Non sono più una coppia da 18 anni ma da anziani saranno ancora insieme
- I due stilisti si raccontano: dalle umili origini al successo planetario
- Dolce: “A Polizzi Generosa nevicava quasi sempre e non c’era il riscaldamento”
- L’aut aut di Domenico a Stefano: “O ci mettiamo insieme o non ci vediamo più”
Domenico Dolce e Stefano Gabbana si raccontano in un’intervista a “Libero Quotidiano”. Dalle umili origini al loro primo incontro, preludio di un successo planetario che li ha portati a creare un’azienda con oltre 5mila dipendenti. Nonostante ciò, l’umiltà è ben scolpita nel loro Dna e, più che imprenditori, ancora oggi si sentono artigiani. Da 18 anni i due designer non sono più una coppia nella vita ma il loro sodalizio artistico non conosce crisi come il bene che continuano a volersi. “L’amore si trasforma ed evolve. E saremo sempre una famiglia”, dicono all’unisono.
L’infanzia di Dolce a Polizzi Generosa
I due stilisti tornano indietro con la memoria al loro primo ricordo. Dolce si rivede “seduto davanti al negozio di abbigliamento di mamma Sara”. “Sognavo la vita che avrei voluto avere e che poi ho avuto – racconta – Non era facile immaginarsela: vengo da Polizzi Generosa, un paese minuscolo sulle Madonie dove nevica quasi sempre d’inverno e non c’era il riscaldamento. Mio papà Saverio era un sarto. Alla fine degli anni ’60 decise di trasformare il suo laboratorio in un’azienda di confezioni a Milano: comprava i modelli già sviluppati in modo industriale. Ho imparato a cucire da lui in sartoria, rubando il lavoro con gli occhi. Agli inizi degli ’80 papà mi mostrò Gap, un giornale di moda. Capii che mi piaceva quello che vedevo. E così andai alla Sip, dove c’erano gli elenchi telefonici, per scegliere una scuola di moda. Dopo la Marangoni a Milano, andai da Correggiari”.
Gabbana aiutava la madre a fare le pulizie
Gabbana, invece, si rivede mentre mette “le barchette nella fontana di Piazza Giulio Cesare a Milano”. “Ho avuto un’infanzia serena e tranquilla – confessa – Mia madre Piera era la portinaia di Via Previati 14 a Milano. A sei anni la aiutavo a fare le pulizie nelle case degli altri per arrotondare. Papà da cameriere divenne tipografo, stampava i rotocalchi Rusconi”.
Il loro primo incontro
I due designer si incrociano per la prima volta da Correggiari. “Facevo il grafico pubblicitario – ricorda Gabbana – mi piacevano i vestiti e la moda – impazzivo per Fiorucci, ma non ne sapevo nulla. Un’amica mi suggerì di chiamare una persona che collaborava con Correggiari. Al telefono rispose Domenico. Feci un colloquio e mi presero nonostante non sapessi disegnare. Ma ero fantasioso e imparai ricalcando all’infinito i disegni di Domenico, che aveva un talento innato”.
Com’è nato il loro amore
Di lì a poco tra loro esplode l’amore. “Ero abbastanza ingenuo e capii solo una sera, dopo sei mesi che ci conoscevamo, che lui mi stava corteggiando – confida Gabbana – Al ritorno da una cena con amici Domenico mi disse: ‘Mi sono stancato di starti dietro. O ci mettiamo insieme o non ci vediamo più’. Così è nato tutto”. “Se non avessi incontrato Domenico non so cosa avrei fatto – aggiunge – Tutto è stato possibile grazie all’amore che ci univa, ma anche a una serie di eventi fortuiti che ci sono capitati. Il destino ci ha aiutato”.
Gabbana: “Svelai la mia omosessualità a un prete”
In comune i due stilisti hanno anche la fede. “A don Antonio, prete giovane e bravissimo, parlai per la prima volta a 14 anni della mia omosessualità – racconta Gabbana – Mi fece sentire accolto. A differenza di alcuni ragazzi che mi prendevano in giro per atteggiamenti che ritenevano diversi dai loro”.
“Da anziani saremo ancora insieme”
In un’intervista rilasciata qualche anno fa a Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno spiegato come hanno fatto a rimanere amici dopo essersi lasciati.
“Il nostro amore non è mai finito. C’è stato un turbamento ormonale, che è diverso. È attrazione sessuale. La gente divorzia e si ammazza per i soldi e per le case. Ma allora non hanno amato. Ancora oggi, quello che è mio è suo, quello che è suo è mio. I nostri compagni lo sanno: se ti va bene è così, se non ti va, è così lo stesso”, ha dichiarato Dolce.
“Prima facevamo l’amore, vivevamo insieme, ora non succede più. Ma lo amo sempre. Ho una casa al mare: la stanza più grande è la sua. Lui ha una casa a New York: la stanza migliore è la mia. Da anziani saremo ancora insieme, come Gianni e Pinotto”, gli ha fatto eco Gabbana.