La dottoressa si è recata a casa di Totti dopo una telefonata di Zangrillo
- Il campione era molto provato: aveva una polmonite bilaterale
- Per fortuna il ricovero non è stato necessario
- Il calvario di Totti è durato 24 giorni
Il quotidiano “La Stampa” intervista Monica Rocco, docente ordinario di Anestesia e Rianimazione all’università La Sapienza e responsabile del reparto di Terapia Intensiva all’ospedale Sant’Andrea di Roma, ma anche colei che ha curato Francesco Totti durante la sua terribile esperienza con il Covid.
E’ stato Zangrillo a mandare la dottoressa a casa di Totti
A contattare la dottoressa mandandola a casa del campione è stato il professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva al San Raffaele di Milano. La Rocco si è recata a casa di Totti per valutare le sue condizioni e capire se fosse necessario il ricovero. L’ex capitano della Roma aveva la febbre alta e respirava a fatica.
“Totti aveva la febbre a 40 e non aveva paura di ricoverarsi”
“Mentre i suoi familiari per fortuna, si sono ammalati in maniera lieve, lui invece si è contagiato in una forma abbastanza aggressiva – racconta la dottoressa – Come lui stesso ha raccontato gli era stata diagnosticata una polmonite bilaterale e aveva la febbre a 40 gradi. Non aveva paura di ricoverarsi, mi diceva solo ‘dottoressa se dobbiamo andare, andiamo’. Un particolare che mi è rimasto nel cuore: nel suo momento di massima fragilità e di ansia, era lui a tranquillizzare la sua famiglia, la moglie soprattutto”.
“Quando gli abbiamo annunciato la guarigione, con lui c’era Ilary”
“L’ho visto migliorare di giorno in giorno, piano piano, farmaco dopo farmaco – confessa – Abbiamo applicato a Totti gli stessi protocolli di tutti gli altri pazienti comprese manovre come la pronazione per tenere liberi i polmoni che ormai tutti ci siamo abituati a vedere. Un ulteriore peggioramento e sapevano tutti e due che doveva andare in reparto. Il giorno che gli abbiamo annunciato la guarigione con lui c’era la moglie. Mi hanno semplicemente detto ‘grazie dottoressa per averci fatto uscire da questo incubo’. Qualche giorno dopo a casa mi è arrivato un pacco. Dentro c’era la maglia firmata dal mio campione finalmente guarito. Ora troneggia nella stanza dei miei figli”.
Totti ha sconfitto il Covid dopo 24 giorni
Francesco Totti ha parlato della sua personale esperienza con il coronavirus in una lunga intervista rilasciata a Walter Veltroni per “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera”. “Ci sono voluti 24 giorni per guarire – ha raccontato – Ho preso il Covid in una forma abbastanza aggressiva. Mi è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. Ho avuto febbre a 40°, tosse continua. Mi sentivo stanco e non avevo fame. A un certo punto la saturazione è salita 89-90 e avrei dovuto ricoverarmi ma ho rifiutato. Avevo paura, per quello che era successo a mio padre due mesi prima. Con i farmaci sono riuscito ad uscirne, ma è stata veramente dura”.
“Ero a letto da solo, tossivo minuto dopo minuto”
“Ho cercato di stare il più possibile a casa e curarmi con cortisone, antibiotici, eparina – ha aggiunto – Ero a letto da solo, in balia del tempo. Non guardavo niente, non avevo voglia, non reagivo, tossivo minuto dopo minuto. È stato un incubo durato quasi un mese. Dopo dieci giorni di punture, antibiotici, cortisone, vedevo che non c’era miglioramento. Sì, allora ho temuto”.
Tutta la famiglia Totti è stata contagiata
Il Covid non ha risparmiato nessuno della sua famiglia: “I ragazzi si sono spaventati, anche loro tutti positivi, per fortuna asintomatici. Ilary, le tate, il giardiniere, tutti. Tutti quelli che mi circondavano l’hanno preso – ha concluso – Non so come sono rimasto contagiato… tra foto, autografi, amici, non sai chi possa essere stato”. Purtroppo il coronavirus si è portato via il padre dell’ex calciatore. Enzo Totti, detto “lo sceriffo”, è scomparso a 76 anni lo scorso ottobre.