Claudio Lippi la dice grossa. Il conduttore, ospite nello studio di “Da noi…A ruota libera”, la trasmissione condotta da Francesca Fialdini, ha messo in grande imbarazzo i presenti con un’uscita a dir poco infelice. È stata una domenica da dimenticare per la Rai dopo la boutade agghiacciante di Vittorio Sgarbi a “Domenica In” e la parolaccia sfuggita in diretta alla giornalista Lucia Annunziata nel corso della sua trasmissione “Mezz’ora in più”. Ma torniamo a Claudio Lippi e alla sua ‘figuraccia’. Nel corso della conversazione con Francesca Fialdini, Lippi interagisce con un giovane con una chioma in stile ‘afro’. “È italiano?”, chiede. “Per metà brasiliano”, spiega la conduttrice. “Ah, metà brasiliano? Ecco perché. Ma sempre nell’atto umano, cioè è un essere umano, non è un primate”, ribatte Lippi. Nello studio cala il gelo e la conduttrice cerca come può di cambiare argomento anche che se ormai la figuraccia è fatta.
Claudio Lippi: “Perché sono nato uomo? Me lo sono sempre chiesto”
Quella che voleva essere una battuta innocente si è trasformata in un insulto razzista, che Francesca Fialdini ha cercato di stemperare il più possibile togliendo la parola al conduttore e passando a parlare d’altro. Claudio Lippi era ospite in studio in occasione della festa del papà insieme a sua figlia Federica. Poco dopo la battuta infelice, eccone un’altra: “Perché sono nato uomo? Me lo sono sempre chiesto. Almeno nascevo Malgioglio! Ma niente, neanche quello”. In questo caso, Lippi faceva riferimento al fatto di non lavorare più perché è abituato a fare una televisione educata, a differenza di chi, come Cristiano Malgioglio, è ben più appariscente. Probabilmente il conduttore non voleva risultare razzista ed omofobo, ma il risultato finale è stato imbarazzante e politicamente più che scorretto.
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“Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché non ho più lavorato”
In una recente intervista a “La Repubblica” Claudio Lippi ha lamentato il fatto di non lavorare più come prima: “Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché non ho più lavorato. Ma non sto lì a rovinarmi la vita, lo stress fa male, ho quattro bypass bisogna salvaguardare la salute”. “Mi resta il dispiacere perché non ho più avuto una trasmissione mia. È bello sapere che la gente però ti vuole bene” ha aggiunto. Nella medesima intervista, Claudio Lippi ha parlato dei suoi problemi economici: “Non mi sono mai considerato un uomo arrivato. Ho fatto il mio lavoro con serietà, sempre. Mi considero una persona perbene, forse un po’ ingenua. Non a caso negli anni 90 mi sono ritrovato a ripartire da zero, ho perso tutto per colpa di un agente che fece investimenti sbagliati. I miei guadagni erano spariti”.
Il commento di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli ha così commentato lo scivolone di Claudio Lippi a “Da noi…A ruota libera”: “Claudio Lippi, 77 anni, ha detto delle cose molto brutte. Poi io credo onestamente che quando ha fatto la battuta al ragazzo brasiliano sul fatto che sembrasse un primate l’abbia detto per la pettinatura buffa, ma non è questo il punto. Vivere con una persona di quasi 90 anni – mio padre – ha allargato molto l’orizzonte delle cose che pensavo di sapere. In casa apparteniamo a quattro generazioni diverse (18, 33, 48, 88 anni) e ognuno di noi è figlio di un’epoca diversa. Mio padre di un’epoca profondamente diversa. Mio padre è laureato, un uomo profondamente colto. Si indigna per Cutro, per la politica dei respingimenti, è curioso nei confronti di altre culture e delle persone che vengono da altri paesi. Però non ha la grammatica del nostro tempo. Ogni tanto dice delle cose abbastanza spaventose senza accorgersene e noi glielo facciamo notare, quasi sempre capisce dove sbaglia, allora si corregge, ma poi magari per riparare peggiora le cose”.
“La mia sensazione è che forse potremmo provare a concedergli qualche attenuante”
“Ha chiesto se serviva l’elefante a un ristoratore indiano – ha raccontato – se dormiva in una casa a un ragazzo di colore che ci voleva vendere dei libri, ogni tanto ci mette in imbarazzo in pubblico o ci fa perfino ridere la sera a tavola perchè, appunto, dice cose agghiaccianti e candide contemporaneamente. Mio padre è figlio del suo tempo pieno di cose e pensieri ingiusti e di un padre che faceva regali solo ai nipoti maschi, gli mancano l’imprinting, la contaminazione con la vita, il linguaggio. Mi verrebbe da dire che non conosce la teoria e gli manca pure la pratica, ma alla fine sa cosa è giusto. Probabilmente ha dei mostri interiorizzati che ogni tanto sbucano fuori, ma lui sa come ributtarli dentro. Io non so se Claudio Lippi sia come mio padre, un po’ bollito, un po’ figlio delle tante idee sbagliate del suo tempo, pure un po’ goffo e sciocco e inopportuno, talvolta, ma la mia sensazione è che forse potremmo provare a concedergli qualche attenuante. Io, a mio padre le concedo, perché so che quel ragazzo coi capelli strani sembrerebbe strano anche a lui, e forse gli direbbe qualcosa di cui mi potrei vergognare. Ma poi so che quel ragazzo, alla fine, dopo due minuti anche per lui sarebbe uno come tutti”.