Fabrizio Corona è stato arrestato lunedì mattina su ordine del gip di Milano Guidi in relazione al milione e 760 mila euro scoperti in casa di una sua collaboratrice nascosti nel controsoffitto di una stanza. A riportarlo è il “Corriere della Sera”. “L’accusa è di intestazione fittizia di beni – si legge sul quotidiano – perché, secondo i pm Ilda Boccassini e Alessandra Dolci, quei soldi sono dello stesso Corona e non della sua collaboratrice, Francesca Persi. Il denaro è stato trovato nel corso di una perquisizione il 7 settembre scorso nell’ambito di una inchiesta che, secondo alcune fonti, sarebbe partita da un grosso petardo fatto esplodere a ferragosto davanti l’abitazione dell’ex re dei paparazzi”.
In manette anche la collaboratrice Francesca Persi: avrebbe gestito gli introiti in nero delle serate dell’ex manager dei fotografi.
AGGIORNAMENTO
Secondo quanto riporta l’Ansa, Fabrizio Corona avrebbe un conto in Austria sul quale sarebbe stata depositata una cifra che va dal milione e il milione e mezzo di euro. Sono i calcoli del Gip Guidi riportati nell’ordinanza eseguita questa mattina nei confronti anche di Francesca Persi, titolare formale della Atena srl. La donna avrebbe portato i soldi cash, frutto dell’attività in nero, in diversi viaggi oltreconfine. Sulla vicenda è stata avviata una rogatoria. Come emerge dall’ordinanza del gip Guidi, il conto in Austria è uno degli elementi su cui si fondano le esigenze cautelari. Altro elemento, legato all’inquinamento probatorio, sono le pressioni che Corona avrebbe esercitato in particolare su una delle sue ex collaboratrici affinchè non raccontasse al procuratore aggiunto Ilda Boccassini e al pm Paolo Storari dei presunti pagamenti in nero delle sue serate nelle discoteche e locali della movida sparsi in Italia. Pagamenti di cui hanno riferito in Procura una serie di persone che hanno lavorato con l’ex fotografo in quest’ultimo anno, una delle quali ha anche denunciato, spaventata, di essere stata presa di mira da lui.
LEGGI ANCHE: “Corona pagato in nero”, ecco il servizio-denuncia de “Le Iene”