Sono trascorsi quasi sei mesi dal giorno in cui Dea Mastronardi, 15enne di Marconia di Pisticci (Matera), si è tolta la vita lasciando nel più totale sconforto la madre Mirna che l’aveva cresciuta da sola. Al momento, il gesto compiuto dall’adolescente è senza un perché. Gli inquirenti lo stanno cercando anche nello smartphone della ragazza che è sotto sequestro. Mirna Mastronardi non ce l’ha fatta a guardare nel cellulare di sua figlia. “Un giorno forse arriveremo alla verità, o forse la verità è composta da un insieme di fattori che compongono un puzzle che solo Dea, un giorno, in un’altra vita, mi spiegherà”, dichiara la donna in un’intervista al “Corriere della Sera”. In questa vita, dopo aver sconfitto un tumore scoperto nel 2015 quando Dea aveva 6 anni, Mirna Mastronardi si ritrova ad affrontare un dolore indicibile ma è già chiara la sua volontà di trasformarlo in una missione volta ad aiutare attraverso un’associazione gli adolescenti che vivono lo stesso disagio che ha divorato sua figlia. Molti, come Dea, riescono a nasconderlo talmente bene che nessuno se ne accorge se non quando è troppo tardi.
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“Quella sera, di fronte ai miei occhi ho visto spalancarsi un baratro”
Dea era l’unica figlia di Mirna Mastronardi. “Quando è arrivata, nella mia vita di donna-single, mi è sembrata un miracolo – racconta al “Corriere della Sera” -Era solo una neonata eppure ha avuto l’immensa forza di mettere a posto la mia vita, di cui è diventata il nucleo, il cuore. Di cui è divenuta il bello. Tenendoci per mano siamo cresciute, insieme, vivendo anni caratterizzati da sacrifici, certo, ma anche da immensa tenerezza e da un rapporto madre-figlia fortissimo. Dea è stata ed è il mio tutto (…) Cinque mesi fa il mio mondo, in un istante, è andato in frantumi. Quella sera, di fronte ai miei occhi ho visto spalancarsi un baratro, nel quale ho avuto voglia di tuffarmi per non doverne mai più riemergere”. “Quando però ho sollevato gli occhi – ricorda Mirna – ho visto i miei genitori – nonni adorati di Dea e da Dea, che per lei sono stati dei secondi genitori e compagni di scherzi e gioco -, le mie sorelle, le sue migliori amiche. Tutti loro mi osservavano. Se avessi ceduto io, avrei portato giù con me ognuno di loro. Nei giorni a seguire, nella mia casa divenuta ormai silenziosa e vuota ma piena zeppa della assenza della mia Dea, ho capito quanto fosse necessario dare un senso a questo dolore atroce che sembrava volerci rubare anche il respiro e che, a tratti, si mostrava come pura disperazione”.

Mirna Mastronardi: “Mia figlia Dea ha nascosto nel suo cuore un dolore senza fine”
“La mia Dea non aveva mai dato alcun segno di disagio – spiega la madre – Bella, brillante, allegra, sensibile, intelligente, vivace, ironica, era l’immagine della vitalità. E invece nel suo cuore ha nascosto un dolore senza fine che ce l’ha portata via e che, ancora oggi, non trova una spiegazione. Quanti ragazzi vivono quello stesso inconfessato dolore? Ho capito che fosse giunto il momento di mettermi in cammino per cercarli e tendere loro una mano. Nel nome di Dea”. Mirna Mastronardi non intende perdere neppure un attimo a cercare un perché per il dolore che l’ha investita. “La sofferenza non può essere spiegata. Capita e basta – sentenzia – A noi tocca abbracciare quella croce e andare avanti a testa alta (…) La capacità di rimanere in piedi è data dalle persone vere che ci rimangono vicine e dalla motivazione che hai nel cuore. Io non perdo mai di vista la motivazione. Prima erano i malati di cancro e il ringraziamento a Dio per avermi concesso qualche altro anno per crescere la mia bambina. Oggi è la determinazione a tener viva la memoria di Dea e la volontà di tendere una mano ai ragazzi come lei, così sensibili e straordinari, ma anche così insicuri, in una società in vetrina”.
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Dea Mastronardi suicida a 15 anni, la lettera della mamma a Giorgia Meloni
Mirna Mastronardi ha scritto una lettera di appello alla premier Giorgia Meloni in cui ha sottolineato gli effetti negativi e tragici che possono nascere dall’uso dei social network da parte degli adolescenti. “Non avrei immaginato che la presidente Meloni leggesse la mia lettera, figuriamoci che mi chiamasse, in maniera semplice, come se fosse un’amica di vecchia data – confida – Mi sono sentita compresa e, in qualche modo, abbracciata da lei. Non era solo la Premier a parlarmi. Nella telefonata c’era la tenacia di una donna e di una figlia che è cresciuta senza privilegi e di una mamma che ha compreso ogni mia parola. In quella telefonata io ho sentito di non essere sola”. Dea non è soltanto nelle parole e nei sorrisi dei suoi amici. “Dea è in ogni istante della giornata. È nel mio cuore e nei pensieri. È nel rosario che stringo prima di addormentarmi, è nelle polpette che prepara ancora sua nonna in sua memoria, è nella nostra gatta Mia che non smette di cercarla nel suo letto”, conclude Mirna Mastronardi.