Andrea Sempio, intervistato da “Chi l’ha visto?”, ha parlato dell’accusa di aver ucciso Chiara Poggi, formulata, per la seconda volta, a suo carico dopo 18 anni dall’omicidio. Il caso di Garlasco ha tenuto banco per molto tempo, fino alla condanna definitiva dell’unico indagato, il fidanzato della vittima, Alberto Stasi. Chiara Poggi, allora 26enne, è stata brutalmente uccisa con un corpo contundente mai ritrovato, nella sua casa la mattina del 13 agosto 2007. I sospetti sono subito ricaduti sul fidanzato, Alberto Stasi, l’ultimo ad averla vista in vita. Per il delitto, il giovane è stato poi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere che finirà di scontare nel 2030, salvo sconti per buona condotta. Dal 2023, ha ottenuto il lavoro esterno dal tribunale di sorveglianza di Milano per mansioni contabili e amministrative.
Esce ogni giorno dal carcere, per poi farvi ritorno la sera. Il colpo di scena è arrivato nelle ultime settimane quando la procura di Pavia ha deciso di riaprire il caso e ha obbligato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, a sottoporti al test del Dna. Lo scopo è di confrontarlo con quello ritrovato sotto le unghie della vittima subito dopo il delitto.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Andrea Sempio a “Chi l’ha visto?”: “Mi sento tranquillo, mi sta pesando il punto di vista mediatico”
L’imputato, oggi 37enne, dopo una prima reticenza, si è sottoposto al test del Dna e adesso attende i risvolti dell’inchiesta. Raggiunto dall’inviato del programma condotto da Federica Sciarelli ha dichiarato: “Io sono innocente. Con questa storia non c’entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene”. L’uomo è apparso relativamente sereno e incalzato dalle domande del giornalista ha aggiunto: “La famiglia Poggi crede in me, non hanno mai avuto dubbi”. Andrea Sempio, che all’epoca del delitto aveva 19 anni, frequentava la casa della vittima perché amico di Marco, fratello di Chiara Poggi. “Con Marco mi sento ancora – svela -. Dal punto di vista legale mi sento tranquillo, mi sta pesando il punto di vista mediatico”. L’avvocato dell’uomo, Massimo Lovati, intervistato dalla trasmissione ha dichiarato: “Andrea Sempio vuole tornare alla sua vita e al suo lavoro” . Il 37enne è commesso in negozio di telefonia in un centro commerciale vicino a Voghera, nel Pavese, dove vive. Gli accertamenti disposti dalla Procura di Pavia, essendo ripetibili, potrebbero essere quindi eseguiti anche senza il contraddittorio tra le parti. “È possibile – ha fatto presente il legale – che noi lo verremo a sapere soltanto a cose fatte”.
Vittorio Feltri: “Alberto Stasi è considerato l’assassino di Chiara Poggi, ma non lo è”

Secondo le motivazioni della sentenza di condanna tra vittima e assassino c’era intimità
All’epoca del delitto, la vita di Chiara Poggi, allora 26enne, era stata scandagliata. La giovane aveva pochi amici e un fidanzato, Alberto Stasi, condannato poi per la sua morte. La nuova indagine della Procura di Pavia, parte dall’analisi di alcuni reperti ancora integri, alla luce delle nuove tecnologie a disposizione degli inquirenti. Tutti descrivevano la vittima come “una ragazza seria e timida, che stava bene in famiglia, che lavorava, innamorata del fidanzato”. Chiara Poggi quell’estate aveva rinunciato alle ferie per restare accanto ad Alberto Stati che stava scrivendo la tesi di laurea. Dalla ricostruzione dell’epoca era emerso che la vittima aprì la porta in pigiama e non si è difesa. Questo dimostra come “si fidasse” della persona a cui aveva aperto la porta “e non si aspettasse in nessun modo di venire da lui così brutalmente colpita”.
Nelle motivazioni della sentenza di condanna di Alberto Stasi, i giudici asserirono che l’ipotesi dello sconosciuto-aggressore-ladro “era considerata fantasiosa e astrusa, distante dal senso comune delle cose”. Per poi aggiungere che la la scena del crimine “suggerisce un’intimità scatenante una emotività che non può che appartenere ad un soggetto particolarmente legato alla vittima Chiara Poggi”. Ma con la nuova inchiesta, ogni ricostruzione sembra sovvertita. Le parti attendono i riscontri dell’esame del Dna.