“FarWest”, il programma di Salvo Sottile, chiude la stagione con un’inchiesta su Fedez. In un servizio interamente dedicato al rapper, ex marito di Chiara Ferragni, si è parlato del pestaggio ai danni di Cristiano Iovino, per poi approfondire il tema della beneficenza, questa volta quella fatta esclusivamente da Fedez. L’inchiesta, rilanciata dai canali di FarWest, è stata aggiunta ai preferiti da Chiara Ferragni, come testimoniato da una storia pubblicata da Salvo Sottile. In collegamento anche Selvaggia Lucarelli, autrice del libro “Il vaso di pandoro” che parla del cosiddetto pandoro-gate. Grandi assenti gli avvocati del rapper che avrebbero mandato delle diffide alla trasmissione di Rai3 e che hanno declinato l’invito, causa impegni di lavoro, a presenziare in trasmissione per rispondere alle domande sul loro assistito.
Dopo il terremoto di Amatrice, Fedez promise il 100% dei ricavi dei primi 3 mesi di due singoli
Il servizio vuole fare luce su quanto accaduto con la pubblicazione del libro di favole “Quando sarai grande”, scritto dal rapper nel 2019 a sostegno dell’associazione “Heal Onlus” che promuove la ricerca sui tumori cerebrali infantili e sulle donazioni annunciate per i terremotati di Amatrice dopo il sisma. L’inviata di FarWest raggiunge Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, al quale chiede conto delle donazioni annunciate da Fedez via social. Il rapper, dopo il terremoto del 2016, promise il 100% dei ricavi dei primi 3 mesi di due singoli, ovvero “Andiamo a comandare” e “Vorrei ma non posto”, oltre ad una sua donazione personale. Il sindaco però sostiene di non aver mai sentito il rapper. “Chi voleva fare delle iniziative passava sempre da me. Di lui me lo stai dicendo tu”, dice alla giornalista.
Cinzia Monteverdi della fondazione “Il Fatto Quotidiano” mostra tutte le donazioni fatte per Amatrice e svela: “Lui fece un bonifico di 5mila euro effettuato il 5 agosto 2016”. Si scopre poi che sul conto del rapper risulta un’altra donazione di 5mila euro destinata ad Amatrice. Nulla invece in merito ai ricavi dei suoi pezzi, promessi a sostegno della causa.
Il libro di favole e la donazione alla fondazione “Heal Onlus”
Altra vicenda è quella del libro di favole scritto per il figlio Leone, “Quando sarai grande”. In questo caso la fondazione “Heal Onlus” sostiene: “L’accordo prevedeva di destinare una somma di 15mila euro all’iniziativa ed è stata donata. Il pagamento è arrivato prima che il libro fosse in vendita”. Perché prima della pubblicazione? Non si era parlato di ricavato delle vendite? Una modalità che ricorda quella del pandoro-gate, come fa notare anche Selvaggia Lucarelli ospite in collegamento. Fedez ha risposto alle accuse, tramite i suoi avvocati, invocando le associazioni di categoria a tutela dei consumatori, che da suoi nemici giurati, sono diventati per il rapper “organi di garanzia”. Il rapper è stato raggiunto dall’inviata di “FarWest”, Rebecca Pecori, in occasione di una conferenza stampa per un’iniziativa benefica a Taranto, con protagonista Fedez e Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Dopo anni di battaglie, i due hanno fatto pace.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Fedez: “Stanno rovistando in tutte le mie attività di beneficenza per trovare il pelo nell’uovo”
La giornalista ha incalzato il cantante con alcune domande in merito alle donazioni fatte per il libro di favole. Senza indugi l’inviata ha detto: “Sembra un Balocco pro tempore”. Il rapper ha respinto ogni accusa. “Esistono enti a tutela dei consumatori che sanciscono se la comunicazione è stata fatta correttamente o scorrettamente – ha dichiarato -. E nessun tribunale mi ha detto che io ho sbagliato quella attività. Sono stati donati dei soldi. Né l’Antitrust, né altro ente ha mai detto nulla. Magari dono più di quello che vendo. Ho donato 15 mila euro”. Il cantante ha poi aggiunto: “Mi sembra abbastanza lampante quello che si sta cercando di fare, ovvero rovistare in tutte le mie attività di beneficenza cercando di trovare il pelo nell’uovo. L’attività è stata fatta, i soldi sono stati donati e né l’Antitrust né nessun altro tipo di ente ha mai detto nulla”.
Carlo Rienzi a Selvaggia Lucarelli: “Potremmo querelare anche lei, se fosse necessario”
Salvo Sottile introduce Carlo Rienzi, presidente del Codacons, anche lui ospite in studio, che parla di accanimento contro il rapper da parte della giornalista di “FarWest” Rebecca Pecori e di Selvaggia Lucarelli. “Sono allibita dalle parole del presidente del Codacons – commenta l’opinionista -. Parla di accanimento nei confronti di Fedez perché una giornalista gli ha fatto delle domande? Lui ha denunciato Chiara Ferragni in 104 procure d’Italia e parla di accanimento? Mi viene un po’ da sorridere. Fedez e il Codacons si sono querelati a vicenda mille volte, quello del presidente è un riassunto molto opaco”. “Noi non abbiamo fatto una guerra contro nessuno, abbiamo denunciato alcune pratiche che ci sembravano scorrette – spiega Carlo Rienzi – può capitare a tutti, potremmo querelare anche lei, se fosse necessario”. “Mi sta minacciando? – chiede Selvaggia Lucarelli – non capisco quest’atteggiamento minatorio”.
Selvaggia Lucarelli: “Non capisco perché non si interessi del caso Fedez”
Selvaggia Lucarelli lancia un’altra frecciata a Carlo Rienzi, visto che il caso del pandoro-gate e la vicenda del libro di Fedez hanno a suo dire molti punti in comune. “Si è interessato moltissimo alla questione Ferragni e non capisco perché non si interessi del caso Fedez”, sottolinea. “Noi abbiamo denunciato il pandoro-gate all’Antitrust, poi lei si è voluta prendere il merito, ma la denuncia è nostra – rileva il presidente Codacons -. A noi interessa che lui faccia la donazione per i bambini malati di Taranto e poi ve ne daremo conto”. “Quindi se mi sono interessato della Ferragni mi devo interessare anche del marito? – aggiunge -. Ci siamo interessati alla Ferragni perché il Pandoro aveva un cartiglio truffaldino e abbiamo fatto una denuncia a 104 procure della Repubblica e abbiamo ottenuto l’incriminazione della Ferragni. Noi, non lei”. “Questo non significa che dobbiamo anche analizzare tutte le donazioni di Fedez. Chiaro? Fate bene a denunciare, ma lasciateci fuori”, conclude Carlo Rienzi.