08 Marzo 2013, 13:50
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Quello scoperto al Cern di Ginevra nel luglio scorso è effettivamente il Bosone di Higgs. E’ questo quello che emerge dal primo identikit fatto dagli scienziati responsabili dei due esperimenti, Atlas e Cms, che hanno permesso di dimostrare praticamente l’esistenza della ‘particella di Dio’, già prevista teoricamente oltre 50 anni fa. Quello cui si è giunti non è un risultato definitivo ma i dati finora raccolti, risalenti al biennio 2011-2012, sono bastevoli per affermare che si tratta proprio del bosone di Higgs, previsto dalla teoria fisica del cosiddetto “Modello Standard”.
Quello che rimane da chiarire però, come evidenziato dal direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, è di quale tipo di ‘Higgs’ si tratti. Secondo il Modello Standard infatti esisterebbe una sola particella di Higgs ma secondo altri approcci teorici, come quello della ‘Supersimmetria’, ne esisterebbero almeno cinque. Quella che gli scienziati del progetto hanno sottolineato è comunque la certezza di trovarsi di fronte ad un momento storico per la fisica e per l’astrofisica mondiale, momento che rappresenta l’inizio di un filone di studi interdisciplinare mirato a comprendere che ruolo abbia avuto il Bosone di Higgs al momento della creazione dell’universo.
Per comprendere però appieno quale sia la portata della scoperta è necessario fare un passo indietro e capire cosa sia, in modo semplicistico, il Bosone di Higgs.
L’idea dell’esistenza di un “campo di Higgs” e di un bosone omonimo deriva da due teorie postulate dallo scienziato Peter Higgs negli anni sessanta. Il “Bosone di Higgs” nello specifico ha un’importanza fondamentale nel tentativo di comprendere l’origine dell’universo perché è ad esso che teoricamente viene attribuita la responsabilità di aver generato la massa e cioè la ‘consistenza’ di tutte le cose. Nonostante lo spiegare il funzionamento di questi due concetti sia estremamente complesso, il paragone che più frequentemente viene utilizzato è quello della “festa e del vip”.
Bisogna immaginare infatti l’universo a qualche istante dalla sua creazione, e cioè dal Big Bang, come la sala di un party privato piena di gente che si muove liberamente (alla velocità della luce). Subito dopo il Big Bang però nella sala entra un personaggio famoso, il Bosone di Higgs per l’appunto, ed ecco che tutte le persone presenti si accalcano intorno a lui. Ecco allora che circondato il bosone inizia ad incontrare difficoltà a muoversi perché ‘appesantito’ da tutte le particelle che sono attratte da lui ed ammassate intorno ad esso. E’ in questo momento che inizia a formarsi la ‘massa’ e cioè la consistenza materiale dell’universo causata per l’appunto dall’aggregazione delle particelle elementari.
La scoperta che è stata recentemente confermata, ma i quali risultati verranno pubblicati nel prossimo luglio, ha dunque un’importanza fondamentale per la comprensione di come sia nato l’universo e tutto ciò che oggi conosciamo anche se, nonostante i dati già ottenuti, quello del Bosone di Higgs è soltanto il primo passo all’interno di un nuovo filone di studi.
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08 Marzo 2013, 13:50