05 Agosto 2024, 16:55
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Domenico Dolce ha perso la testa per un cagnolino. Un dono del socio ed ex fidanzato Stefano Gabbana. I due, che in passato sono anche stati una coppia, adesso non sono più legati sentimentalmente, ma continuano ad avere una rapporto molto stretto e confidenziale. Gli stilisti hanno deciso di lanciare un profumo per animali. “Il mercato ha reagito bene. Il nome Fefé? Mi sono tornati in mente i vecchi film di Totò con Franca Valeri a Capri”, spiegano al “Corriere della Sera”. Fefé, Dolce&Gabbana, costa 99 euro per 100 ml, bottiglietta verde smeraldo con l’impronta canina placcata oro. Fefé esiste: pelo riccio marrone, barboncino nano, quattro anni a novembre.
Tutto inizia quando Stefano Gabbana, che possiede alcuni labrador, fa una regalo al socio. “Vedo un ragazzo del mio team con un barboncino toy e me ne innamoro – racconta – Trovo il cucciolo giusto in un allevamento di Varese. lo porto a casa. I miei cani contentissimi, le gatte femmine indifferenti, il maschio arruffa il pelo e si lancia verso di lui: l’ho preso al volo”. A quel punto capisce che la convivenza è impossibile.
“Sistemo nella gabbia il barboncino, con tutto quello che gli serve – continua Stefano Gabbana – La mattina dopo è strano, spento. Il veterinario lo tiene in osservazione per due giorni. Diagnosi: choc da cambiamento di ambiente. È chiaro che nella mia casa non può stare, di riportarlo all’allevamento neppure a parlarne”. “Adesso continua tu”, dice a Domenico Dolce. “Abbiamo sempre avuto cani grossi – racconta – che erano più di Stefano che miei, con questo cuccioletto è stato amore a prima vista. È la prima esperienza di un cane tutto mio, io e il mio compagno Guilherme siamo rimasti stregati”. Il cane quindi passa a Domenico Dolce. “Il nome Fefè? Diminutivo di Raffaele, che vuole dire dono di Dio – spiega – E io, da buon cattolico, ho pensato che davvero questo cane fosse un dono di Dio”.
“Una storia d’amore condivisa da tutti quelli che hanno cani, soprattutto se così piccoli. Con chi parli parli: prima viene il cane, poi tu. Cucino per lui, mi sono preso una lussazione alla spalla per dormire abbracciati”, continua lo stilista.
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Da qui l’dea del profumo per cani. “A quel punto ho detto – interviene Stefano Gabbana – perché non lanciamo un profumo per cani? Facciamo tutte le cose per bene, sentiamo gli etologi, i veterinari, i proprietari degli animali, ci facciamo dare tutte le indicazioni, progettiamo una fragranza antiallergica e senza alcol, una colonia. Distribuiamo Fefé subito in tutta Europa, negli Usa e poi, piano piano allarghiamo, online si trova già. Il mercato ha reagito bene, all’annuncio sono impazziti tutti. Da Printemps, a Parigi, ci danno un podio centrale con tanto di piccolo set fotografico dove scattare polaroid ricordo”. “Quando ero bambino e vivevo a Polizzi Generosa il cane faceva il cane. Adesso è cambiato tutto — ricorda Domenico Dolce — e l’ho visto in modo lampante a New York: ovunque mi girassi, c’era gente con il cane. Non sono più animali, sono compagni, terapie: soprattutto in questa epoca piena di cose tecnologiche fredde, cellulari, social, l’amore di un cane è davvero una cura”.
Il primo cane di Stefano Gabbana si chiamava Briciola, un setter mezzosangue preso in canile, “Abitavo al 4 piano, tornavo da scuola alle due, mamma apriva la porta e lui mi correva incontro”, ricorda. Il marchio Dolce&Gabbana sostiene Save the Dogs and Other Animals, associazione italiana con progetti per la sterilizzazione dei cani randagi. “Fefé va d’accordo con tutti, abbaia solo quando vede altri animali alla tv: si mette bordo divano e noi lì con il telecomando, pronti a cambiare canale — continua Domenico Dolce —. È metodico, fa sempre le stesse cose. Gli piace andare a spasso, però dentro una borsa. Quando dico ‘Fefé andiamo in borsa?’ è tutto felice”.
Poi si torna a parlare del profumo. Domenico Dolce assicura che va bene per tutti: uomini, donne, animali, ambiente. La fragranza ha sentori di ylang-ylang, il tocco fresco del muschio, i tratti legnosi del sandalo. I due stilisti e soci hanno due compagni e le due coppie trascorrono spesso del tempo insieme anche in vacanza. E a proposito di vacanze, che fine fa il piccolo il piccolo Fefè? “Ovunque andiamo chiediamo prima: prendete animali? Se la risposta è no, cambiamo. In fondo Fefé chiede una cosa sola: partecipare. Se mi vede bere dal bicchiere è inutile tentare di dargli la ciotola: vuole un bicchiere uguale al mio. Mi ricorda il gatto di un’amica di tanto tempo fa, che ci aiutò moltissimo all’inizio della carriera: si chiamava Pepito e viveva come un umano, saliva sulla tavola, mangiava nel piatto. Io e Stefano ci guardavamo e dicevamo: ma che è? Adesso a Fefé concediamo ben altro”, conclude Domenico Dolce.
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05 Agosto 2024, 16:55