01 Settembre 2021, 19:40
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In estate, in Italia, i giovani non vogliono lavorare e la colpa è del reddito di cittadinanza che avrebbe dovuto essere sospeso. Parola di Flavio Briatore, protagonista di un lungo sfogo ai microfoni dell’Adnkronos. L’imprenditore, come al solito, non le manda a dire e si contraddistingue per la schiettezza.
“Non c’è alcun giovane che ha voglia di lavorare durante la stagione estiva” e “non è vero che si offrono contratti bassi” e quindi “il governo doveva sospendere il reddito da maggio a ottobre, dare la possibilità ai giovani di fare la stagione e poi riprendeva a ottobre. Lo Stato risparmiava e magari c’è qualcuno che trovava lavoro per tutto l’anno”. “A fine aprile – ricorda – mancava lavoro in tutti i centri commerciali, i ristoranti erano disperati perché non trovavano personale. Il reddito di cittadinanza andava sospeso per la stagione”.
Briatore non crede alla “giustificazione” secondo cui i giovani preferirebbero accontentarsi del reddito di cittadinanza piuttosto che percepire stipendi da miseria. “Si tratta di cavolate – sentenzia – Un ragazzo che lavora al Twiga (uno dei suoi locali, ndr.) ha uno stipendio minimo di 1.800 o 1.900 euro al mese. In Italia una stagione dura 4 mesi. Ripeto, dovevano abolirlo, lasciare che i ragazzi lavorassero con salari ovviamente corretti e poi riprenderlo. Così si risparmiavano 5 mesi di reddito e invece, mantenendolo durante la stagione, i giovani ci chiedono di lavorare in nero, una cosa che non possiamo permetterci di fare”.
Flavio Briatore tira le somme di questa stagione: “Sta andando bene. In Francia, in Inghilterra, a Dubai e a Riad. In Sardegna è stata una stagione buona ma molto corta, non abbiamo aperto la discoteca, per cui avevamo il ristorante con il dinner show e abbiamo aperto un Crazy Pizza che è stato un grande successo. Anche a Forte dei Marmi va molto bene. I nostri locali devo dire sono andati molto bene. A Montecarlo, dove abbiamo 5 locali, per entrare in discoteca o al ristorante devi avere la certificazione, sia che sei monegasco che un turista, oppure un tampone con codice Qr, che però deve essere digitale perché almeno il 40% di quelli cartacei è falso”.
Secondo l’imprenditore, il fondo Mise per le discoteche è troppo basso: “Dare 25mila euro a una discoteca non serve a niente, non ci paghi nemmeno l’affitto. Io non so in Italia che locali ci siano, ma con 25mila euro non ci paghi nemmeno lo stipendio del guardiano. Negli altri Paesi hanno pagato il 20% del fatturato di chi è rimasto chiuso, se fatturavi 5 milioni te ne davano uno. Da noi con 25mila euro a una discoteca che impiega 80/100 persone, non ci paghi nemmeno due settimane d’affitto. Sono cifre che non hanno alcun senso logico. Prima Conte e ora Draghi hanno sempre promesso e dato l’elemosina, non hanno mai sostenuto un business chiuso”.
“Non si è capito perché le discoteche siano state tenute chiuse, si potevano aprire col green pass o con il tampone – conclude – e hanno dato la possibilità alla gente di assembrarsi in spiaggia, in party privati, con ville che si trasformavano in discoteche senza nessun controllo. Questa è una follia. In Italia devi sempre criminalizzare qualcuno e hanno criminalizzato le discoteche. Poi però in spiaggia non c’era nessun distanziamento, quando l’Inter ha vinto il campionato o quando l’Italia ha vinto gli Europei c’erano in ogni città centinaia di migliaia di persone assembrate che si baciavano e si urlavano in faccia. È tutto un controsenso e non c’è alcuna logica: non aprire le discoteche con green pass o con un tampone con codice Qr ha messo in difficoltà migliaia di operatori”.
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01 Settembre 2021, 19:40