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“Chico Forti voleva zittire Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio con l’aiuto della ‘ndrangheta”

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05 Luglio 2024, 09:49

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Dopo il rientro in Italia, Chico Forti avrebbe cercato di mettere a tacere chi lo attacca con l’aiuto della ‘ndrangheta. Almeno questo è quanto è emerso dalle rivelazioni di un detenuto del carcere di Montorio che ha dichiarato come l’ex campione di surf, che è stato estradato in Italia dopo 24 anni di reclusione negli Usa, lo abbia avvicinato. Sempre secondo il racconto del detenuto, Chico Forti gli avrebbe chiesto di contattare qualcuno appartenente alla ‘ndrangheta per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e anche una terza persona. In cambio di “futuri favori” quando sarà libero e potrebbe candidarsi con il centrodestra. La Procura di Verona ha subito aperto un fascicolo per indagare sulla vicenda, molto spinosa.  Il procuratore capo della Procura, Raffaele Tito, raggiunto dal “Corriere della Sera”, ha dichiarato: “Confermo l’indagine, abbiamo già avvertito le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti. Per noi naturalmente non è una fesseria ma non aggiungo altro”.

Chico Forti e Giorgia Meloni (Foto da video)

Chico Forti avrebbe chiesto aiuto a un detenuto per interessare la ‘ndrangheta e zittire Marco Travaglio

Una bella gatta da pelare alla luce del grande impegno profuso dal governo per far rientrare in Italia Chico Forti, che per molti è innocente e detenuto ingiustamente. L’ex velista e imprenditore rientrato in Italia dagli Stati Uniti, sta scontando una pena a l’ergastolo per il delitto del businessman australiano Dale Pike, commesso il 15 febbraio del 1998 in una spiaggia di Miami. Tornando all’indiscrezione, a raccogliere la confidenza del detenuto sarebbe stata una persona che lavora nell’istituto penitenziario. Quest’ultimo, allarmato dalla gravità della rivelazione, avrebbe subito avvertito Marco Travaglio e la Procura si è intanto attivata per ascoltare i testimoni. Le indagini sono aperte, ma al momento il fascicolo è contro ignoti e il reato è ancora da individuare. Si tratterebbe comunque di istigazione a delinquere e nel peggiore dei casi di tentato omicidio.
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Chico Forti (Foto da video)

Chico Forti contro Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio per le loro dichiarazioni al suo arrivo in Italia

Ma perché Chico Forti ce l’ha tanto con Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio? Tutto inizia il giorno del suo rientro in Italia, il 19 maggio, quando il “Fatto Quotidiano” titola: “Benvenuto assassino”. Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli avevano apertamente espresso la loro indignazione per l’accoglienza trionfale riservata a Chico Forti dalla premier Giorgia Meloni. Non solo. Bruno Vespa, qualche giorno dopo il suo rientro, è andato in trasferta nel carcere di Verona per intervistarlo. Marco Travaglio, in una puntata di “Accordi e Disaccordi” sul Nove, aveva dichiarato: “Ciascuno è libero di dubitare della colpevolezza ma per la giustizia americana Chico Forti è un assassino. Per tornare in Italia Forti ha dovuto accettare la sentenza di condanna. E la Corte d’appello di Trento ha dovuto riconoscere la sentenza americana cosicché da quel momento è un assassino anche per la giustizia italiana. La Meloni fa due cose che non si sono mai viste: primo manda a prendere Forti con un Falcon dell’aeronautica militare, secondo lo accoglie all’aeroporto come un Papa, un capo di Stato, un eroe nazionale…”. Un punto di vista rimarcato da un articolo di Selvaggia Lucarelli sempre sul “Fatto Quotidiano”.

Chico Forti (Foto da video)

Chico Forti condannato all’ergastolo sulla base di una serie di prove schiaccianti

L’ex velista ha ricevuto una condanna negli Usa per un “felony murder”, ovvero un omicidio consumato per commettere un altro crimine. L’imprenditore avrebbe ordito una truffa nei confronti del padre dell’uomo che ha ucciso, Dale Pike. Anthony Pike all’epoca era anziano e già afflitto da demenza senile. L’anziano imprenditore stava per vendere il suo albergo a Chico Forti. Ma la vittima Dale Pike aveva scoperto l’inganno ed era volato a Miami per fermarlo. Molte le prove a suo carico che ne hanno decretato la condanna all’ergastolo. Per prima cosa, la sabbia della spiaggia in cui Pike è morto era anche nell’auto dell’ex velista. I tabulati telefonici collocano Chico Forti sulla scena del crimine, e la sua pistola era una calibro 22, come quella dell’assassino. La Corte è arrivata alla condannata con prove schiaccianti: ergastolo senza possibilità di uscire. L’imprenditore ha trascorso 24 anni nel carcere della Florida. Poi l’estradizione in Italia.

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05 Luglio 2024, 09:49

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