La più grande vittoria? Il fatto che la musica dopo tanti anni lo diverta ancora. Beppe Vessicchio, 65 anni, tra i direttori d’orchestra prestati alla tv più amati, lo confessa in un’intervista al “Corriere della Sera”.
“Nei dilettanti scorgo una luce che nei professionisti si è spenta”
“Vede, io amo i dilettanti perché nei loro occhi scorgo una luce che nei professionisti si è spenta – confida alla giornalista – Divertitevi, divertiamoci, coltiviamo le cose per diletto. È la raccomandazione che da sempre faccio a mia nipote Teresa e che presto farò anche alle mie due bisnipotine, Alice e Caterina (…) Ho capelli e barba bianca, sono in quella fase della vita in cui si pensa alle restituzioni. Non parlo di cose materiali, ma di quella vocazione a distribuire qualcosa di quello che si è guadagnato. Esperienza, doti, cose imparate”.
Gli studi da architetto
“Non è mica facile essere fedeli alle proprie passioni, sa. Pensi che io ho studiato per fare l’architetto e per un lungo periodo della mia giovinezza ho fatto tardi la sera per suonare e mi sono alzato all’alba per studiare – racconta – Fu mio padre ad aprirmi gli occhi. Un giorno mi disse: ‘Ma se ti laurei, poi farai l’architetto?’. D’istinto risposi di no, forse era la prima volta che lo pensavo. E lui allora mi consigliò: ‘Be’ ma a questo punto segui la strada della musica con lo stesso impegno che stai mettendo nello studio dell’architettura’. Consiglio prezioso, una strada saggia che ho sempre cercato di mettere in pratica sia con mia figlia che con mia nipote”.
“Io spero che sia loro che i tanti giovani che seguono il mio lavoro non perdano mai di vista il vero motivo per cui si fa qualcosa – auspica Vessicchio – Specie se, come me, ci si occupa di musica, di arte. Vedo tanta ansia di concretizzazione: fama, stabilità, soldi. Così però ci si inaridisce”.
L’esperienza ad “Amici”
Il Maestro ne approfitta per raccontare un aneddoto personale: “C’è stato un momento della mia carriera in cui lavoravo moltissimo e soprattutto in televisione. C’era la serialità di Amici e di tanti altri programmi, una popolarità diffusa, capillare. Lusinghiera, non lo nascondo. Ma io sentivo che mi stavo immettendo in un’autostrada in cui facevo le cose per un senso di inerzia, per dovere, per lavoro. Poi, a un certo punto, la serialità televisiva si interruppe. Per tanti motivi, incluso un sano ricambio di personaggi. In un primo momento rimasi spaesato, senza equilibrio. Ma dopo mi sono accorto che senza quel senso di ripetitività potevo fertilizzare la mia musica. E così ho ripreso in mano un pezzo che avevo cominciato a comporre da ragazzo, ho iniziato delle collaborazioni, magari meno stabili ma che mi danno tanta soddisfazione”.
Quando Vessicchio bacchettò il talent di Maria De Filippi
Nel 2018, in un’intervista a “La Verità”, Beppe Vessicchio bacchettò il talent “Amici” definendolo “stanco”. “Le dissi di sì (a Maria De Filippi, ndr.) nel 2001, il programma si chiamava Saranno Famosi – dichiarò – Mi chiesero se potesse farmi piacere partecipare all’ipotesi di una scuola d’arte (…) si parlava di personaggi con uno spessore culturale enorme. Amici non è più lo stesso di allora. In televisione, come dice la signora De Filippi, per resistere è necessario saper cambiare pelle. E Amici, in quanto a numeri, va bene. Solo, trovo sia un po’ di tempo che non produce più niente, che vive una sorta di stanchezza”.