27 Giugno 2022, 13:38
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Bud Spencer aveva una figlia segreta? A sei anni dalla scomparsa dell’attore, al secolo Carlo Pedersoli, Carlotta Rossi – questo il nome della presunta figlia – si fa avanti e chiede l’esame del Dna e il riconoscimento di paternità al Tribunale di Roma. A riportare la notizia è il “Corriere della Sera”. In “A metà”, un memoir disponibile da oggi su “Apple Books”, la 46enne racconta la storia d’amore tra sua madre Giovanna Michelina Rossi e l’uomo che ha sempre chiamato “Lallo”, mentre per lui lei era “Lallina”.
Il primo ricordo che Carlotta ha di lui risale a quando aveva tre anni e mezzo. “Era arrivato a casa nostra con una valigia che a me sembrava gigantesca, ma in realtà era normale – racconta – Era piena di giochi. Ho questa immagine di un gigante dal sorriso buono, una sorta di Babbo Natale fuori stagione con la giacca blu e la valigia bianca”. Carlotta Rossi vive e lavora come producer a Londra e, nell’atto di citazione presentato dai suoi avvocati, chiede il risarcimento “del danno subito per la sostanziale mancanza della figura paterna nell’intero arco della vita” alla vedova Maria Amato e ai tre figli, Giuseppe, Cristiana e Diamante.
“Non c’è un motivo per cui ho deciso adesso di avanzare le mie richieste in Tribunale e di raccontare in un libro il grande amore che ha legato mia madre a mio padre. Oggi sono pronta, prima no. E mi sento affrancata dalla promessa fatta a mia madre, mancata il 9 novembre 2015, che non avrei mai detto a nessuno chi era mio padre”, confessa.
Sul “Corsera” si legge che Bud Spencer “ha provveduto al suo mantenimento fino alla laurea. Le ha pagato la scuola americana, l’università negli Stati Uniti, le vacanze estive e invernali, un lungo soggiorno in Florida. E ha continuato ad aiutare la madre con un bonifico mensile di mille euro fino alla morte: i legali sono in grado di riprodurre tutti i movimenti dal 2005 al 2015 (…) Carlotta aveva 13 anni quando lui le disse di avere un’altra famiglia e tre figli legittimi”.
“Di mio padre non avevo il numero privato, era sempre lui a chiamarci – racconta Carlotta Rossi – Avevo solo il fisso dell’ufficio, dove rispondeva la segretaria. Quando mamma è morta ho telefonato a Giuseppe Pedersoli, il suo primogenito, di cui mi ero procurata il cellulare perché lavoriamo nello stesso ambiente. La telefonata è durata 30 secondi, il minimo indispensabile. Gli ho detto chi fossi e che avevo bisogno di avvisare Carlo. Non l’ho mai più sentito”. Riguardo alla famiglia legittima del padre dice: “Penso siano persone carine, non mi dispiacerebbe costruire una relazione con loro”.
“Mi sarebbe piaciuto andare al funerale – conclude – ma poi non avrei potuto salutarlo come avrei voluto. Così sono andata soltanto in Campidoglio, ho fatto la fila come tutti, accanto a ragazzi che avevano tatuato il suo nome e quello di Terence Hill sul braccio. Sono passata davanti alla salma, un cordone bordeaux separava ‘noi’ dalla famiglia legittima. Io ero una spettatrice”.
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27 Giugno 2022, 13:38