Il compagno del filosofo Gianni Vattimo, Simone Caminada non avrà la sua eredità. Questa la decisione del tribunale di Torino. L’uomo era stato già condannato nel febbraio 2023 a due anni di reclusione per circonvenzione d’incapace. Il Tribunale ha definito l’uomo “indegno a succedergli”. Gianni Vattimo è morto, a 87 anni, il 19 settembre 2023 e il compagno, che aveva tentato più volte di sposarlo, si era dichiarato erede universale. Per il giudice l’uomo avrebbe approfittato della fragilità psichica del filosofo allontanandolo gradualmente da tutti gli amici e i conoscenti. Quello tra i due, come riporta ancora la sentenza, era un “amore tossico”. Inoltre Gianni Vattimo “non era in grado di comprendere”.
Simone Caminada, quindi, non solo non potrà beneficiare dell’eredità del filosofo, ma dovrà scontare una pena di 3 anni e 10 giorni di reclusione.
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Gianni Vattimo aveva nominato il compagno erede universale dei suoi beni
Il tribunale ha concesso a Simone Caminada di scontare la pena con la formula dell’affidamento in prova. Dovrà quindi effettuare lavori di pubblica utilità. Se fosse stato beneficiario dell’eredità del compagno, gli sarebbe spettata la somma di 400 mila euro, l’appartamento in via Po a Torino e l’archivio delle opere. Il testamento di Gianni Vattimo non è mai stato pubblicato, come prevede la legge. Gli unici eredi legittimi a questo punto sono due cugine del professore. Simone Caminada era già stato costretto a consegnare loro le chiavi dell’appartamento del filosofo in cui sono custoditi migliaia di volumi che verranno donati all’università di Torino.
Raggiunto dal “Corriere della Sera”, Simone Caminada ha dichiarato: “Parenti serpenti. Cosa volete che dica? È andata così. Certo che ci sono rimasto male, ma non per i soldi. Per la bassezza morale di queste persone. Quando il corpo di Gianni era ancora caldo, mi consolavano e ripetevano di sapere quanto gli avessi voluto bene e come le sue volontà sarebbero state rispettate. Poi, però…”.
“La mia eredità, la mia ricchezza sono i 14 anni trascorsi con lui”
Secondo il tribunale, Simone Caminada avrebbe tenuto in piedi il rapporto con il filosofo con l’intento di convincerlo a nominarlo erede universale. “Tutto falso, i suoi soldi non mi interessavano allora e non mi interessano adesso – dice il 40enne – La mia eredità, la mia ricchezza sono i 14 anni trascorsi con lui. Quelli non me li porta via nessuno”. Gianni Vattimo prima di morire aveva nominato il compagno erede redigendo un terzo testamento. “Un tetto sulla testa non mi manca – dice infine Simone Caminada -. Le sue cugine mi dicevano di stare tranquillo, ma poi l’avidità ha preso il sopravvento. Durante gli ultimi giorni di vita di Gianni non sono neanche venute in ospedale. E adesso sono lì che pensano di dividere l’appartamento in due unità così da ricavare più soldi dalla vendita. Mi chiedo chi sia indegno”.