25 Settembre 2022, 11:37
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Can Yaman è il protagonista maschile di “Viola come il mare”, la fiction prodotta da Lux Vide in collaborazione di Rti che debutterà su Canale 5 il prossimo 30 settembre. Una data da segnare col rosso per i fan dell’attore turco (10 milioni solo su Instagram). A pochi giorni dal suo ritorno in tv, Can Yaman si confessa in un’intervista al “Corriere della Sera”.
La prima domanda è sulla sua innegabile bellezza e la risposta è sorprendente. “Sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, fosse per me, me lo sarai già dimenticato. La bellezza mi aiutato nel mio lavoro? Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo”, sentenzia.
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“Bisogna andare oltre il pregiudizio – argomenta – Ci sono persone più belle di me, ma se l’aspetto non è accompagnato da altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano. La bellezza da sola non basta, così come il talento. In tanti sognano di recitare, magari anche all’estero, ma non so quanti sono poi realmente disponibili a lasciare tutto: casa, famiglia, affetti e ripartire da zero in un nuovo Paese, parlando una nuova lingua”.
Papà avvocato, mamma professoressa, Can Yaman parla cinque lingue, ha frequentato il liceo scientifico in italiano e a scuola era un secchione. “Il lavoro di mio papà andava sempre peggio – racconta – Mi sentivo così incastrato da cercare una via di scampo e l’educazione era questo. Migliorarmi era l’unica via di fuga. I miei mi dicevano che avrebbero potuto spostarmi in un’altra scuola per via dei costi e questo mi ha incentivato: ho concluso il percorso primeggiando, ero il migliore della scuola. La mia media, 92,57 su cento, resta il record. Non mi hanno mai superato”.
“Avevo un’ambizione pazzesca – ricorda – Ero amico di un ragazzo albanese: un genio. Con lui leggevamo non solo i libri della scuola italiana, ma quelli delle scuole americane, con il sogno di studiare in America. E poi ci piaceva la filosofia: Platone, Aristotele… insieme parlavamo in italiano (…) La cultura italiana mi è sempre stata simpatica: mi piaceva tutto, dall’architettura alla cucina fino alle macchine. Poi il poi destino, ironico, mi ha portato qui. E conoscere la lingua si è rivelato determinante”.
Il divo turco sembrava destinato ad un futuro da avvocato ma presto ha compreso che non era quella la sua strada. “Studiare Giurisprudenza è stata un’idea di mio padre – confessa – ma mi ha convinto in cinque minuti. Per lui conoscere le regole significava aprirmi ogni porta, strutturarmi. Quanto ai progetti, si dice che Dio ti ride in faccia quando li hai. Quando ho iniziato a lavorare come avvocato ho capito che la pratica è diversa dalla teoria e questo mi ha deluso. Non era il lavoro giusto per il mio carattere: io sono uno che evita i problemi, non uno che li risolve. E mi piace farmi i fatti miei, non quelli degli altri. Tanto meno litigare. Fare l’attore è più da me”.
“Ora spero che ‘Viola come il mare’ spacchi lo schermo – conclude – dopodiché giro una nuova serie in inglese, a Budapest. Per il futuro, lascio che il tempo riempia i dettagli. Se la mia famiglia è felice per me? Molto, specie mia madre. Per ogni mio successo lei piange e a casa sua c’è un angolo in cui mette tutte le mie foto, sembra un museo… o anche un po’ il mio funerale”.
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25 Settembre 2022, 11:37