26 Febbraio 2024, 10:21
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Ospite del programma di La7 “In altre parole” condotto da Massimo Gramellini, Candida Morvillo ha raccontato i retroscena dell’intervista esclusiva a Chiara Ferragni realizzata insieme al collega Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”. “Io ho visto una donna con una grande forza e un grande coraggio – ha confidato – e sicuramente una crisi in corso, come ci possono essere in tutte le famiglie. Una crisi aperta a diversi scenari possibili. Io sono arrivata in uno di quei momenti di confronto nei quali probabilmente i protagonisti fanno fatica a trovare le parole da dirsi tra di loro. Figuriamoci a trovare le parole da dire a un pubblico fatto da milioni di follower e in questo caso anche di milioni di lettori”.
“Grande rispetto anche per le parole che Chiara ha usato per raccontare questa crisi che, a mio avviso, erano di massima protezione verso la famiglia, verso i bambini – ha proseguito la giornalista del “Corsera” – Io ho trovato una giovane donna con una grande forza di carattere perché in una giornata che doveva essere per lei tra le più difficili della sua vita è riuscita a mascherare abbastanza bene uno stato di sofferenza che posso immaginare sia molto profondo. In lei ho visto una determinazione molto forte a proteggere la famiglia e il rapporto con il marito. La mia sensazione è che all’interno di una coppia giovane, esposta, innamorata, burrascosa, ci sta anche che il marito esca di casa, poi ritorni, poi riesca. Poi non si sa come va a finire ma sicuramente quella che io ho incontrato è una donna che quel matrimonio lo voleva ancora difendere”.
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Riguardo al pandoro-gate, Candida Morvillo ha aggiunto: “Quello che è successo lo accerteranno i magistrati. Chiara pone il tema della buona fede. Lei racconta un dettaglio che finora era inedito. Lei dice: ‘Se non ci fosse stata una mia specifica clausola contrattuale, quella beneficenza forse non sarebbe stata fatta’”. A puntare il dito contro le dichiarazioni rilasciate da Chiara Ferragni al “Corriere della Sera” è Selvaggia Lucarelli, ovvero colei che ha sollevato il caso del pandoro Balocco griffato dall’imprenditrice digitale. “Ognuno ha il diritto di difendersi e di raccontare tutte le favole che vuole, ma i giornalisti hanno il dovere di fare domande serie”, tuona rilanciando tra le Instagram Stories l’articolo da lei scritto e pubblicato sul “Fatto Quotidiano”.
“Si sono sbagliati tutti: l’Antitrust, le aziende che collaboravano con lei, il Fatto, i follower, i giornalisti, la politica e pure il marito: Chiara Ferragni è sempre stata corretta e in buona fede e noi siamo tutti vittime o creatori di fake news – esordisce – Alla fine confezioneremo tutti noi un video di scuse collettive in pigiama grigio destinato a lei, la piccola Chiara che ieri, dopo due mesi di silenzio stampa, ha deciso di rilasciare un’intervista fiume a Candida Morvillo e Giuseppe Guastella per il Corriere della Sera. In pratica ci sono voluti ben due giornalisti per intervistare Chiara Ferragni, uno di costume e uno di giudiziaria, manco fosse Julian Assange. Intervista che esce astutamente durante la settimana della moda, in modo che Chiara Ferragni, la grande neo-emarginata della moda milanese, possa avere il suo riscatto mediatico tra un party e una sfilata”.
“Nel ‘publireputazionale’ a doppia firma – prosegue – non manca nulla, dalla foto di Chiaretta da bambina per suscitare tenerezza alla frase jolly ‘sono imperfetta’ nel titolo (ma non risulta che sia stata multata per perfezione ingannevole) a ‘la priorità è difendere la famiglia. Giusto tenere i problemi dentro le mura domestiche’. Che fa il pari con il ‘devo tutelare i figli’ di Fedez ai microfoni di Pomeriggio 5. Dichiarazioni credibilissime, dopo che hanno fatto terapia di coppia davanti alle telecamere, dopo che hanno mostrato immagini delle telecamere a circuito chiuso nella camera dei figli. Insomma il solito scudo elastico dei figli e della privacy, perché ci sono difficoltà monetizzabili e altre no.
Il vero problema è l’imbarazzante assenza di repliche puntuali ad affermazioni discutibili ed evasive. Ferragni dice che ‘se fai beneficenza e ne parli crei un effetto emulativo’. Bizzarro, perché nel provvedimento dell’Antitrust emerge come la sua società Fenice avesse fatto inserire nel contratto per il Pandoro l’obbligo da parte di Balocco di non comunicare in alcun modo all’esterno la notizia relativa alla donazione. Insomma voleva l’effetto virale, ma temeva che si sapesse a quanto ammontava la cifra donate e, soprattutto, che a donarla era la Balocco e non lei”.
“I due giornalisti le fanno notare la sproporzione tra il suo cachet (un milione di euro) e la donazione di Balocco. E lei replica che quei soldi sono andati alla sua società, mica a lei – conclude Selvaggia Lucarelli – Insomma è nullatenente come il marito. Ma ecco la parte più spassosa. Secondo Ferragni, se lei non si fosse beccata una multa per pubblicità ingannevole, non avremmo un ddl Beneficenza.
La legge non è dunque il frutto di un lavoro di inchiesta ma della sua violazione delle normative contro la pubblicità ingannevole (un ego così neanche Fedez nei suoi giorni migliori) … Chiudo ponendo alcuni quesiti agli abili intervistatori: come mai nessuna domanda sulle uova Dolci Preziosi vendute per due anni con lo stesso schema? Come mai non le è stato chiesto, vista la buona fede, perché sono stati cancellati i post sulle uova benefiche dalla sua pagina proprio mentre sul Fatto usciva la parte dell’inchiesta relativa alle uova?”.
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26 Febbraio 2024, 10:21