12 Maggio 2021, 13:04
4' DI LETTURA
Ieri a “Storie Italiane”, mentre rimbalzava la notizia della ragazza di origini romene segnalata e fermata a Scalea con il sospetto che potesse essere Denise Pipitone (LEGGI QUI), Eleonora Daniele ha mandato in onda le dichiarazioni di Alberto Di Pisa, ex procuratore di Marsala che si è occupato a lungo del caso della bambina scomparsa a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004.
Secondo Alberto Di Pisa, c’è un’altissima probabilità che la bambina avvistata insieme ad una nomade a Milano il 18 ottobre 2004 fosse proprio Denise. “Abbiamo un’intercettazione in cui Jessica Pulizzi dice ‘a casa gliel’ho portata’ – ha esordito l’ex procuratore – Quindi si presume che abbia prelevato Denise e l’abbia portata a casa di qualcuno. Da lì questo qualcuno probabilmente a sua volta l’ha consegnata a qualche altro che ritengo l’abbia data ad un accampamento di zingari. Perché poi la collego alla foto di Milano che, secondo me, al 90% è proprio Denise. Per tanti motivi. Primo perché fisicamente è identica, le assomiglia. Poi perché la bambina aveva un graffio sulla guancia e dalla foto questo graffio si vede. E poi perché parla con un accento locale, di Mazara, siciliano”.
“Nell’intercettazione avvenuta al commissariato, quando Anna Corona fa una specie di interrogatorio e chiede alla figlia ‘dimmi la verità, l’hai presa tu?’…non è spontanea perché il dubbio è che sapesse di essere intercettata – ha proseguito – Come lo sapeva? La Corona aveva un’amica con cui si è scambiata circa 1000 telefonate, si sentivano 3-4 volte al giorno e improvvisamente non hanno parlato più. In quel periodo, l’amica era fidanzata con il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mazara che curava proprio le intercettazioni e con il quale poi si è sposata. Senza volere fare illazioni, però se improvvisamente cessi di parlare con una persona dopo che ci parli 3-4 volte al giorno, evidentemente qualcuno ti ha detto che sei intercettata. E chi può averglielo detto? Senza volere accusare nessuno, 2+2 fa 4…se la logica ha un senso! Questa cosa risulta agli atti, però non ha avuto nessun seguito”.
“Jessica e la madre per la legge non sono responsabili perchè sono state assolte – ha aggiunto – ma la mia tesi e quella della Procura di allora, dei sostituti che mi coadiuvavano, è che la bambina sia stata prelevata da Jessica che nutriva rancore nei suoi confronti. Può darsi che poi abbia cercato di portarla a casa del padre, ma in quel momento lui era assente perché era al lavoro. Cosa sia successo dopo non è stato possibile stabilirlo”.
“La motivazione di questo sequestro va ricercata nell’ambito familiare – ha insistito Di Pisa – in particolare, e questo lo dice anche la Cassazione sulla motivazione, nel rancore che Jessica nutriva nei confronti del padre e di conseguenza della bambina. Ritenevano il padre responsabile di aver sfasciato la famiglia, di essere andato a convivere con Piera Maggio e per giunta di avere fatto anche una figlia che era sorellastra di Jessica. Sicuramente sa come stanno le cose il fidanzato di Jessica dell’epoca, un ragazzo tunisino che venne imputato di falsa testimonianza e poi è stato assolto per prescrizione”.
“Ci sono delle cose che non sono state approfondite – ha dichiarato l’ex procuratore di Marsala – Per esempio, il giorno del rapimento che avviene intorno alle 12, Anna Corona riceve una telefonata da Jessica e si allontana dal posto di lavoro. Lavorava nella lavanderia di un albergo. Dal registro delle presenze risulta che lei si è allontanata alle 15, alla fine del servizio. In realtà, lei si è allontanata alle 12 e alle 15 ha fatto firmare una collega. Ho fatto fare una perizia grafica che era la cosa più elementare da fare. E’ risultato che la firma non era della Corona ma della collega. Dove sia andata Anna Corona non si sa ma è un indizio. Questo è un processo indiziario dove però ci sono tali e tanti indizi che secondo me fanno una prova anche se poi i giudici non hanno ritenuto che questi indizi costituissero una prova della responsabilità di Jessica Pulizzi”.
Nel finale dell’intervista, Alberto Di Pisa ha fatto una rivelazione: “Ad un certo punto, questa è una cosa che in pochi sanno, è arrivata una lettera anonima che diceva che Denise era stata uccisa e seppellita in un terreno poco fuori Mazara del Vallo. Visto che era anonima, avrei potuto anche non tenerne conto. Invece ho fatto scavare il terreno, con dei costi notevoli. La cosa strana, però, è che scavando è stata trovata una bara bianca di piccole dimensioni, vuota. Anche lì abbiamo cercato di trovare qualche elemento per poter fare un confronto col Dna prelevato all’interno di questa bara. Lo abbiamo fatto anche se il materiale era scadente, però non ha dato nessun risultato”.
Pubblicato il
12 Maggio 2021, 13:04