Nei giorni scorsi, in occasione del suo 65esimo compleanno, Domenico Dolce è tornato nella città che gli ha dato i natali, Polizzi Generosa, in provincia di Palermo. Il celebre stilista ha organizzato un party per il suo compleanno che ha visto tra gli ospiti anche il cantante Tananai, reduce dai concerti di Catania e Palermo. Domenico Dolce ha anche presenziato all’inaugurazione di una mostra fotografica nella sua Fondazione P.G. 5 cuori aperta nel 2020. Come riporta il quotidiano “La Repubblica”, il designer si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni che stanno facendo discutere. Domenico Dolce se l’è presa con i giovani siciliani. E non è neanche la prima volta.
Cosa ha detto Domenico Dolce
“Cosa ca**o fai un giorno intero su Facebook? Vai a lavorare!”, ha esordito Domenico Dolce parlando dei giovani di oggi. La strigliata è così proseguita: “I nostri genitori si alzavano alle 5 del mattino, oggi le campagne sono abbandonate. Non possiamo dare la colpa allo Stato, alle istituzioni, al sindaco: le istituzioni siamo noi. Le generazioni di oggi non hanno una dignità. Mi dicono che non faccio niente per loro, ma io a 18 anni ho preso una valigia di cartone e sono andato a Milano. Fate noccioline, il fagiolo badda, ricamate. Niente…immobili! Come si può pretendere il progresso se nessuno fa un ca**o. Sapete cosa si aspettano da me i giovani? Che venga qua con una borsa piena di soldi da distribuire”. Per Domenico Dolce, la colpa è anche dei “genitori seduti sul divano che danno il cattivo esempio ai figli. Che insegnamento danno?”.
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Il sindaco di Polizzi Generosa: “Ogni estate la sua presenza qui assomiglia a un meteorite”
Le parole dello stilista non sono piaciute al primo cittadino Gandolfo Librizzi. “Ogni estate la presenza di Domenico Dolce a Polizzi, per quanto privata, assomiglia ad un meteorite – ha dichiarato il sindaco come riporta “La Repubblica” – Se poi partecipa ad un evento pubblico, ogni sua parola è sotto i riflettori. Gli ho chiesto del perché di queste sue parole che non condivido. È suo solito dire provocando, sferzare per stimolare a osare di più. Ma è indubbio che ha urtato diverse sensibilità. Le generalizzazioni non aiutano e qui, nella comunità che mi onoro di rappresentare, molti giovani stanno provando a rimanere, aprendo nuove attività e moltissimi altri sono andati altrove per costruirsi un futuro. Così dicendo, l’effetto quindi è contro producente. L’amministrazione lavora senza sosta per creare di suo le basi per un riscatto socioeconomico e culturale della comunità, disponibile verso chiunque condividere e investire nel nostro territorio, al di là di spiacevoli episodi e brutte incomprensioni”.