15 Novembre 2023, 15:54
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Dopo aver registrato il tutto esaurito nei teatri italiani, martedì 14 novembre “Amore+Iva”, lo spettacolo dei record di Checco Zalone prodotto da Arcobaleno Tre e MZL, è sbarcato su Canale 5 e ha tenuto incollati al video 3.480.000 spettatori e il 19.20% di share. Leader assoluto della serata, “Amore + Iva” ha raggiunto picchi di 4.385.000 spettatori. “Talento assoluto – con prove fuori da ogni standard, in tv, al cinema e a teatro – Luca Medici, in arte Checco Zalone, ha regalato agli spettatori dell’ammiraglia Mediaset una serata davvero speciale. Un comedy-show che merita una standing ovation anche da tutta Canale 5. Grazie Luca!”, ha dichiarato Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5.
La performance teatrale di Checco Zalone ha fatto tappa in 17 regioni italiane e ha toccato ben 38 città diverse, con 21 spettacoli a Milano presso il Teatro degli Arcimboldi, dove ha attirato un pubblico di 50.000 spettatori, 14 spettacoli a Roma presso il Teatro Brancaccio, con 25.000 spettatori, e 2 spettacoli all’Arena di Verona, che hanno attirato oltre 20.000 spettatori. Lo spettacolo ha anche oltrepassato i confini nazionali, con tre spettacoli in Svizzera. È degno di nota il fatto che tutte e 111 le repliche “Amore + Iva” abbiano registrato il sold out. I biglietti venduti sono 350.000 biglietti.
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Ad incensare l’attore e regista pugliese, dopo il passaggio in tv del suo show, è Aldo Grasso nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”. “In teatro dev’essere un’altra cosa. In tv manca quel rapporto empatico (si dirà così?) tra palcoscenico e platea e quindi si fa fatica a capire cosa pensi veramente Checco Zalone dei suoi spettatori: quando si rivolge loro insultandoli, quando finge di adularli, quando li asseconda – esordisce il critico televisivo – L’aspetto più avvincente della comicità di Checco è che ognuno si sente gratificato dalle sue battute, come se fossero rivolte ad altri. Ridiamo perché ci sentiamo immuni, noi che non ci facciamo problemi con gli immigrati, con gli omosessuali, con gli svantaggiati di ogni tipo; ridiamo perché riteniamo imbecilli quelli che non capiscono gli accenni al catcalling, al bodyshaming, al gender. Ridiamo perché ci sfugge la cosa principale: quelle battute sono rivolte anche a noi. Checco è lo specchio in cui non vogliamo specchiarci”.
“Lo si capisce subito, da quando un finto Tg5 condotto da Cesara Buonamici, ora opinionista al ‘GF’, lo intervista ‘in esclusiva’: il problema è che quel tg non ha nulla di finto, è quello che ci sorbiamo ogni sera, su tutte le reti – prosegue Aldo Grasso – Sublime è il momento in cui Checco si rivolge al pubblico per chiedere quale canzone interpretare: tutti rispondono ‘Angela’, forse perché è la più orecchiabile senza poi darsi troppo pena di capire le parole. Fra i cosiddetti comici, Checco è il più politico di tutti: dietro la parvenza della scorrettezza c’è un raffinato intellettuale che regala con generosità perle ai porci (i porci siamo noi, quando ridiamo facendo finta di afferrare), che ama rivolgersi più alla testa che alla pancia”.
“A cominciare dall’imitazione di Putin – conclude il celebre critico – sul palco si susseguono personaggi del suo mostrificio: il rapper Ragady (il nome chiarisce il problema da cui è afflitto) il maestro Riccardo Muti («nato a Molfetta, città a cui ho dato i natali»), Vasco Rossi invecchiato e pieno di paturnie, Andrea Bocelli, e il problema dell’ascella della cantante che lo accompagna (si chiama Alice Grasso, è molto brava ma non è parente). Le imitazioni sono la parte più debole, ma va bene così”.
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15 Novembre 2023, 15:54