Ieri sono state celebrate le esequie di Silvio Berlusconi, ma le polemiche non si placano. La giornalista Concita De Gregorio, che è tornata in tv senza la parrucca dopo aver affrontato le cure per un cancro, è intervenuta a “DiMartedì” su La7. A una domanda precisa del conduttore Giovanni Floris ha definito “un’esagerazione” la decisione di proclamare il lutto nazionale per la morte del Cavaliere: “I sette giorni di sospensione dei lavori di Camera e Senato, le bandiere a mezz’asta, mi sembra tutto un po’ sovradimensionato. E mi chiedo come mai”. “Mi chiedo cosa ci sia nella psiche collettiva, ammesso che esista – ha continuato – che fa stracciare le vesti in questo modo. Forse un senso di colpa, di inadeguatezza… c’è qualcosa di stonato in questo. Berlusconi è stato un modello molto negativo, la sua vicenda politica è una vicenda macchiata da continue menzogne, l’abitudine di usare il denaro per comprare le persone, fa della corruzione un sistema di governo”. “Ma il più grave dei delitti politici commessi da Berlusconi dal punto di vista del costume è l’arretramento che ha fatto fare nei confronti del tema della parità di genere, il modo in cui ha trattato le donne e ha parlato delle donne”, ha concluso la giornalista.
“Il giorno che morirà un uomo giusto, un grande Presidente, allora, cosa faremo?”
La domanda che si è posta Concita De Gregorio è: “Il giorno che morirà un uomo giusto, un grande Presidente, allora, cosa faremo?”. La giornalista dalle colonne del quotidiano “La Repubblica” si è appellata a uno psicanalista. “C’è materia per ‘uno bravo’ – ha scritto – Uno psicoanalista coi fiocchi che spieghi quale sentimento collettivo animi questo cordoglio straziante, questo lutto disperato. Che cos’è? Identificazione con la vittima? Senso di colpa, di inadeguatezza, riverbero di reali orfanità del padre? Paura, ma di cosa?”. Nel mirino, i sette giorni di pausa dei lavori di Camera e Senato. “Sette – ha sottolineato – tre di lutto nazionale di cui uno strettissimo, i minuti di silenzio in tv, i funerali di Stato, le bandiere a mezz’asta per indicazione di governo”. Anche Rosy Bindi si è dichiarata contraria al lutto nazionale: “I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato lui secondo me non è una scelta opportuna”, ha dichiarato al “Corriere della Sera” l’ex presidente del Pd ed ex ministra.
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Silvio Berlusconi definì Rosy Bindi “più bella che intelligente”
Rosy Bindi, in passato, è stata presa di mira da Silvio Berlusconi. Famosa l’uscita del Cavaliere che la definì “più bella che intelligente”, a cui lei rispose: “Sono una donna che non è a sua disposizione”. Non chiese mai scusa, racconta Rosy Bindi: “Ma francamente non me l’aspettavo, e quindi non mi sono mai meravigliata che non lo facesse. Il comportamento di Berlusconi era frutto dell’ostentazione della forza maschile e padronale sulle donne e maschilista. Non avrei accettato le sue scuse, perché non avrebbero mai colmato la distanza”. “I cambiamenti che ha introdotto, soprattutto nel modello di società, non li considero una modernizzazione, piuttosto li definirei una decadenza. E la prova più evidente è il suo rapporto con le donne”, ha aggiunto . Una cosa positiva? “La sua determinazione, sia pure orientata vero ciò che non condivido, è un valore. E’ stato un lottatore. Da credente auguro a Silvio Berlusconi di riposare in pace. So cosa vuol dire perdere un genitore e quindi il mio sincero cordoglio ai figli e alla famiglia. Ma il cordoglio non significa cancellare il fatto che ha segnato la storia d’Italia in modo negativo”.