico lo devo dire perché altrimenti mi viene l’ulcera. Non sarò mai una che colpisce alle spalle. Un mio difetto? E’ difficile vivere dentro di me, io non mi sopporto”, ha ammesso la cantante prima che il confronto con la giornalista si facesse più aspro. “Negli anni ’80 ha cantato ‘Gaio’. Effettivamente lei è considerata un’icona gay”, ha sottolineato la padrona di casa. “Io sono multicolor, sono arcobaleno”, ha risposto la Rettore prima di lasciarsi andare ad alcune esternazioni discutibili.
“Per me esistono i gay e le checche, non mi imbarazza dirlo”
“Lei una volta ha detto: ‘Io piaccio ai gay non piaccio alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage’ – ha ricordato Francesca Fagnani – Queste cose che ha detto non la imbarazzano?”. “No, non sono assolutamente imbarazzata – ha replicato la cantante – Per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le pa*le e ci sono gli isterici che parlano male e si strappano i capelli, fanno i pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa”.
La giornalista: “Dov’è la libertà nel dire certe parole?”
La giornalista ha rincarato la dose: “Lei in un’intervista televisiva ha detto: ‘C’è una limitazione alla libertà, si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate, ad esempio il fatto che non si possa dire fr*cio e t*oia. Dal politicamente corretto al bigottismo il passo è breve’. Ma qual è la libertà nel dire certe parole?”. ”Adesso Vasco Rossi non potrebbe più dire “è andata con il ne*ro la tr*ia”, ha ribattuto la Rettore.
Donatella Rettore: “Rivendico la libertà di dire fr*cio e ne*ro”
“E infatti lui usava tr*ia come un insulto. Dov’è la libertà nel dare a qualcuno del fr*cio o della tr*ia?”, ha incalzato la Fagnani – Dare della tr*ia a qualcuno è un insulto, non è politicamente corretto”. “Io rivendico la possibilità di usare fr*cio e ne*ro – ha sentenziato la musicista – non mi sembrano insulti se uno è colorato…Dipende dal modo in cui uno lo dice, se tu dici ‘brutto ne*ro’ è una cosa, se tu dici ‘negretto’ è un’altra. Tutto sta nell’intenzione”.
Francesca Fagnani: “A lei piace proprio l’insulto”
“Cambiare parole no? A lei piace proprio l’insulto”, ha rilevato la giornalista. “No, non mi piace l’insulto”, ha negato la Rettore. “Tr*ia a lei farebbe piacere?”, ha domandato la Fagnani. “Beh, a me l’hanno scritto”, ha ribattuto l’artista. La giornalista non ha mollato l’osso: “Ed è stata contenta? L’ha gratificata?”. “Si può rispondere. Sono contenta di essere ancora in grado di difendermi”, ha chiosato la cantante.
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La cantante sui social: “Ero sul punto di mandarcela”
Come riportato dal sito di Davide Maggio, Donatella Rettore ha scritto sui social un commento al vetriolo contro Francesca Fagnani: “Sempre le solite domande. La Fagnani deve farsi una cura di fosforo. Ero sinceramente sul punto di mandarcela”.