Una bimba è stata tenuta nascosta per tre anni dentro un cassetto dalla madre. Una storia agghiacciante che arriva dall’Inghilterra. La donna, ora in carcere, dovrà scontare una pena di sette anni e sei mesi. Le motivazioni della sentenza fanno riferimento alla condizione di “sofferenza estrema” alla quale la madre ha costretto la piccola. La bambina per i primi tre anni della sua vita ha vissuto dentro un cassetto. Secondo i procuratori che hanno condannato la madre, la piccola “non aveva mai visto la luce del sole o respirato aria fresca” e si è salvata per caso. Una persona entrata in casa ha udito un pianto disperato proveniente da una stanza e ha sporto denuncia. La donna, una volta scoperta, ha confessato. Il giudice ha definito la vicenda “quasi incredibile” fornendo particolari che hanno portato la Corte alla sentenza.
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Bimba tenuta dentro un cassetto, il racconto di chi l’ha salvata
Secondo la Corte la donna ha “privato la bambina di amore, affetto, attenzione, interazione sociale, una dieta adeguata e cure mediche necessarie”. Ma per fortuna la piccola è sopravvissuta alle privazioni e, sempre secondo il giudice, “sembra ora lentamente rinascere dopo quello che era quasi una vita sospesa in quella stanza”. La circostanza più incredibile è che la donna tenesse la bimba nascosta anche agli altri figli e al compagno con cui non conviveva ma che frequentava la casa. La piccola è stata ritrovata chiusa nel cassetto di un letto. A scoprire l’orrore è stata un’assistente sociale in visita nella casa della donna che nel corso dell’udienza ha raccontato: “Guardai la madre e le chiesi, ‘È qui che la tieni?’ Lei rispose con calma, ‘Sì, nel cassetto’. Non mostrò alcuna emozione. Fu un momento scioccante: mi resi conto che probabilmente ero l’unica altra persona che la bambina avesse mai visto”.
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Il giudice: “Non ricordo un caso così agghiacciante nei miei 46 anni di carriera”
La bimba è stata ritrovata in un grave stato di denutrizione e privazione, tanto da sembrare molto più piccola della sua età, una neonata di non più di sette mesi anziché una bambina di tre anni. La donna la nutriva poco, dondole solo latte e Weetabix somministrati con una siringa. La piccola aveva anche problemi di salute come una palatoschisi e altre gravi problematiche mai diagnosticate o curate. Eruzioni cutanee e varie deformità dovute alla permanenza dentro il cassetto. Nel corso dell’udienza la donna ha dichiarato di non sapere di essere incinta e di essersi sentita “terrorizzata” al momento del parto. Ha però negato di tenera la bambina sempre dentro il cassetto spiegando che comunque il cassetto non era mai chiuso del tutto. Ha inoltre dichiarato che la bambina era “estranea alla famiglia”. Dopo il verdetto il giudice ha ammesso: “Non ricordo un caso così agghiacciante nei miei 46 anni di carriera”. La storia ha comunque un lieto fine. La bambina ora vive con una famiglia adottiva e sta lentamente recuperando la sua normalità. Si spera possa dimenticare i suoi primi tre anni di vita tra sofferenza e privazioni.