27 Novembre 2023, 14:40
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Bruno Vespa, ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, presenta il suo ultimo libro “Il rancore e la speranza”. Il giornalista racconta una serie di aneddoti molto intimi sulla sua vita privata, primo fra tutti il legame che lo univa al fratello Stefano morto prematuramente. “Io non so provare rancore – esordisce il giornalista – tendo a dimenticare facilmente i torti ricevuti. Sono un ottimista, mi piace guardare avanti, al futuro”. Bruno Vespa ricorda la sua infanzia e il momento in cui è nata la sua passione per il giornalismo: “Da piccolino sognavo di fare il falegname, poi ho cambiato idea con medico. Poi, al circolo di tennis, ho iniziato a scrivere di tennis. Appena un anno dopo, a 16 anni, ho iniziato a scrivere nella redazione Aquilana de ‘Il Tempo’”. Figlio di una maestra elementare e di un rappresentante di commercio, il conduttore di “Porta a Porta” ricorda: “Papà non ha avuto una vita facile, è stato per un periodo disoccupato. È stato difficile per tutti. Penso a loro tutti i giorni”.
Gli affetti sono al centro della vita di Bruno Vespa: la moglie Augusta, i due figli Federico e Alessandro Vespa ai quali ha dedicato quest’ultimo libro e il fratello. Inevitabile il ricordo di Stefano Vespa venuto a mancare all’improvviso, all’età di 64 anni, nel marzo del 2022. “Mio fratello purtroppo se ne è andato troppo presto – dice commosso – Era un professionista, anche lui giornalista, stimatissimo. Se ne è andato di casa la mattina con la sua borsa da nuoto, e a causa di un infarto non è più tornato. Mi sono sentito orfano”. Poi aggiunge: “Lui era la parte seria della famiglia, era infinitamente più serio e scrupoloso di me, fu il primo a leggere le bozze del mio libro e a segnalarmi gli errori. Io sono molto più distratto rispetto a lui. Questo è il secondo libro che scrivo senza di lui e mi è mancato molto”. Un legame strettissimo ha da sempre unito i due fratelli: “Non volevo essere figlio unico, è nato quando avevo 13 anni. Era un giornalista brillantissimo e stimatissimo”.
Nel libro Bruno Vespa dedica il primo capitolo alla guerra in Israele, il secondo alla guerra in Ucraina. “Ho intervistato tre volte Volodymyr Zelensky – racconta – poi ci sono le pagine dedicate alla seconda guerra civile italiana che inizia dopo la liberazione e finisce nel 1949”. “Poi c’è la politica italiana che si apre con Silvio Berlusconi– spiega – Lui mi manca molto perché ha portato la democrazia dell’alternanza. Senza di lui l’alternanza non ci sarebbe mai stata”. “In trent’anni di rapporti – rivela – lui ha sempre presentato il mio libro nella buona e nella cattiva sorte. Qualche volta abbiamo discusso, ma l’ho ammirato profondamente ed è stata una grande perdita”.
Nel libro c’è anche un’intervista a Pier Silvio Berlusconi. Silvia Toffanin manda un video con un estratto: “Ho iniziato a lavorare nel 1992 dopo un brutto incidente in moto – racconta l’amministratore delegato e vicepresidente di Mediaset nell’intervista – che mi ha impedito di camminare per più di un anno. L’esperienza delle riunioni di palinsesto a cui papà mi portava quando ero ancora bambino e la passione per la televisione, strada facendo, mi hanno spinto ad amare profondamente il mio lavoro”. Poi aggiunge: “L’orgoglio di mio padre mi ha emozionato, per un figlio niente è più importante. Mi ha lasciato un tesoro nel cuore. Negli ultimi anni pranzavamo insieme un giorno a settimana, abbiamo riso tanto. Papà aveva la capacità di generare emozioni e sentimenti”.
Al termine del video, Silvia Toffanin non trattiene le lacrime e Bruno Vespa per smorzare l’emozione scherza: “Pier Silvio è un bravo ragazzo, se vuoi un giorno te lo presento”. “Con piacere”, risponde sorridendo la conduttrice. Bruno Vespa aggiunge di aver avuto un confronto con i cinque figli del Cavaliere: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi: “Con l’accordo sull’eredità, la famiglia Berlusconi ha dato a tutti un esempio di unità. Tutti loro hanno detto che glielo dovevano perché è stato un grande padre”.
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27 Novembre 2023, 14:40