Damiano David solista, la nuova vita a Los Angeles

Damiano David solista, la nuova vita a Los Angeles: “Ero ossessionato dalla fama”

Daniela Vitello

Damiano David solista, la nuova vita a Los Angeles: “Ero ossessionato dalla fama”

| 27/12/2024
Damiano David solista, la nuova vita a Los Angeles: “Ero ossessionato dalla fama”

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Damiano David, cover star del numero di gennaio di “Vogue Italia”, posa allo Chateau Marmont di Los Angeles e racconta la sua nuova vita in America dove si è trasferito per incidere il suo primo album da solista. Il cantante romano ha messo in pausa il progetto dei Maneskin di comune accordo con gli altri componenti della band e ha annunciato il suo primo tour da solista che nel 2025 lo vedrà impegnato a girare cinque continenti, con 31 date in Europa, Australia, Nord America, Sud America e Asia.
A “Vogue Italia”, Damiano David racconta il senso di solitudine provato al suo arrivo a Los Angeles: “All’inizio, è stato davvero spaventoso. È stato uno choc culturale. Ed è stato difficile trovare il mio posto in quella città. Se sei europeo, a sconvolgerti è anzitutto il fatto che non ci sia nessuno per la strada. Non ci sono bar o locali con posti a sedere all’esterno, né piazze dove la gente si ritrova. È una città in cui non si cammina, mentre a Roma non si fa altro… anche perché ci vuole del coraggio per muoversi in auto. Los Angeles, a volte, sembra un deserto, ti fa sentire un po’ solo”.

Damiano David, il desiderio di incidere un album da solista e l’arrivo a Los Angeles

Damiano David racconta come a 24 anni ha maturato la decisione di realizzare il suo primo album da solista e di lasciare Roma: “È stato tutto molto rapido. Ho detto al mio manager che volevo farlo e, dieci giorni dopo, ero a Los Angeles con le sessioni prenotate, una casa affittata per sei mesi e nessuno accanto a me. Niente amici, niente fidanzata, nessuno. Ma è stata la cosa migliore, per me. Non avevo un background e, in pratica, potevo essere chiunque volessi. Perché nessuno mi conosceva. E questo mi ha permesso di mettere da parte tutto quello che avevo fatto fino a quel momento e di costruire il mio ambiente da zero: nuova gente, nuovi posti, nuovi musicisti, nuovi autori. E, naturalmente, questo mi è stato di grande ispirazione. Ho lavorato con tante persone diverse, soprattutto nei primi mesi, perché quello che cercavo davvero non era il più grande produttore sulla piazza, ma uno spazio in cui potessi sentirmi a mio agio”.
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Damiano David (Foto Instagram)

“Mi svegliavo e non vedevo l’ora di andare in studio. Una sensazione che avevo perso”

Il frontman dei Maneskin lo ha trovato quasi subito: “Era una grande stanza in cui, entro la fine della giornata, erano presenti circa otto persone. E abbiamo fatto campeggio, siamo stati a Joshua Tree, a Malibù… Alla fine, mi sentivo come se stessi uscendo con gli amici mentre scrivevo un po’ di musica, e questo ha reso l’intera esperienza molto più leggera e divertente. Non sembrava di lavorare davvero. Mi svegliavo la mattina e non vedevo l’ora di andare in studio. Era una sensazione che avevo perso, nel corso degli anni. Quindi è stato molto eccitante, per me, sentirmi di nuovo in movimento”. “Ho avuto la fortuna di incontrare persone immense, a volte di lavorare con loro, e le migliori sono quelle più tranquille – continua Damiano David – Bon Jovi è la persona più tranquilla in assoluto, ma lo sono anche Labrinth, Bruce Springsteen, Mick Jagger… Poi ci sono persone che sono sì grandi, non altrettanto grandi, ma che non sono affatto tranquille. Vogliono avere questa aura che è… finta, è una maschera. Si tratta di insicurezza, di non avere piena fiducia nella propria carriera. Beh, sono un ragazzo di 25 anni che scrive canzoni e spera che alla gente piacciano. Penso di essere un artista. Penso che quello che scrivo sia interessante. Non devo venire a raccontarvelo io”.
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Damiano David da piccolo con la madre (Foto Instagram)

“Ho paura di cadere nella trappola della produzione in serie e della fama”

Oggi la sua più grande paura è quella di “cadere nelle trappole”. “Ce ne sono così tante – sottolinea – Credo che il segreto, in questo lavoro, sia la coerenza. So chi sono come artista e, se questo album fa flop, non sarà un verdetto sul mio talento: significherà solo che era il momento sbagliato. Farò un altro album, che un giorno funzionerà, perché so di essere in grado di farlo. Forse non sarà quest’anno, forse nemmeno l’anno prossimo, ma il mio momento arriverà, se sarò coerente. Quindi ciò che mi spaventa davvero è cadere nella trappola del ‘Oh mio Dio, ho pubblicato un album e neppure una canzone è arrivata prima in classifica. Allora, per il prossimo album devo comporre delle hit’ (…) Io non voglio inseguire nulla con la mia musica. Voglio fare la musica che mi rende felice. Ovviamente, devo lavorare sodo, devo fare promozione, esibirmi, incontrare gente… Fa tutto parte del mestiere. Ma la mia responsabilità è la musica. Quello che succede dopo è al di fuori del mio controllo. Quindi, sì, direi che ho paura di cadere nella trappola della produzione in serie e della fama. Perché l’ho fatto, mi è successo. Ne ero ossessionato, tre anni fa (…) Adesso mi sento molto felice”.

Pubblicato il 27/12/2024 08:40

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