Durissima la presa di posizione di Instagram riguardo alle immagini choc apparse ieri sul profilo Instagram di Fabrizio Corona. Com’è noto, l’ex re dei paparazzi ha reagito in modo sconsiderato alla notizia che sarebbe dovuto tornare in carcere. L’ex fotografo dei vip si è procurato diversi tagli sul corpo e poi si è cosparso il volto di sangue. La foto e i video di Corona insanguinato sono stati visibili per qualche ora, poi Instagram ha deciso di rimuoverli.
“Su Instagram sono vietati foto o video di autolesionismo”
“I post e le storie di Fabrizio Corona di oggi 11 marzo sono stati rimossi. Non permettiamo immagini o video di autolesionismo su Instagram ed eliminiamo questi contenuti ogni volta che ne veniamo a conoscenza”, ha dichiarato un portavoce di Facebook che detiene la proprietà di Instagram.
La condanna del Moige
Nella vicenda è intervenuto il Moige. “Queste immagini in cui, di fatto, si incita all’autolesionismo come mezzo per essere ascoltati e combattere ciò che si ritiene giusto, sono visibili a tutti su Instagram, un social in cui sono presenti milioni di giovani e giovanissimi”, ha commentato Elisabetta Scala, vicepresidente del Movimento Italiano Genitori.
Gramellini: “Siamo noi che ci interessiamo a Corona ad avere bisogno della perizia psichiatrica”
Del “caso Corona”, sul quale da ieri si spendono fiumi d’inchiostro, si è occupato anche Massimo Gramellini nella sua rubrica “Il Caffè” sul “Corriere della sera”.
“Corona, perché?”, si chiede il giornalista e scrittore. “Pare che gli faranno una perizia psichiatrica, ma ad averne bisogno saremmo anche noi, che da vent’anni ci interessiamo a lui – è il parere di Gramellini – Il mondo è pieno di persone incapaci di modificare il carattere e quindi il proprio destino: riuscirci è difficilissimo, come ben sa chiunque abbia provato a togliersi un vizio o a levigarsi l’ego nel tentativo di non soffrire più per il successo altrui. Da Eschilo a Shakespeare, gli eroi tragici sono appunto quelli che non riescono a cambiare. Ma hanno un talento, o comunque una grandezza che, se non nobilita né giustifica le loro trasgressioni, le rende dense di significato”.
“Fabrizio Corona non ha e non è nulla di tutto ciò – aggiunge – Perché allora i contemporanei seguono la sua vita con curiosità spasmodica e gli dedicano copertine e ospitate televisive, salvo scandalizzarsi per l’uso che egli ne fa? Forse Corona incarna uno dei tanti «io» che si affollano nel nostro petto: quella pulsione adolescenziale permanente dell’animo umano che vorrebbe ignorare ogni regola, a cominciare dall’autocontrollo, compiacendosi di passare per vittima. L’educazione e la consapevolezza cospirano nel comprimerla, ma quando non ci riescono, quella pulsione esplode in forme caricaturali. E la tragedia diventa farsa”.
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