16 Novembre 2023, 12:00
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Daniele Raco, comico della scuderia Zelig, è stato protagonista di un intenso monologo a “Le Iene”. “Ciao sono Daniele e sono un giocatore compulsivo – ha esordito – Mi presento così alle riunioni dei giocatori anonimi, anche se molti mi dicono: ‘Ma sei quello di Zelig?’ Quelle riunioni mi hanno salvato la vita. Il 13 dicembre del 2015, alle 2 del mattino, ero a Genova sul Ponte Monumentale, indeciso se fare un passo nel vuoto”.
“Giocavo alle slot da sette anni, ogni giorno e per molte ore – ha spiegato – La mia testa era piena di luci e suoni e avevo solo voglia di spegnere tutto. Non mi sono buttato solo perché non volevo diventare una foto sui social con sotto scritto Rip. Un servizio di ‘Studio Aperto’ con la musica triste. Sono sceso dalla balaustra e il giorno dopo ho confessato tutto a tutti. Il primo passo è sempre dire la verità. Tutti volevano sapere quanto avevo perso e anche in questi giorni si parla solo di soldi e non di questi ragazzi che sono sì famosi e milionari ma rimangono persone”.
“I soldi sono la variabile ma il tempo è uguale per tutti – ha concluso – Quando mi chiedono quanto hai perso, io rispondo: ‘Sette anni’. Sette anni schiavo di una dipendenza. Una malattia che va capita e non giudicata. A chi oggi sente di non avere una via di uscita consiglio di fare come me. Dite la verità perché se trovate il coraggio di tendere una mano scoprirete che c’è qualcuno disposto a stringerla”.
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In un’intervista rilasciata nel 2019 a “Palermodaily.it”, Daniele Raco ha svelato di aver iniziato a giocare “durante un tour estivo nel quale non mi trovavo particolarmente bene, ho iniziato per noia, nei pomeriggi di pausa. Per caso mi sono avvicinato a una slot. Diciamo che non avevo pensieri proprio positivi, chiamiamoli ‘buchi dell’anima’”. Il comico è riuscito a nascondere bene il suo problema: “Il mio lavoro era perfetto (…) i viaggi, gli spettacoli, le tournée. Io stesso minimizzavo, per me non esisteva una vera e propria emergenza”.
Daniele Raco ha poi deciso di affrontare il suo demone e lo ha messo all’angolo ammettendo di esserne schiavo. “Mi sono reso conto che stavo perdendo ore di vita e ho confessato, ho iniziato a parlarne a dire la verità alla mia famiglia che fortunatamente mi è stata accanto sempre (…) Subito mi sono rivolto ad un gruppo di mutuo auto aiuto è stato il mio “pronto soccorso”, poi però sono andato da uno psicoterapeuta del Sert per capire come chiudere quei buchi dell’anima (…) Non si guarisce mai, è un po’ come avere il diabete che si tiene sotto controllo non mangiando dolci. Io tengo a bada il mio demone stando lontano dai locali in cui si gioca, non entrando nei bar dove ci sono slot”.
Il comico di “Zelig” deve dire grazie alla sua compagna che non lo ha abbandonato e ad un amico che ha fatto un gesto che è valso più di mille parole. “Un giorno mi ha visto prelevare per andare a giocare in un bar – ha raccontato – mi ha osservato è entrato e non ha urlato né mi ha insultato per quello che stavo facendo, ma mi ha abbracciato con affetto e mi ha portato via. Poi ho giocato ancora, non ho smesso subito, ma quello forse è stato il primo seme della mia rinascita”.
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16 Novembre 2023, 12:00