06 Luglio 2024, 10:24
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L’impero di Chiara Ferragni continua a sgretolarsi. Nel giorno in cui l’imprenditrice digitale comunica ai suoi follower di aver chiuso il procedimento dell’Antitrust sulle uova di Pasqua con una donazione di 1,2 milioni di euro alla fondazione “I Bambini delle Fate”, il giornalista Gabriele Parpiglia lancia un’indiscrezione che la dice lunga sulla parabola discendente dell’influencer cremonese che solo un anno fa valutava la quotazione in Borsa.
“Dopo aver dato la notizia della chiusura di alcuni negozi con marchi in concessione (da nord a sud dell’Italia, non solo quello centrale a Milano), arrivano i primi licenziamenti e gli uffici svuotati dove lavorano o meglio lavoravano i dipendenti legati alle società della Ferragni… dove oggi non c’è più Fabio Maria Damato ma la madre Marina Di Guardo che sta gestendo attività soprattutto a livello finanziario – scrive Gabriele Parpiglia su Instagram – Che cosa sta succedendo? Quello che vedete nella foto è una stanza di uno degli uffici che stanno chiudendo di Chiara Ferragni collection ovvero dove c’è chi lavora per le attività legate allo sviluppo del prodotto legate alle società (i licenziamenti passano anche da Tbs e non solo, ndr). Alcune stanze sono state date in affitto, altre chiuse. E arrivano i primi licenziamenti ‘eccellenti’ come l’allontanamento della direttrice della comunicazione”.
Gli uffici a cui il giornalista fa riferimento sono ubicati in via Turati a Milano e, stando a quanto riporta il “Corriere della Sera”, si starebbero restringendo. Gli immobili sarebbero riconducibili a Renzo Rosso, patron di Diesel. “Gli uffici di Fenice sono ancora vitali e in fermento – si legge – In particolare è la divisione ‘sviluppo del brand nei negozi retail’ della CF Collection a soffrire e assottigliarsi, di pari passo con il crollo delle vendite di prodotti che al momento compaiono scontati a doppia cifra sulle piattaforme”. A quanto pare, prossimamente, oltre allo storico store meneghino di via Capelli, vicino a corso Como, chiuderanno altri negozi con marchi in concessione, da Milano a Roma.
La crisi del gruppo Ferragni dopo l’esplosione del pandoro-gate che ha avuto come effetto non solo un danno economico ma anche un crollo reputazionale senza precedenti, a quanto pare, si starebbe ripercuotendo sui dipendenti. “Purtroppo possiamo affermare che ricollocarsi per chi ha sul curriculum il nome dell’azienda della Ferragni è difficile”, afferma Gabriele Parpiglia lasciando intendere che in questo momento storico essere ricollegati all’imprenditrice digitale non sarebbe un’ottima referenza per chi si vedrebbe costretto a cercare un altro impiego.
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Gabriele Parpiglia parla anche di “una forte tensione” tra Chiara Ferragni e la madre Marina Di Guardo che ha preso il posto di Fabio Maria Damato all’interno delle aziende della figlia. “La causa sarebbe l’assenza sul lavoro della prima, i continui weekend e, badate bene, una storia d’amore della Ferragni con un manager più grande destinatario delle dediche social. Nome che non può esser svelato e situazione che preoccupa la signora Di Guardo”, sostiene il giornalista. Per quanto riguarda Fabio Maria Damato, la sua uscita di scena dalle società di Chiara Ferragni non avrebbe comportato la fine della loro amicizia. Entrambi hanno partecipato al matrimonio di Diletta Leotta e Loris Karius a Vulcano e sarebbero stati molto attenti a non farsi immortalare insieme.
“I due hanno dialogato davanti a tutti schivando foto e selfie – fa sapere Gabriele Parpiglia – Damato, con i pochi ex colleghi con cui è rimasto in rapporto, racconta che a settembre ripartirà con una sua agenzia di talent e comunicazione. A noi risulterebbe che potrebbe lavorare per lo storico amico, anche lui di Barletta come Damato, Vincenzo D’Ascanio, per intenderci colui che al matrimonio dei Ferragnez si è occupato degli allestimenti floreali nonché amico di Chiara. Però ci ha contattato lo stesso D’Ascanio confermando il rapporto di amicizia con D’Amato ma non la collaborazione”.
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06 Luglio 2024, 10:24