07 Luglio 2021, 20:08
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Barbara Boncompagni, terzogenita del compianto Gianni, aveva solo 5 anni quando Raffaella Carrà entrò nella sua vita. Dopo un incontro non convenzionale a Piazza di Spagna, Gianni Boncompagni e Raffa si misero insieme. A separarli, ma solo sulla carta, erano 10 dieci di differenza. Gianni stava crescendo le sue tre figlie da solo. L’icona della tv, che all’epoca era nel pieno della sua carriera, li travolse come un ciclone.
“Una forza di donna – ricorda Barbara in un’intervista al quotidiano “La Stampa” – Io delle tre figlie di Gianni ero la più legata a lei. Ci univa una speciale condizione, l’abbandono. Io avevo subito quello di mia madre e lei quello di suo padre. Più che due sopravvissute eravamo due combattenti, ci siamo sentite uguali”.
Barbara, che oggi fa l’autrice televisiva, era completamente affascinata da Raffaella che la portava con sé anche in tournée. “Mi catalizzava l’attenzione, sempre – spiega – Stavo ore e ore a guardarla mentre la truccavano, la vestivano. Erano appunto i fantastici Settanta e lei era pazzesca, per casa passavano Gino Landi, Colabucci, una meraviglia”.
La Carrà era una vera stacanovista sul lavoro ma, spenti i riflettori, amava la tranquillità e la riservatezza della sua casa. “Non conduceva vita sociale e non parlo di feste che ha sempre detestato. Mai un cinema, una cena fuori, lo shopping. Si ritirava nei suoi spazi, era coerente”, racconta la figlia di Gianni Boncompagni. Per poi aggiungere: “Era educatissima con tutti. Mai visto un gesto di stizza, un fare maleducato, mai una punta di arroganza. Stando in giro con lei capivo quanto si dedicasse ai suoi fan e quanto per rispetto non si facesse vedere quando era stanca”.
La sua caratteristica più evidente era “la semplicità con tratti pazzeschi. Mai mediocre, mai banale, capace di intrattenersi allo stesso modo con un re o con l’immigrato di Carramba. Era empatica ma soprattutto rilassata (…) Fino ai 60 anni aveva vissuto concentrata sulla carriera. Dopo aveva cominciato a scegliere solo quello che le piaceva fare”.
Quando non lavorava, Raffa adorava “stare al mare e giocare, era una grande appassionata di Burraco. Aveva avuto una vita da single ed essere dominata dalle carte la divertiva. E poi adorava viaggiare, le cene con pochi amici e cibo buono. Era appagata e non si è mai lamentata della vita privata, del non avere avuto figli, prima non li aveva cercati, poi non erano venuti. Ne aveva adottati a distanza e voleva un gran bene ai nipoti. Ogni volta che andavo a cena da lei mi chiedeva: ‘vieni con i gioielli?’, indicando i miei figli”.
Riguardo al capitolo “maternità desiderata troppo tardi”, Barbara Boncompagni aggiunge in un’intervista al “Corriere della Sera”: “Ha sacrificato la possibilità di diventare madre. Non ha avuto figli perché, quando era molto giovane, diceva che un figlio non si può mettere in valigia e portarlo con te in giro per le piazze, non ha senso…Quando poi, intorno ai 40 anni, si sentiva più pronta alla maternità, la natura le disse: no, carina, non decidi tu, decido io… E Raffaella ha accettato questa condizione, non si è imbarcata in un accanimento terapeutico”.
Dopo aver saputo della sua morte, a Barbara Boncompagni è crollato il mondo addosso. “C’era tra noi un rapporto parentale – svela a “La Stampa” – Le nostre chiacchierate erano epiche, mi ha sempre consigliato sia sul lavoro sia sul privato. Era una donna priva di pregiudizi, era una donna libera. Non andava dove non voleva, o bianco o nero. Mai un compromesso, un lusso che si è conquistata a caro prezzo”.
A mancarle di più saranno proprio quelle chiacchierate confidenziali. “Io andavo da lei non da mio padre – confida Barbara Boncompagni – Mi viene a mancare un amore materno, un pilastro di vita. Sento franarmi la terra sotto i piedi. È un cazzottone forte allo stomaco”.
Neanche lei sapeva che fosse malata. “Aveva preso la scelta di non far soffrire, il massimo della riservatezza – dichiara – È andata via in punta di piedi come i grandi, come Ennio Morricone. Oltretutto lei detestava le celebrazioni, non era per il passato. Credeva di non smuovere l’aria così facendo, invece il dolore collettivo per questa figura luminosa ha preso il sopravvento pure su di lei”.
Infine, Barbara descrive così il rapporto tra Raffa e i due uomini della sua vita: “Papà aveva le idee pazzesche ma poi era pigro e se ne andava, lei acchiappava e sviluppava. Anche con Sergio Japino era lo stesso, hanno fatto tantissimi progetti insieme oltre il fidanzamento. Lei i rapporti li sublimava con il lavoro”.
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07 Luglio 2021, 20:08