06 Dicembre 2024, 12:15
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Cristina Incorvaia ha paura del suo stalker. La donna, 43 anni, assistente in uno studio medico e residente a Novara, è anche un’influencer seguitissima sui social e ha conosciuto la notorietà con la partecipazione di programmi televisivi come “Uomini e donne” e “Temptation Island”. In un’intervista al “Corriere della Sera” lancia un grido d’allarme: il suo stalker da venerdì sera sarà libero e lei teme per la sua incolumità. Vittima di violenza di genere, ha denunciato il suo persecutore ma spiega: “Hanno condannato il mio stalker. Ma, in attesa dell’appello, da venerdì sarà libero: i domiciliari saranno finiti e io vivo di nuovo nella paura. Bisogna fare qualcosa perché le donne siano protette, al sicuro, non siano in pericolo e non debbano avere paura di denunciare”. La sentenza di condanna, dopo mesi di udienze e attese, per il suo persecutore è arrivata nel giorno in cui Filippo Turetta è stato condannato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. L’influencer fa un appello: “Le donne devono denunciare. Io l’ho fatto perché era ora di dire basta. Mi pedinava, osservava, seguiva ovunque. Era anche in possesso di un mio video, registrato senza il mio consenso”.
Poi aggiunge: “Anche se nei giorni scorsi è stato condannato a 2 anni e mezzo di reclusione per stalking e interferenze illecite nella mia vita privata, ho ancora paura possa farmi del male. Del resto fino a che la sentenza non passa in giudicato è un uomo libero”.
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Dopo la sentenza, Cristina Incorvaia ha tirato un sospiro di sollievo. “In parte è stata una liberazione – ammette -. Ma dall’altra resta la paura. Venerdì termina la sua custodia cautelare ed io ho paura possa tornare a cercarmi. È stato in carcere da fine luglio a fine settembre 2023 e poi ai domiciliari dove sarà fino a venerdì”. “Sono preoccupata – aggiunge -. Nonostante la condanna sono preoccupata. Vive a Novara come me e non so davvero come possa reagire”. La 43enne racconta come è iniziato il suo incubo: “L’ho conosciuto nell’aprile di due anni fa in un bar di un’amica a Novara. Si è avvicinato al mio cagnolino. Non sapevo che avesse già denunce per stalking e per altri reati. Non so se mi avesse visto in Tv, mi sono fidata delle sue buone intenzioni”. “Si è poi proposto dopo qualche giorno di tenermi il cane – continua – ne avevo bisogno per un viaggio di lavoro. Non avrei mai immaginato che, già da lì, fosse partito il suo piano…”.
“Teneva tutto, faceva spesso video e foto – rivela la donna -. A me faceva tenerezza. Era la persona più gentile del mondo. Tra noi non c’è mai stata una relazione, ero stata chiara su questo punto. Eppure se uscivo con qualcuno cambiava atteggiamento”.
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Dopo i primi tempi l’uomo si è manifestato in tutta la sua pericolosità: “Ha iniziato a fare delle scenate per i weekend che passavo con gli amici. Mi scriveva di notte. Così l’ho allontanato. Un giorno è arrivato molto arrabbiato minacciandomi di far vedere dei video che aveva girato con un cellulare che aveva nascosto tra i libri di casa sua, mentre andavo a trovare la madre. Poi è stata un’escalation…”. Dalle scenate è passato ad atteggiamenti più pesanti. “Minacce, pedinamenti – rivela l’influencer -. Ma l’ho perdonato per due volte. Un’amica si comporta così. L’ho perfino invitato in Sicilia, a casa dei miei, per il ferragosto. Ma una sera, in discoteca, ha bevuto e si è addormentato sul lettino. Quando sono andata a svegliarlo ha iniziato a insultarmi e minacciato dicendo: ‘ti sparo con il fucile”. Ho tutto registrato”. Da quel momento tutto è cambiato.
“Avevo paura – ammette -. Me lo trovavo sotto casa. Solo in quel momento mi sono accorta di essere in pericolo. Non ha mai smesso. Pubblicava storie sui social contro di me, è arrivato a contattare la redazione dei programmi tv in cui non partecipavo da tempo. Voleva distruggermi. Ero arrivata a non mangiare e dormire”.
Cristina Incorvaia è preoccupata ma anche arrabbiata. “Mi fa rabbia che tutti lo conoscessero e nessuno mi ha detto nulla – insiste -. Aveva pianificato tutto. Non ce la facevo più. Ha minacciato me e i miei genitori. È arrivato a farsi un tatuaggio sulla mano riferito a me e a rubarmi la patente”. Dopo la denuncia sono arrivati i primi provvedimenti: “Sono prima riuscita ad avere il divieto di avvicinamento, era il 30 dicembre. Ma a quel punto ero diventata io in prigione: uscivo e avevo paura, ho dovuto modificare tutti i miei orari. Ero arrivata a uscire solo nel mio cortile”. “Lui è stato arrestato, a settembre – aggiunge – pensavo mi uccidesse, ero stanca ed esaurita. Il mio problema si pone adesso che ha finito di scontare i domiciliari: non ha nulla da perdere. E se mi uccide? Ovviamente spero valga l’ordine restrittivo. Ma che cosa faccio? Vivo nel terrore? Lui non accetta il rifiuto”.
“Denunciare è fondamentale – conclude la 43enne -. Le donne devono smettere di subire e di avere paura di denunciare chi gli fa del male. L’amore non è mai tossico, sono le relazioni ad esserlo. E farlo capire è diventata la mia battaglia”.
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06 Dicembre 2024, 12:15